Ci.Effe. Consulting, da anni promuove awareness e competenze riguardo le forme alternative di lavoro agile e di smart working; proprio in questi giorni Ci.Effe. ha completamente riorganizzato il suo workflow per venire incontro alle esigenze formative del mondo del business. Webinar e sessioni di formazione a distanza sono le protagoniste. Adesso l’Italia è un paese in smart working: un cambiamento di paradigma quello imposto dalla fase epidemica Covid 19 tutt’altro che automatico, per un mondo del lavoro e una popolazione che non sono stati abituati per lungo tempo a questo tipo di organizzazione dei processi.
“Stiamo utilizzando il più possibile tutte le piattaforme per il lavoro agile e a distanza che in questo momento vanno per la maggiore, da Zoom, a Microsoft Teams, a Skype”, racconta Valentina Peccia, formatrice e coach perCi.Effe. Consulting: “Come le persone li stanno usando per lavorare, noi li stiamo usando per fare formazione a lavoratori e imprese sul tema del lavoro agile. Stiamo operando sui due fronti: sia quello della formazione a distanza, con veri e propri eventi formativi in remoto per i nostri clienti, sia quello di produrre noi delle piccole pillole formative che saranno messe a disposizione di chiunque ne abbia bisogno, come dei mini webinar”. Nell’utilizzo indiscriminato di piattaforme di smart working, spiega Peccia, l’abuso e l’uso scorretto sono dietro l’angolo: “Il rischio che vediamo, e l’attenzione che vogliamo promuovere sta nel fatto che in questi giorni la giornata lavorativa rischia di essere completamente sbalzata; le tecnologie di lavoro agile e di smart working ci permettono di essere sempre connessi, mentre invece dobbiamo ricordarci che lo smart working è uno strumento per lavorare meglio, non un modo per lavorare sempre. Attenzione a non far diventare il lavoro agile lavoro permanente, continua Peccia, conserviamo e alleniamo l’ottimismo, la prima delle risorse fondamentali”.
Ancora: “Si parla spesso di worklife balance, qualcosa che in questi giorni rischia di essere seriamente compromesso. Noi promuoviamo l’uso delle tecnologie di lavoro agile come modalità che valorizza il meglio dei lavoratori e del lavoro. Per questo parleremo e proporremo delle routine, cioè stili dell’organizzare al meglio un ciclo di smart working. Parleremo anche di quali possono essere le strategie migliori dal punto di vista psicologico per difendersi in questo periodo, che può essere anche molto stressante, inondato com’è di notizie negative. Parleremo di come tenere allenato l’ottimismo che è una risorsa ineguagliabile in queste giornate”.
Quel che si riesce a percepire dall’osservatorio Ci.Effe. è che la crisi Coronavirus è destinata a plasmare in profondità le pratiche del mondo del lavoro italiano. Forse, può essere addirittura un punto di non ritorno: “Finora le tecnologie di smart working erano viste piuttosto come teorie, non era mai capitato che ci fosse questo utilizzo pratico così diffuso”, continua Peccia: “Noi pensiamo che questo periodo cambierà un po’ tutto nel mondo del lavoro. Per la prima volta ci stiamo rendendo conto di quanto queste tecnologie possono renderci più produttivi, come possano renderci lavoratori più flessibili senza diventare lavoratori precari”.
E allora, quali consigli si possono dare a chi si trova in smart working? Come utilizzare queste tecnologie al meglio senza subirle? “Sicuramente la prima indicazione può essere quella di organizzare al meglio la propria giornata lavorativa, scandendo bene i tempi del lavoro, organizzando il proprio tempo; non solo, è importante organizzare le proprie abitazioni ben dividendo gli spazi del lavoro da quelli della vita privata. Questo ci aiuterà ad aver cura di affetti, di hobbies personali e degli spazi dove sia possibile riconnettersi con sé stessi. Un dato fondamentale in questi giorni”, conclude Peccia, “per mantenere allenato il senso dell’ottimismo che come dicevamo ci aiuterà moltissimo nelle prossime settimane”.
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