La terza edizione di Well@Work si svolgerà il prossimo 16 giugno: la costruzione del welfare aziendale del futuro. L’iniziativa di HRC Community avrà quest’anno una modalità diversa, compatibile con il distanziamento richiesto dall’emergenza Covid-19. Il 16 giugno avverrà la premiazione dei migliori progetti presentati da alcuni provider in un contest dedicato. Ma soprattutto sarà un’occasione di dibattito e confronto tra Hr e provider. Oggi interviene Domenico De Liso di Comeback Welfare.
Se il problema del futuro del welfare aziendale è il budget, c’è chi ha pronta la ricetta per risolverlo. Domenico De Liso, imprenditore metalmeccanico, si è inventato all’inizio di quest’anno una impresa che si propone di favorire il finanziamento dei piani di welfare aziendali. “Comeback Welfare – questo è il nome della società – punta a creare un budget welfare per le piccole e medie imprese” spiega De Liso.
Sul sito della società si legge: “Il Welfare Aziendale non è “buonismo”, ma è una leva gestionale che va attivata e orientata con criteri manageriali: deve dare un “ritorno” e deve sapersi autofinanziare nel tempo”. Per assicurare il flusso finanziario capace di creare adeguati piani di welfare nelle PMI, De Liso ha pensato di convertire alla trasparenza e alla sostenibilità, la prassi del “rebate”. “Da sempre i grandi clienti esercitano sui piccoli fornitori una pressione finanziaria tale da pretendere a fine anno uno sconto o una rimessa equivalente almeno al 5% del fatturato. Esercizio di potere poco trasparente e poco sostenibile in relazione agli equilibri di bilancio. La mia idea è di trasformare le relazioni fornitore-cliente come presupposto di una rete di solidarietà tra imprese, tutte mosse dalla convinzione che fare welfare fa bene. Fa bene ai dipendenti, fa bene alle imprese; fa bene ai territori in cui sono insediati lavoratori e aziende”.
La ricetta di Domenico De Liso è semplice. “Chi si iscrive sulla piattaforma Comeback Welfare, se fornitore si impegna a restituire l’1,5% del fatturato all’azienda cliente, che a sua volta si impegna a utilizzare quella somma solo per attività di welfare aziendale”. Il fornitore farà altrettanto con i suoi fornitori, costituendo quella grande alleanza per il welfare che potrebbe consentire di avere il flusso finanziario sufficiente per costruire progetti di welfare anche nelle Pmi.
“ComeBack Welfare consente di sostenere questa leva di people management attivando un circuito etico capace di rafforzare sia i legami commerciali tra le imprese aderenti, sia quelli relazionali interni a ciascuna azienda, orientando le dinamiche virtuose innescate dalla piattaforma verso la soddisfazione dei bisogni individuali e familiari dei lavoratori, anche nell’interesse delle imprese che, in tal modo, possono aumentare fidelizzazione, engagement e produttività del loro Team”. Questa rete, nell’idea di De Liso, favorisce anche la fidelizzazione della relazione fornitore-cliente; una fidelizzazione che si costruisce anche sui valori condivisi e sulla pratica comune che punta al benessere dei propri dipendenti.
“Solo in questo modo potremmo rendere sistemica la costruzione di un budget welfare non affidato a situazioni eccezionali o a extrabudget per loro natura occasionali” aggiunge De Liso. Che spiega: “La nostra non è un’attività che si deve confondere con quella dei provider, il nostro obiettivo è di costituire reti tra imprese con l’obiettivo di creare risorse da convertire in favore del benessere dei dipendenti”. “Le aziende a cui ci rivolgiamo non sono quelle che vendono al cliente finale, la filiera che vogliamo affrontare è quella del B2B. Abbiamo tessuto a nostra volta delle reti con provider e advisor di welfare per assicurare conoscenza aggiornata alle Pmi che vogliano intraprendere questo percorso di welfare aziendale – racconta De Liso – in certi casi abbiamo avviato relazioni con le realtà associative datoriali, come Assolombarda e Assolombarda servizi. La nostra missione resta quella di avviare un motore generativo di budget/welfare per le Pmi”.
Dell’1,5% di “comeback” lo 0,3% viene trattenuto dalla società di De Liso con l’impegno di reinvestirlo a sua volta con realtà di welfare territoriale. “Un’operazione etica e virtuosa, che ha bisogno dell’adesione culturale delle imprese e degli imprenditori” conclude De Liso.
Marco Barbieri
Le nuove dinamiche del welfare aziendale: l’integrazione dei public benefit
Agosto 28, 2024