Edenred acquisisce Easy Welfare e conferma che quello del welfare è un mercato in crescita. Ne parliamo con Emmanuele Massagli, presidente di Aiwa, l’associazione del welfare aziendale.
L’acquisizione di Easy Welfare (valutata 53 milioni di euro, a fronte di un fatturato 2018 di circa 11 milioni) da parte di Edenred ha segnato un punto di non ritorno: il welfare aziendale è un mercato, un mercato vero, fatto di clienti (sono sempre di più le aziende che si dotano di piani di welfare per i loro dipendenti), di player e di competizione crescente.
“I processi aggregativi sono segnali positivi – commenta Emmanuele Massagli, presidente di Aiwa, l’associazione del welfare aziendale, che associa ormai una ventina di imprese che forniscono piani e soluzioni di welfare a qualche migliaio di aziende – anche perché offrono al mercato dei player riconoscibili, affidabili, credibili. E forniscono alla rappresentanza associativa una autorevolezza aggiuntiva”. Sull’operazione specifica Massagli – ed è comprensibile – non vuole fare considerazioni. Anche perché entrambi i soggetti, l’acquirente e l’acquisito, sono soci fondatori di Aiwa. E resteranno due soggetti distinti, almeno secondo quanto ha dichiarato a WeWelfare.it l’ad di Edenred, Luca Palermo: “Le due piattaforme welfare continueranno a vivere separatamente, un merchant Easy Welfare rimarrà Easy Welfare e un affiliato Edenred resterà Edenred. A livello di relazioni d’affari tutto rimane invariato, poiché l’integrazione sarà molto graduale”.
C’è da aspettarsi che altri grandi player, a esempio nel mondo dei broker assicurativi (da Aon a Willis Tower Watson), ma anche nel mondo delle Agenzie per il lavoro (da OpenJob a Randstad) possano essere indotti a cercare piattaformisti da acquisire, per crescere come quota di mercato e per razionalizzare i servizi nel grande mercato della “gestione delle persone”. Qualcosa del genere era accaduto più di un anno fa con l’acquisizione di DoubleYou da parte di Zucchetti. La novantina di provider che sono nati, incoraggiati anche dalle ultime innovazioni introdotte dalla Legge di Stabilità 2016 e seguenti, forse sono troppi. “Non solo, credo che anche le banche e le compagnie di assicurazioni dovranno comprendere meglio che questo mercato, quello del welfare aziendale – continua Massagli – deve essere affrontato non solo per trovare nuovi clienti o per confermare quelli già acquisiti, ma deve essere affrontato come un mercato nuovo e promettente”. D’altronde la ricerca del Censis lo ha misurato in circa 21 miliardi di euro.
“Resto dell’idea che allo sviluppo pieno e alla maturazione del mercato – continua Massagli – servirà l’integrazione a pieno titolo del Terzo settore nel perimetro del welfare aziendale, anche per ribadirne la finalità sociale”. Aiwa aveva chiesto che i residui non goduti dei piani di welfare potessero diventare risorsa per le associazioni del Terzo settore: “Non tocca solo al pubblico stornare piccole o grandi quote a sostegno dei soggetti socialmente attivi e meritevoli. Oltre al 5 per mille potrebbe essere resa disponibile questa ulteriore modalità di sostegno finanziario”. Massagli ne ha scritto pochi giorni fa in un intervento sul Qn, a proposito delle modifiche alle norme sul welfare, annunciate dal sottosegretario Claudio Durigon, in un prossimo disegno di legge.
Marco Barbieri
L’educazione finanziaria potenzia il welfare aziendale
Novembre 18, 2024