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15 Gennaio 2020

Il welfare di Dainese protegge le persone. Non solo su strada.

Dainese

Per Dainese, welfare significa protezione sul posto di lavoro e poi a casa. I risultati degli ultimi anni confermano il valore dei piani aziandali

Se la scommessa del marchio veneto di equipaggiamento Dainese muove dalle persone – Inspired by humans, il claim -“proteggere” vuol dire, di conseguenza, protezione, sostegno e ascolto dei propri dipendenti. «Quando ci sentiamo più ‘protetti’, lavoriamo tutti meglio», spiega Cristiano Silei, ceo dell’azienda vicentina. Dopo oltre un anno di “sperimentazione” i numeri parlano: il fatturato è arrivato a quasi 190 milioni nel 2018 e il numero dei dipendenti a 882, come è salito del resto il loro grado di soddisfazione e benessere.

  • Oltre 1.500 giornate di smartworking per un totale superiore alle 12.000 ore, di cui ha usufruito più della metà degli aventi diritto, persone cioè che possono svolgere i propri compiti anche in remoto: e quelli che non l’hanno fatto, è perché per il momento non possono – non ancora – usufruire degli strumenti informatici portatili.
  • I dipendenti hanno messo a disposizione due mesi di permessi solidali, di cui ha usufruito il 75% dei colleghi che aveva bisogno: il resto rimane comunque a disposizione per il futuro prossimo, come un caffè pagato
  • Una serie di agevolazioni sul luogo di lavoro – dalla palestra gratuita, aperta tutte le ore, al micromarket – che permettono di rendere la giornata di ognuno meno complicata.
  • Permessi solidali, in accordo con i sindacati, per condividere o regalare ferie e altre opportunità di tempo libero ai colleghi che ne hanno più bisogno; feste aziendali dedicate ai familiari, dove ci si possa incontrare e comunicare come in una grande comunità unita.

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