Zwap, la startup nata per supportare i lavoratori remoti e i professionisti nella loro crescita personale e professionale attraverso il potere della community e del capitale sociale, in un anno di vita ha fatto registrare oltre 600mila minuti di conversazione e oltre 20mila nuove connessioni tra più di 8.000 zwappers sparsi in 400 città
Zwap è la startup che sfrutta le potenzialità dell’intelligenza artificiale per aiutare i professionisti a fare rete: “Credo che il concetto di community stia acquisendo sempre più un ruolo centrale nel mondo del lavoro così come lo vediamo ora. Community è un concetto che va oltre il semplice networking: significa creazione di legami autentici, in cui ci si conosce personalmente e si condividono valori e obiettivi. Tutti elementi che migliorano la crescita personale e professionale e aiutano a trovare nuove opportunità”, spiega Federico Pedron, founder di Zwap insieme a Luca Tamborino Frisari e Luigi Adornetto.
Secondo gli ultimi dati del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti, ad agosto 2021, è stato raggiunto il valore record di 4,6 milioni di americani che hanno lasciato volontariamente il lavoro. In Italia i dati non sono da meno: secondo il Ministero del Lavoro, il boom di dimissioni ha visto una crescita nell’ultimo anno dell’85%. Sempre più dipendenti decidono quindi di abbandonare il posto fisso per diventare liberi professionisti. Concretamente, questa trasformazione significa lavoro da remoto, pochi o nessun incontro con i colleghi, maggior isolamento, tanto che – secondo un report di Buffer – il 52% dei remote workers si sente meno connesso rispetto ai colleghi in ufficio.
A conferma di ciò, arrivano i dati della ricerca che Zwap ha realizzato tra i suoi oltre 8mila utenti: “Gli zwappers sono per la grande maggioranza liberi professionisti: per il 60% di loro utilizzare Zwap è stato utile per migliorare la qualità e la dimensione della loro rete di relazioni – commenta Pedron -. Non solo: il 25% ha dichiarato che Zwap li ha aiutati a stabilire nuove partnership”.
Anche uscendo dai confini italiani, diverse ricerche confermano l’importanza strategica della community per i remote workers: secondo Linkedin, il 61% dei professionisti ritiene che una regolare interazione online con la propria rete possa condurre a nuove opportunità di lavoro. Un altro dato ancora più significativo arriva da Hubspot: l’85% dei posti di lavoro viene occupato attraverso il networking e secondo CNBC il 70% degli annunci viene pubblicato internamente o solamente per i candidati che i recruiters conoscono attraverso la propria rete, senza un annuncio pubblico.
Non sempre, però, è facile creare e – soprattutto – mantenere viva una propria rete di contatti: secondo dati Linkedin, infatti, il 79% dei professionisti è consapevole dell’importanza del networking, ma solo il 48% riesce a rimanere in contatto costante con la propria rete. Il motivo principale? La mancanza di tempo.
E infatti, dai dati emersi dalla ricerca di Zwap, il vantaggio principale del fare rete online è proprio il risparmio di tempo (94%), seguito dalla maggiore flessibilità sia temporale che spaziale (85%) e dal risparmio di denaro (74%). Altri vantaggi riscontrati sono: l’aumento della produttività (65%), la possibilità di superare più facilmente il disagio rispetto a un incontro fisico (54) e la possibilità di registrare le sessioni (43%).
“I nostri utenti ci hanno confermato che utilizzare Zwap ha migliorato le loro communication skills in termini di capacità di ascolto, del dare e ricevere feedback e in generale nel sentirsi più a loro agio nel comunicare con persone sconosciute (59%) ed esporre le proprie idee (61%)”, aggiunge Pedron.
Oltre a Zwap, i remote workers possono contare su app come:
● Creative Harbour, startup italiana fondata nel 2020 specializzata nell’organizzazione di esperienze di co-living e co-learning in luoghi immersi nella natura da Fuerteventura all’Algarve fino alla Valle d’Aosta;
● Smart Way, che offre soluzioni di workation in piccoli borghi spesso fuori dai classici itinerari turistici;
● RescueTime, il software che aiuta a restare più concentrati, produttivi e motivati: un assistente si installa nel background del computer e tiene traccia di quanto tempo si trascorre su ciascun task. Il coaching intelligente registra tutti i flussi di lavoro e a fine giornata fa un riepilogo dell’andamento, aiutando a comprendere quali sono i siti e le app che distraggono e impediscono di portare a termine il lavoro;
● Miro, una lavagna online interattiva e collaborativa, pensata per fare brainstorming e condividere le idee graficamente. Una tela infinita dove creare un workflow agile, che permette di partecipare da remoto a workshop e di sviluppare progetti con la community.
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