Salute e assistenza

25 Maggio 2023

Jointly: 7 mln di caregiver in Italia e accesso alle cure non più garanzia del pubblico

Jointly

La ricerca congiunta Jointly-BCG evidenzia quanto siano indispensabili misure di welfare atte a sostenere il lavoro dei caregiver, una mancanza del pubblico che crea disagi nella vita personale, a livello economico e lavorativo

Secondo Care 4 caregiver la ricerca realizzata da Jointly, prima B Corp ® di servizi di welfare aziendale, e Boston Consulting Group, su un campione di 12mila lavoratori dipendenti italiani, emerge che nel nostro paese i caregiver sono più di 7 milioni. Tra questi, più di 1 lavoratore su 3 (il 38%) si occupa di un familiare non autosufficiente, nella maggior parte dei casi personalmente e senza alcun supporto esterno, a fronte di un 33% che si rivolge a strutture o professionisti privati, mentre solo 1 su 4 (il 25%) accede a strutture pubbliche. Si tratta di un’incidenza destinata a crescere in un Paese in cui l’aspettativa di vita si sta allungando e dove oggi quasi il 24,1% della popolazione è over 65.

La ricerca BCG – Jointly rileva che il servizio pubblico più utilizzato è l’indennità prevista dalla legge 104, mentre l’accesso alle cure ospedaliere non è più una garanzia del “pubblico” e ormai un cittadino su due (47%) entra come privato. Così come le cure domiciliari attraverso badanti e colf (51%) sono a carico del cittadino, sia da un punto di vista logistico che economico.

Francesca Rizzi, Ceo e Cofounder di Jointly, ha spiegato che il sondaggio fa emergere “l’importanza del ruolo che il welfare privato può ricoprire nel fornire servizi e soluzioni utili a supportare i lavoratori caregiver anche dal punto di vista logistico – amministrativo, creando partnership sul territorio con gli enti pubblici per far fronte alle carenze del servizio sanitario nazionale. Alla luce di quanto previsto non solo dal recente DdL 506, il cosiddetto “DdL Anziani, ma anche dal disegno di legge delega per la semplificazione dei procedimenti amministrativi approvato recentemente che prevede semplificazione regolatoria e la riduzione degli oneri amministrativi a carico dei familiari che assistono congiunti con disabilità e anziani non autosufficienti, crediamo fortemente che anche il welfare aziendale possa dare un contributo importante, in termini di soluzioni innovative per facilitare il supporto alla cura e alla conciliazione, al fine di migliorare le condizioni di vita e lavorative dei caregiver familiari”.

Occuparsi del proprio caro significa affrontare dei costi: il 17% dei caregiver spende in media oltre 10.000 euro all’anno per l’attività di assistenza e cura, risorse che, in un caso su due, provengono da fondi personali o familiari. Quasi un caregiver su tre (30%) dedica infatti almeno 14 ore alla settimana alla cura, un impegno che per molti risulta “pesante” o “molto pesante”. Le difficoltà maggiormente percepite dai lavoratori caregiver sono soprattutto carico mentale e mancanza di tempo, tanto che il 56% degli intervistati desidererebbe fortemente poter staccare dal lavoro di cura, mentre il 44% sente di aver bisogno di un sostegno psicologico.

I carichi di cura sono così impegnativi che possono avere delle ripercussioni anche sull’attività lavorativa. Rispetto al rapporto con il proprio datore di lavoro, secondo la ricerca BCG – Jointly, infatti, il 38% dei caregiver lavoratori intervistati afferma di non aver segnalato la propria situazione per timore che possa inficiare la sua posizione, mentre il 23% dice di non essersi sentito compreso, a fronte di un 28% che si è ha invece potuto contare sul supporto da parte del proprio responsabile.

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