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21 Luglio 2020

Un libro per un nuovo sistema di welfare civile

welfarecivile

Welfare civile, in un volume ‘assetto teorico e prassi metodologica’ scritto dalla neuropsichiatra Antonella Sapio e nato dal “Progetto “Wel.Com.E” (Welfare for Community Empowerment), realizzato in un’area periferica del Comune di Roma

La crisi del Welfare State ha indotto una domanda crescente, da parte della società civile, di gestione diretta di beni e servizi di interesse comune. Nel contempo, l’emergenza di nuovi bisogni sociali e l’insufficienza di risposte da parte degli apparati tradizionali hanno dato luogo a nuove concezioni dei sistemi di welfare. È una prospettiva, dunque, profondamente attuale, innovativa e organica quella delineata dal volume Il welfare civile: assetto teorico e prassi metodologica. Il libro propone, infatti, una approfondita analisi, sia teorica che metodologica, del nuovo sistema di welfare.
L’autrice è Antonella Sapio – medico neuropsichiatra e dirigente della sanità pubblica fino al 2017 – con prefazione del Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Presidente Onorario della Fondazione Roma e Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale.
In evoluzione rispetto al welfare state e al welfare mix, il welfare civile si pone nella prospettiva di un’elettiva valorizzazione della società civile, sia all’interno di auspicabili triangolazioni con segmenti istituzionali vitali che in forma autorganizzata e autogestita.

L’impianto teorico prende spunto dal Progetto “Wel.Com.E” (Welfare for Community Empowerment), realizzato in un’area periferica del Comune di Roma grazie al contributo della Fondazione Roma, all’epoca presieduta dal Prof. Emanuele, il quale è stato fin dagli inizi convinto sostenitore del progetto, per la rilevanza sperimentale in esso contenuta, e che ora ha voluto fortemente anche la pubblicazione di questo volume a scopi divulgativi in qualità di Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale. L’iniziativa ha consentito la messa a punto di nuove metodologie per il “lavoro di comunità” e l’elaborazione di un Protocollo sperimentale.

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