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28 Aprile 2023

La funzione sociale della digitalizzazione per la terza età

terza età

Social e terza età: l’85% degli anziani possiede uno smartphone ed è boom di corsi e di iniziative per “digitalizzare” i nonni, e farli sentire meno soli. Alcune le iniziative presentate e un commento dell’esperto

Dall’indagine sulla digitalizzazione di Format Research, condotta su un campione di oltre 1.500 persone tra i 50 e gli 85 anni, è emerso che gli over 50 desiderano essere connessi ed usare le nuove tecnologie per restare in contatto con familiari ed amici. Quasi l’85% possiede uno smartphone, oltre il 61% ha un pc, il 21% circa ha un tablet. Attraverso i social gli ultracinquantenni comunicano con persone care (65%), si distraggono dai problemi personali (24%) e ampliano la rete di relazioni in base a interessi comuni (20%).

La pandemia con i propri vincoli e divieti ha aperto le strade della tecnologia anche alla fascia più anziana della popolazione. I dati fanno infatti emergere la funzione sociale dello smartphone, motivo per cui in molte città italiane è boom di corsi sui social rivolti a persone mature che, nonostante l’età anagrafica, conservano la voglia di imparare. Il 68,1% degli over 50 ha dichiarato di riscontrare delle criticità nell’utilizzo degli strumenti digitali, raramente o spesso, quando trova degli anglicismi o delle definizioni tecniche; il 62% dichiara di possedere basse competenze nell’utilizzo della tecnologia. Una parte delle lezioni attivate è dedicata proprio alla familiarità con le parole inglesi più frequenti in ambito tecnologico, dai sistemi Android e iOS alle app e ai gigabyte, proprio come si fa per imparare una lingua nuova. Corsi per “nonni”, sempre più spesso, sono realizzati da associazioni e volontari con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno, perché l’inclusività vale anche e soprattutto per i nostri anziani.

Esiste, infatti, anche un progetto nazionale, chiamato Nonni su Internet promosso da Fondazione Mondo Digitale che ha coinvolto moltissime regioni d’Italia con l’intento di diffondere a quante più persone la cultura del digitale. La Fondazione ha realizzato numerosi manuali e guide per aiutare tutor e studenti a muovere i primi passi in questo progetto. Gli studenti diplomati sono circa 30.000 internauti senior (circa il 65% sono donne); 21.000 studenti tutor e 2.100 insegnanti coordinatori, il modello di apprendimento intergenerazionale è arrivato a coinvolgere 20 regioni italiane e 11 paesi.

Gli scorsi giorni ad Assago è stata presentata la nuova APP SPI Lombardia voluta da CGIL Lombardia con l’obiettivo di aumentare la prossimità con anziani e pensionati. Si tratta della prima applicazione a livello nazionale interamente dedicata alla terza età, sviluppata in collaborazione con Sintel. Attraverso tale strumento, gli over 60 potranno essere informati tempestivamente sulle iniziative sindacali dello SPI e, contestualmente, avere a disposizione notizie di approfondimento, attualità, intrattenimento, con rubriche dedicate al benessere e al tempo libero, come viaggi, riscoperta della natura o libri. Lo SPI Lombardia è l’unica realtà sindacale a pubblicare un bimestrale – SPI Insieme – che ogni anno entra in circa 350 mila case lombarde; inoltre, sono stati i primi a sbarcare sui social aprendo un canale Facebook e rinnovando il proprio sito internet per renderlo più accessibile e chiaro.

“Si tratta di una novità assoluta, di una vera e propria sfida.” ha commentato Valerio Zanolla, Segretario Generale dello SPI CGIL Lombardia “L’APP SPI Lombardia sarà un luogo d’incontro virtuale per tutti i pensionati: il nostro obiettivo è di coinvolgerli sempre più, rendendoli in futuro anche protagonisti di articoli, video e podcast. Ci impegniamo ogni giorno ad abbattere gli stereotipi e luoghi comuni che aleggiano sulla nostra generazione: con questa app forniremo un servizio che va oltre la semplice informazione, tenendo gli iscritti – e non solo – stabilmente collegati con lo SPI, trasformandoli in attivisti informati, dimostrando, al contempo, che la nostra generazione conosce e sa utilizzare al meglio gli strumenti tecnologici”.

Nella provincia di Siena, invece, è nato il progetto GIOIA + La Gioia di vivere luoghi digitali per potenziare legami promosso da un partenariato ricco e variegato grazie al sostegno della Fondazione Monte dei Paschi di Siena: Auser “Dirio Ciani” di Colle di Val d’Elsa (capofila), le cooperative sociali Coop 21 e AranciaBlù, il Centro La Lunga Gioventù e le associazioni culturali MOTUS e Straligut Teatro. Con GIOIA+ le persone più fragili possono finalmente ritrovare la gioia di un contatto mediante l’utilizzo di una app facilitata ed al lavoro di operatori appositamente formati. Le persone possono incontrarsi in “stanze virtuali” animate da volontari ed esperti per sviluppare i propri interessi, idee e bisogni. Le persone si ritrovano insieme in videoconferenza per leggere un libro, raccontare la propria giornata e, con la collaborazione di moderatori e facilitatori, si organizzanno ogni settimana delle vere e proprie attività on line, come fare ginnastica, visite virtuali ai musei o laboratori artistici. Un’azione di welfare culturale, affermano i promotori, articolata anche attraverso percorsi formativi rivolti a moderatori operatori, moderatori volontari, facilitatori, operatori di strutture per anziani, utenti finali (fragilità accentuata) sui temi della comunicazione nei gruppi, la relazione d’aiuto, la gestione di piattaforme informatiche, ecc.

L’importanza della comunicazione accessibile per la fascia senior e della formazione che possa colmare il digital divide, è ribadita anche dal divulgatore tecnologico e imprenditore tech, Gian Luca Comandini, convinto sostenitore dell’aggiornamento a qualsiasi età che commenta: “Ormai sempre più anziani decidono di combattere noia e solitudine facendo corsi in questo ambito. In un’era in cui la maggior parte dei giovani per studio o per lavoro si trasferisce all’estero, utilizzare queste tecnologie, come le reti social e i computer, gli permette di comunicare con i loro cari distanti. Di anno in anno aumentano questi dati. Tra 5 o 10 anni ci troveremo una terza età composta da persone sempre più abituate non solo a queste tecnologie, che possiamo considerare quasi banali, ma anche a quelle più emergenti come l’intelligenza artificiale o la blockchain. Non avremo più paura del nuovo mondo, un nonno del domani non vedrà l’ora di cogliere queste opportunità. Questa è la bellezza del futuro.”

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