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11 Novembre 2020

Massagli (ANSEB): buono pasto digitale, sicuro e veloce anche per il delivery

Massagli (AIWA)

In tempi di seconda ondata e cambiamento dei consumi, Emmanuele Massagli, Presidente di ANSEB, in un articolo apparso su Repubblica.it, torna a parlare del diritto al buono pasto come strumento welfare vantaggioso per persone e aziende e funzionale alla ripresa dei consumi

Il non riconoscimento da parte di alcune aziende del buono pasto per i propri dipendenti, ha ribadito fermamente il presidente, influisce non solo sul benessere dei lavoratori ma aggrava la crisi che stiamo vivendo configurandosi come un ulteriore danno per i pubblici esercizi che ritirano i buoni pasto e che sono aperti solo a pranzo.

Nel ricorso allo smart working e nell’orizzonte di un progressivo cambiamento delle abitudini lavorative e familiari, Massagli ha evidenziato come la scommessa delle aziende nella digitalizzazione stia già dando i suoi risultati configurandosi come un volano per la ripresa dei consumi proprio in relazione agli obiettivi del piano cashless del Governo. Modificando le soglie di esenzione fiscale del buono pasto e aumentando quella per i buoni pasto digitali da 7 a 8 euro, sottolinea Massagli nell’articolo, si è assistito a un incremento di entrate per lo Stato nel breve periodo. In riferimento alla ricerca curata dalla SDA Bocconi per Edenred che ha verificato come il 72% degli utilizzatori abituali di buono pasto effettui la maggior degli acquisti personali con bancomat; il 38% ricorre alla carta di credito; solo il 25% ai contanti, Massagli sottolinea l’evidente nesso tra il buono pasto e la diffusione della cultura dei pagamenti digitali.  I buoni pasto elettronici inoltre “sono veri e propri documenti digitali, che non hanno bisogno di microchip e POS, ma funzionano grazie ad APP scaricabili sugli smartphone, sui tablet, nonché disponibili nelle moderne casse interconnesse. Questo permette di usare il buono pasto anche per il delivery”.
In chiusura dell’articolo Massagli insiste nuovamente sul’importanza in questi tempi del welfare. La decisione di raddoppiare la soglia massima di esenzione fiscale per beni e servizi offerti dall’azienda ai propri dipendenti portandola per l’anno in corso da 258,23 euro a 516,46 euro per il lavoratore, “genererebbe 1 miliardo 600 milioni di euro di maggiori consumi nel Paese. In un momento come questo non mi pare una cifra che si può ignorare, né per i lavoratori e le loro famiglie, molto provate dalla crisi, né per il bilancio pubblico, considerata la forte incidenza dei consumi interni nel calcolo del PIL”.

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