Dassault Systèmes, società europea del settore software che sviluppa soluzioni di progettazione in 3D, ha creato il programma welfare “Remote Experience For Accessible Health”. Ne parliamo con Arianna Ferrini, Direttrice del Personale della regione Euro-mediterranea.
Attenta alle politiche di welfare sostenute attraverso innovative soluzioni 3d, Dassault Systèmes ha all’attivo numerosi progetti nazionali e internazionali che contraddistinguono la società europea con case history significative, come ad esempio quella di Maschio Gaspardo, multinazionale italiana produttrice di attrezzature agricole per la lavorazione del terreno che, grazie alla tecnologia 3D, può fare riferimento a una piattaforma unica in grado di aiutare i progettisti meccanici e gli ingegneri a collaborare in modo efficiente su scala globale, ad accedere a una proprietà intellettuale condivisa e a rinunciare ai prototipi fisici, grazie alla modellazione virtuale 3D. l feedback degli ingegneri sono stati molto positivi: possono collaborare meglio e condividere le loro esperienze. Questa sinergia ha portato invariabilmente a un aumento delle competenze e della produttività, che è un modo sicuro per accelerare l’innovazione di nuovi prodotti. Dassault Systèmes ha fornito inoltre al gruppo industriale francese Alstom, specializzato nella costruzione di treni e infrastrutture ferroviarie, degli applicativi di visualizzazione 3D di fascia alta della soluzione “Virtual Garage” per mostrare modelli virtuali realistici dei treni richiesti da Trenitalia per le linee di trasporto regionale e interurbano. L’introduzione della piattaforma ha favorito la convergenza fra mondo reale e mondo virtuale, favorendo la flessibilità e l’agilità di cui hanno bisogno queste aziende per offrire ai loro passeggeri esperienze diversificate nell’attuale economia digitale. Inoltre gli scienziati del Migal Galilee Research Institute in Israele si avvalgono delle applicazioni BIOVIA di Dassault Systèmes per accelerare il processo di ricerca e sviluppo di un possibile vaccino contro il SARS-CoV-2; la 3DEXPERIENCE Platform e le applicazioni digitali di Dassault Systèmes possono fornire un valido supporto all’intero ecosistema sanitario, al fine di indirizzare la ricerca e lo sviluppo clinico verso la produzione di un vaccino, nonché la cura del paziente.
Dassault Systèmes. Qual è la vostra storia e la mission che vi caratterizza?
Dassault Systèmes è un’azienda di tecnologia avanzata che consta di ventimila dipendenti facenti capo alla casa madre francese, che possiede circa 200 siti in 140 paesi. La nostra società offre soluzioni tecnologiche utili a simulare la realtà: software capaci di soddisfare le esigenze di 11 settori industriali, al fine di garantire visibilità al cliente del prodotto finale prima di averlo concretamente realizzato. L’obiettivo è quello di far progredire l’azione del cliente attraverso soluzioni di innovazione e simulazione, orientandolo in un contesto software 3D: fargli provare il prodotto o sistema innovativo e investire sulla soluzione, che sarà ritenuta soddisfacente dal cliente stesso. La nostra è una mission di alto livello che vuole coordinare arte, scienza e tecnologia. I software di Dassault Systèmes sono utilizzati principalmente dall’industria manifatturiera, ma sono oggi diffusi anche in altri settori, dal settore lifestyle a quello health care, in ambito medico e farmaceutico prestando sempre attenzione alla sostenibilità della produzione. Dassault Systèmes mira quindi a un’armonizzazione tra prodotto e natura, un approccio che voglia assicurare la migliore esperienza dell’uomo, nel rispetto dell’ecosistema al quale apparteniamo.
Quali sono i dati frutto di indagini specifiche che vi hanno spinto ad elaborare Remote Experience For Accessible Health?
Non abbiamo fatto riferimento a dati specifici, abbiamo vissuto sulla nostra pelle e osservato da professionisti gli effetti dell’esperienza condivisa dell’epidemia Covid- 19 e l’accelerazione della logica di remotizzazione avvenuta in questi mesi. La direzione del personale si è posta il problema di pianificare sin da subito un’assistenza ai dipendenti che fosse nuova nella sua estensione e capillarità. Non si è trattato quindi di un’analisi specifica, ma di un confronto continuativo dal quale è scaturito Remote Experience For Accessible Health, un programma innovativo rivolto a migliorare un contesto specifico della modalità di lavoro. REFAH è consistito in un progetto funzionale all’ecosistema dei dipendenti sfruttando la tecnologia della nostra piattaforma informatica: abilitatrice di opportunità per mettere in comunicazione le persone in modo efficace attraverso lo scambio di esperienze e informazioni. La nostra azienda ha potuto far leva sull’unicità della sua struttura e sul mercato di riferimento, sfruttando la sua naturale propensione alla logica di ecosistema anche con i propri partner.
Parliamo dei focus dei webinar, come erano organizzati e attorno a quali tematiche?
L’acronimo REFAH (Remote Experience For Accessible Health) corrisponde a una parola turca che vuol dire benessere e prosperità: avendo sotto la mia responsabilità la gestione di varie nazioni come appunto la Turchia, l’Italia, Israele e alcuni paesi dei Balcani, ho voluto far riferimento a uno di essi in un approccio di attenzione alla “diversity” della regione. Il progetto si è articolato in una decina di webinar sviluppati in tre settimane concernenti il benessere fisico, emotivo e intellettuale del personale: dall’alimentazione, al sonno, alla resilienza, soffermandoci in sostanza sulle modalità di gestione del proprio lavoro rispetto all’ambito privato. Sono stati coinvolti speaker professionisti internazionali in grado di sviluppare spunti di riflessione che venivano poi commentati sulla nostra piattaforma, sulla quale venivano caricate tutte le registrazioni e materiale aggiuntivo, per stimolare un dibattito continuativo anche in seguito, andando oltre l’interesse intrinseco del webinar stesso e facendo durare a lungo questa opportunità di coinvolgimento e discussione.
Lo scorso aprile l’incidenza del lavoro da casa è salita al 18,5% interessando 4 milioni di italiani (fonte ISTAT) e nel timore di una seconda ondata sicuramente si assisterà a un incremento dei piani di smart working: come pensate di gestire questo programma in futuro e state pensando anche ad altri progetti specifici?
L’idea di fondo è quella di far utilizzare la nostra piattaforma in maniera quotidiana al personale anche per le attività HR, affinché si possa avere una condivisione simultanea di informazioni rese accessibili a tutti. Stiamo studiando ulteriori iniziative che possano offrire un sostegno professionale e proseguire su questo filone di attività che, se da un lato è affine alla strumentazione che abbiamo in dotazione e al nostro business, dall’altro vuole continuamente migliorare l’esperienza del personale. I riscontri su questa iniziativa, fortemente sostenuta da Guido Porro, nostro Managing Director, sono stati molto positivi, a conferma che la soddisfazione del personale è stata alta. Abbiamo infatti ricevuto dai nostri collaboratori una serie di commenti utili per poterla replicare in futuro, migliorandola.
Lucia Medri
Le nuove dinamiche del welfare aziendale: l’integrazione dei public benefit
Agosto 28, 2024