isendu, start up fiorentina che aiuta gli e-commerce a crescere attraverso una più efficace gestione delle spedizioni e delle vendite online, investe sul welfare e introduce un piano di mental health per incentivare la comunicazione interna e scalfire i tabù. Tra le iniziative, anche la palestra, l’assenza di orari e badge e il lavoro per obiettivi
Isendu ha di recente introdotto all’interno del proprio contesto lavorativo uno psicoterapeuta aziendale che aiutasse le risorse a sviluppare una comunicazione più efficace e trasparente tra i vari reparti e a rompere alcuni tabù radicati nella società odierna. Un percorso, quello dedicato al benessere aziendale, che include anche altre iniziative rivolte ai dipendenti della startup, come i corsi di fitness, a cui hanno aderito più della metà dei dipendenti, l’assenza di orari e di badge e il lavoro misurato per obiettivi.
“Sin dal principio abbiamo voluto che isendu si distinguesse in quanto realtà innovativa non soltanto sotto l’aspetto tecnologico, ma anche dal punto di vista della relazione tra le persone che la vivono ogni giorno e che meritano una tutela quotidiana del loro benessere. Nasce così l’idea di introdurre un consulente aziendale come facilitatore dei reparti, che per primo abbiamo provato noi founder e che adesso sta lavorando attraverso piccoli focus group e consulenze one-to-one con i reparti Sales e Sviluppo – commenta Marco Pericci, Head of Growth di isendu – “Il nostro obiettivo è affiancare alle misure quantitative, sicuramente indispensabili alla valutazione del lavoro svolto, una serie di elementi qualitativi, che vanno dalla serenità del dipendente alla fiducia tra risorse e organizzazione, passando per momenti di scambio e ricreazione, incentivi alla comunicazione e allontanamento da preconcetti legati alla psicoterapia che a nostro avviso è il momento di abolire”.
Secondo una ricerca svolta da Asana , software per la gestione del lavoro online, incentrata sul lavoro agile e sul funzionamento delle imprese dopo due anni di pandemia, non sono pochi i dipendenti che dichiarano di sentirsi in una posizione di stallo, vittime di processi poco chiari e di un mondo in costante e rapido cambiamento. L’emergenza è chiara:
- più del 40% soffre di burnout
- il 33% riscontra una capacità di attenzione ridotta rispetto al passato
- il 40% considera il burnout una parte inevitabile del successo.
Ecco perché, commenta lo studio, non basta più il pensiero individuale, ma è indispensabile che le aziende instaurino una “strategia per ripristinare il dibattito” e mettano a disposizione delle proprie risorse gli strumenti per tutelare la salute mentale e l’equilibrio tra vita e lavoro. Così facendo, conclude Asana, si contribuirà ad attrarre e mantenere i talenti, sempre più attenti al clima aziendale e decisi a preservare il proprio benessere, e si aumenterà la fidelizzazione dei propri dipendenti, che risulterà in numeri migliori, clienti più soddisfatti e successo dell’intera realtà.
L’introduzione del consulente organizzativo tra le mura della propria sede non è l’unica iniziativa di welfare intrapresa dalla startup di Firenze, da poco presente anche in Spagna, che solo nell’ultimo anno è cresciuta del 300%. Spazio anche alla libertà personale e alla fiducia, attraverso l’abolizione del canonico orario lavorativo e del timbro all’ingresso e in uscita e la misurazione del lavoro per obiettivi, uno dei fondamenti dello smart working introdotto in questi ultimi anni.
Inoltre, ogni dipendente ha a disposizione la possibilità di usufruire della palestra in qualunque orario e di partecipare ai corsi di fitness. Ad oggi, sono più della metà i dipendenti che sfruttano questo servizio.
Infine, contribuisce al benessere dei dipendenti anche l’estetica degli spazi, pensata e progettata grazie al contributo degli illustratori Francesco Zorzi e Emily Bielski, oltre ad altri artisti di fama internazionale, per stimolare la creatività, tra colori accesi e illustrazioni.
“Lo psicologo aiuta le aziende a svelare le dinamiche emotive che si nascondono dietro i processi decisionali, mai del tutto razionali. Le organizzazioni, infatti, proprio come le persone, hanno un loro inconscio, fatto di aspettative, relazioni e cultura, che sulla carta appaiono chiare ma spesso risultano molto complesse. Se un’azienda riesce a guardarsi dentro e prendere consapevolezza, diventerà capace di prendere decisioni che vanno ben oltre la prassi e le procedure e favoriscono benessere e produttività” – spiega Andrea Aiazzi, psicoterapeuta e consulente organizzativo – “Il modo di lavorare e di pensare al lavoro sta cambiando: le persone dedicano alla propria azienda tempo ed energie, ma chiedono in cambio riconoscimenti, senso di identità, trasparenza e tutela dei propri bisogni. Ecco perché il welfare è uno dei primi indicatori della coerenza tra quello che l’azienda dice e quello che mette in pratica”.
Le nuove dinamiche del welfare aziendale: l’integrazione dei public benefit
Agosto 28, 2024