Previdenza

27 Giugno 2019

Mefop: Esternalizzazione dei fondi pensione e sanitari, sì o no?

Mefop ha organizzato un seminario dal titolo La gestione esternalizzata delle attività: vincoli e opportunità. Breve sintesi della mattinata di lavori

In un contesto in cui il quadro normativo è soggetto a continui mutamenti, gli strumenti di welfare integrativo sono sempre più indispensabili e “la sussidarietà sempre più necessaria, per questo gli investitori istituzionali risultano i nostri interlocutori principali”, questo ha ribadito Luigi Ballanti, direttore generale di Mefop che ha organizzato il seminario dal titolo “La gestione esternalizzata delle attività: vincoli e opportunità” tenutosi nella giornata di ieri a Roma.

Con la nuova direttiva IORP2 si è iniziato a parlare di esternalizzazione, per la quale si presuppone la facoltà di un soggetto economico di affidare la gestione di una o più attività a un fornitore di servizi esterno. Come ricorda la docente Maria Teresa Bianchi de La Sapienza nel suo intervento, “quella dell’esternalizzazione è innanzitutto una scelta di posizione strategica” che spetta a ciascun soggetto dopo averne valutato i vantaggi e i rischi che essa comporta. Sono infatti tre le funzioni fondamentali del fondo che possono essere potenzialmente gestite in outsourcing: risk management, funzione attuariale, internal audit. Del resto, come sottolineato nel panel condotto da Damiana Mastantuono in risposta a Bianchi, COVIP e IORP disciplinano una regolamentazione di vigilanza prudenziale che considera l’esternalizzazione come un rischio. “L’outsourcing è strategico poiché si appalta il sistema del fondo e si esternalizzano attività che sono vicine al core business”. L’esternalizzazione impatta sul sistema di governo e risulta dunque imprescindibile pianificare una partnership tra impresa cliente e provider che sia regolata attraverso una contrattazione, al fine di prevenire i rischi operativi analizzando i livelli di compliance e di servizio. Se i fondi pensione sono già regolati da deleghe ex lege obbligatorie, i fondi sanitari invece dipendono da contratti di assicurazione e a mandato misto. In questo ultimo caso, Mastantuono ribadisce l’importanza di valutare per questa tipologia di fondi l’organizzazione e la stabilità del fornitore.

Nella tarda mattinata, si è data la parola agli operatori e al loro ruolo. “Esternalizzazione vuol dire risparmiare nella qualità” ha affermato Franco Tomasello di One Welf, Third Party Administrator che da 25 anni è specializzata nella fornitura di servizi amministrativi, contabili ed informatici in outsourcing nell’area della Previdenza Complementare. Attualmente dei 49 fondi gestiti, 10 sono in full outsourcing, 34 in outsourcing parziale e 3 in outsourcing informatico. Paolo Figini di Wide Care Services  che si occupa dal 2006 di sistemi gestionali creati ad hoc, ha puntato il focus sull’analisi delle esigenze specifiche di ciascun fondo che si articola nella misurazione della capacità di crescita strutturale, della facilità d’uso, dei controlli sui regolamenti del fondo e sull’integrità dei dati.

Gli intervenuti alla mattinata di lavori non hanno espresso pareri favorevoli o contrari all’esternalizzazione poiché è importante che ciascun soggetto riconosca e valuti autonomamente una simile scelta strategica, adattabile o meno ai propri piani aziendali, e comunicando l’esternalizzazione alla COVIP entro 30 giorni prima della decorrenza.

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Redazione

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