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14 Novembre 2023

Coverflex Report Retribuzione 2023: il lavoro deve adattarsi alle nuove esigenze delle persone. E non viceversa

Coverflex

Coverflex Report sulla Retribuzione 2023: il 55,82% delle persone che lavora in PMI non riceve buoni pasto e tende a lavorare principalmente in presenza (64,52%). La situazione è nettamente diversa nelle aziende di grosse dimensioni, più aperte al lavoro ibrido o da remoto (28,68%), e dove i buoni pasto vengono erogati al 77,87% dei lavoratori

“In futuro, non saremo più noi a doverci adattare al lavoro, ma sarà il lavoro a doversi adattare ai nostri valori e alle nostre necessità”, commenta Chiara Bassi, Country Manager Italia di Coverflex, evidenziando l’importanza della flessibilità degli orari e della scelta del luogo di lavoro.

Coverflex, startup di welfare aziendale specializzata in retribuzione flessibile, ha condiviso i risultati del suo Report sulla Retribuzione 2023. L’indagine è stata realizzata a settembre su un campione di 612 partecipanti, la maggior parte dei quali tra i 25 e i 34 anni (49,84%), provenienti da diverse aree d’Italia ma soprattutto da Lombardia (47,06%), Veneto (12,25%) e Lazio (7,52%).

Dalle prime evidenze emerse dal Report appare chiaro che, in seguito all’emergenza sanitaria degli scorsi anni, il modo di lavorare è drasticamente cambiato: il lavoro ibrido sta guadagnando sempre maggior popolarità, con il 47,55% delle persone che ha dichiarato di preferire questo modello. In generale, le aziende con più di 1000 dipendenti sono più aperte al lavoro ibrido o da remoto e hanno a disposizione più risorse da investire in tecnologie e infrastrutture a distanza, consentendo così ai dipendenti di svolgere le proprie attività in maniera efficiente anche fuori sede.

Tra le tematiche più rilevanti affrontate nel report, Coverflex ha esaminato la soddisfazione lavorativa dei partecipanti, notando come i lavoratori tra i 18 e i 24 anni siano quelli più insoddisfatti (solo il 26% si dichiara soddisfatto), mentre i lavoratori tra i 55 e 64 anni si dichiarino maggiormente appagati (solo poco più del 30% si dichiara insoddisfatto), complici anche ruoli di maggior responsabilità e più gratificanti economicamente.

Senza dubbio la flessibilità rientra tra gli aspetti decisivi per i dipendenti, che ricercano sempre più frequentemente un impiego che consenta loro di conciliare al meglio e in totale libertà gli impegni personali e professionali: i giovani, in questo senso, sono più esigenti rispetto ad altre generazioni e le aziende devono essere pronte ad adattarsi per attrarre e trattenere i migliori talenti. Spostando il focus sul welfare, invece, la maggior parte degli intervistati lo definisce un elemento prioritario: l’83% delle persone lo considera uno strumento che può avere un impatto positivo diretto sul potere d’acquisto e che può contribuire al miglioramento della qualità della vita. I dipendenti, stando a quanto emerge in maniera nitida dal sondaggio di Coverflex, vogliono i benefit aziendali, soprattutto in un periodo storico in cui, nonostante l’inflazione sia alle stelle, i salari reali sono diminuiti del 7,5% su base annua e la maggior parte degli intervistati (52,29%) ha dichiarato che la propria retribuzione è rimasta invariata durante il 2023.

Alla luce di questi dati, le aziende devono trovare nuovi modi per garantire una retribuzione adeguata ai propri dipendenti: entrano qui in gioco i pacchetti di welfare aziendali, pensati proprio per supportare i dipendenti senza pesare sulle casse aziendali. Ad oggi, sebbene inizino a farsi largo nuove tipologie di benefit pensati per il benessere della persona, i più diffusi in Italia rimangono i buoni pasto elettronici (67.03%), che oltre il 75% dei partecipanti al sondaggio sostiene di spendere nei supermercati. Seguono l’assicurazione sanitaria (57.21%) e le scontistiche riservate (28.38%), mentre agli ultimi posti troviamo invece la mensa diffusa (3.71%) e l’asilo aziendale (3.28%)

La retribuzione flessibile

Nel Report stilato da Coverflex viene data ampia rilevanza al concetto di ‘retribuzione flessibile’, ossia una tipologia di welfare sostenibile per l’azienda e vantaggiosa per i dipendenti. Il 49% degli intervistati dichiara che preferirebbe una RAL di 30.000 € più un pacchetto welfare esentasse del valore di 5.000 € all’anno rispetto ad una RAL di 35.000 €, dimostrando come ricevere un pacchetto di benefit aggiuntivi sia preferibile per la metà dei rispondenti rispetto ad un classico aumento. Le fasce di età più inclini a optare per questa soluzione sono quelle tra i 25-34 e 55-64, mentre i giovanissimi 18-24 preferirebbero una RAL più alta, forse a causa di una scarsa ed inesperta educazione finanziaria.

“In Coverflex consideriamo la retribuzione molto più di un pagamento a fine mese: è tutto ciò che un’azienda offre ai propri dipendenti come riconoscimento del loro lavoro, ed è in questa direzione che stiamo indirizzando i nostri obiettivi”, ha dichiarato Chiara Bassi, Country Manager Italy di Coverflex. “Guardando al futuro del lavoro, emerge la necessità di adottare soluzioni flessibili che rispondano alle diverse esigenze dei dipendenti: malgrado il welfare sia ancora sottovalutato da diverse aziende italiane, il feedback estremamente positivo da parte dei dipendenti ne sottolinea l’estrema importanza. I risultati del Report ci suggeriscono inoltre la necessità di una comunicazione chiara e trasparente: per i più giovani, soprattutto, la menzione della RAL e dei benefit nelle offerte di lavoro è un must: il 100% di chi ha tra i 18 e i 24 anni pensa infatti che queste informazioni debbano essere ben visibili nelle descrizioni dei ruoli, e la pensa così anche il 98,03% di chi ha tra i 25 e i 34 anni”, conclude Chiara Bassi.

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