Servizi aziendali

16 Settembre 2019

La ricerca Edenred: più welfare nelle “Utilities”

ING Italia

Edenred ha promosso la ricerca “Il Welfare aziendale nelle Utilities” realizzata dal Consorzio Aaster, in collaborazione con UTILITALIA, la principale associazione di rappresentanza delle aziende del settore.

Una ricerca il cui focus si è concentrato sulla categoria delle Utilities, ovvero quelle società locali attive nell’erogazione e nella gestione dei servizi pubblici e ambientali dei cittadini quali: la distribuzione di energia elettrica e gas, la gestione del ciclo idrico, lo smistamento dei rifiuti, la manutenzione delle aree verdi ed il trasporto pubblico locale. Settore all’interno del quale rientrano aziende maggiormente a capitale pubblico, seguite da quelle a capitale misto, le private e le quotate sul mercato.

Tra i dati più rilevanti emersi dall’analisi, e che si evincono dal comunicato stampa emanato:

  • 52,8% delle aziende rispondenti ha implementato un piano di welfare aziendale e introdotto un premio di risultato utilizzando la possibilità introdotta dalla normativa del 2016 di detassare il premio.
  • 50% delle Utilities, inoltre, destina ai lavoratori anche il vantaggio fiscale dell’azienda
  •  32% ha strutturato piani di Welfare Aziendale.

Resta tuttavia una criticità, la mancanza di una comunicazione esaustiva ed efficace che faccia comprendere al meglio tutti i reali vantaggi dello strumento welfare.

“Il welfare aziendale, in Italia, è un fenomeno in continua espansione, anche tra le piccole e medie imprese – spiega Luca Palermo, AD Edenred Italia – Ha impatti positivi per tutti gli attori coinvolti: per lo Stato, per i lavoratori e per le aziende. L’ampia diffusione del welfare aziendale, in particolare nel settore privato, è stata incentivata dalla normativa di riferimento; ne rimane escluso il pubblico impiego. La ricerca promossa da Edenred vuole indagare proprio lo stato di diffusione, le opportunità e le criticità relative al welfare aziendale nel mondo delle Utilities, all’interno del quale emerge un quadro interessante rispetto alla relazione tra il settore para-pubblico e il welfare aziendale. L’obiettivo è favorire una maggiore conoscenza delle dinamiche in atto nel settore e offrire un contributo per una maggiore comprensione dei vantaggi del welfare aziendale.”

I servizi più diffusi sono: buoni pasto erogati dall’80% delle aziende intervistate; la flessibilità organizzativa, legata principalmente all’orario di lavoro, 51,5% (rispetto al welfare organizzativo, inoltre, emerge una buona percentuale di piani di smart-working, 16,4%.); rimborso rette e acquisto libri, 23,9%; borse studio, vacanze studi e corsi, 23,9%; supporto e cura dei minori (baby-sitting), 21,6%; carrello della spesa, 20,9%; agevolazioni al rientro dalla maternità, 20,1%; assistenza anziani, 16,4%; assistenza familiari non autosufficienti, 16,4%; asilo nido aziendale o simili, 11,9%; sostegno alla formazione dei dipendenti, 17,9%. Tali prospettive evidenziano inoltre un rafforzamento del welfare contrattuale, rappresentato dai fondi pensioni integrativi (59,9%) e dai fondi di assistenza sanitaria (46,75%). Sono rilevanti, inoltre, i servizi di conciliazione famiglia lavoro (33,6%) e i servizi di assistenza e cura dei familiari (16,8%), a conferma di una visione di welfare particolarmente attenta alla conciliazione dei tempi di vita-lavoro.

Rispetto alla valutazione dei diversi impatti, è stato riscontrato che: l’adozione di piani di welfare aziendale è positiva per il 62,1% del management e per 66% dei lavoratori, a differenza invece di molte ricerche che rilevano un sentiment maggiormente positivo tra i dirigenti, rispetto ai lavoratori. L’indice positivo aumenta notevolmente quando il welfare è inserito tramite accordi negoziali con il sindacato rispetto alla scelta unilaterale dell’azienda: 75,3% dei dipendenti contro il 51%. Altro dato rilevante è la componente femminile, presente in larga misura tra i direttori del personale delle aziende del settore – sono il 77,3% – e rappresenta il lavoratore tipo favorevole al welfare aziendale.

Lucia Medri

 

 

 

 

 

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