Servizi aziendali

07 Maggio 2019

La Csr delle imprese comincia dal welfare aziendale

covip

“Welfare aziendale e Responsabilità sociale delle imprese” è il tema affrontato al convegno di Milano organizzato dalla Fondazione Giuseppe Pera e l’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Consiglio Provinciale di Milano

Il welfare aziendale è uno strumento della Csr, quindi “vettore di un nuovo modo di intendere e coniugare la finalità e la natura stessa dell’impresa” come ha spiegato il professor Armando Tursi, ordinario di Diritto del Lavoro all’Università Statale di Milano e coordinatore del Convegno svoltosi a Milano ieri 6 maggio sul tema “Welfare aziendale e Responsabilità sociale delle imprese”. In verità il tema del welfare integrativo in azienda per i lavoratori dipendenti è uno di quelli di cui viene chiesta la rendicontazione anche nei bilanci di sostenibilità previsti dal decreto 254/2016 in attuazione della direttiva Ue 95/2014. Insomma la natura del welfare aziendale non può essere solo circoscritta alla sua valenza di beneficio contrattuale, né di sola gestione delle risorse umane. È entrambe le cose, ma non si riduce a nessuna delle due.
Il convegno alla Statale di Milano ha consentito di porre molti quesiti sulla relazione esistente, e non sempre analizzata, tra le azioni di Corporate Social Responsibility (Csr), cioè gli impegni di responsabilità sociale delle imprese, e i piani di welfare aziendale in favore dei lavoratori dell’impresa.
Quesiti accademici e case histories di azienda. Hanno fornito le loro testimonianze i responsabili Hr di Engie (Gianluca Coviello), la multinazionale francese dell’energia che conta circa un milione di clienti in Italia, di Cimbali (Paolo Filippi), la società leader nella produzione di macchine per il caffè, e di Heineken (Damiano De Nittis) uno dei leader del mercato beverage non solo in Italia. Una testimonianza particolarmente efficace è stata quella aggiunta di Maria Cristina Gribaudi, amministratore unico di Keyline (azienda leader nella produzione di chiavi e chiodi, parte del gruppo Bianchi 1770, impresa storica italiana che compirà 250 anni il prossimo anno). Moderatore del dibattito è stato Giovanni Scansani, esperto del tema e fondatore di Valore Welfare, società di consulenza specializzata sui piani di welfare aziendali. Tutti hanno concordato su un fattore decisivo per il successo dei piani di welfare aziendale: l’ascolto dei dipendenti. Il welfare aziendale si caratterizza per il suo contenuto di personalizzazione dell’offerta di benefici aggiuntivi oltre a quelli della remunerazione salariale. Fondamentale è la comunicazione interna – una buona comunicazione interna, fatta non solo con email o volantini – che rassicuri tutti sulle scelte personali, decisive per qualificare un buon piano di welfare in azienda. Passa di qui il successo della piattaforma sottoposta ai dipendenti, e passa di qui la crescita della percentuale dei lavoratori che accettano la trasformazione del premio di risultato in benefit e non in denaro.

Il welfare aziendale è sempre declinato dalla storia e dalle caratteristiche dell’azienda e dei suoi dipendenti. In questo sta una somiglianza non banale con l’azione di Csr: anche la responsablità sociale dell’impresa si qualifica con la specifica relazione che si crea tra l’azienda e il territorio e le comunità collegate a quel territorio, alla vocazione (mission, vision e valori) originale di ogni singola impresa. Il convegno ha potuto contare sul contributo “solido” di analisi accademiche (gli atti saranno pubblicati entro l’estate dall’Università) originali e qualificate: il professor Giuseppe Lodovico ha svolto la sua riflessione sul tema “Corporate Social Responsability (CSR), welfare aziendale e salute dei lavoratori”, il professor Luca Solari è intervenuto su “Il welfare come occasione per recuperare la centralità della persona”, il professor Michele Squeglia ha parlato de “Il contributo di un nuovo modello societario nella dimensione della responsabilità sociale delle imprese e il ruolo del welfare aziendale”; particolarmente preziosi anche i contributi di due professionisti: Antonio Candotti dello Studio FieldFischer (“Corporate Social Responsability (CSR) e Sostenibilità: di cosa stiamo parlando” e l’ex senatore Maurizio Castro, oggi senior consultant e professional fellow di Adapt (“Welfare aziendale e impresa comunità: quale modello di relazioni industriali?”).

 

Marco Barbieri

Lascia un commento

Registrati alla nostra Newsletter