TIMAC AGRO Italia, punto di riferimento nazionale per la nutrizione vegetale con stabilimenti a Ripalta Arpina (CR) e Barletta (BT), contribuisce all’attuazione dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite con programmi di formazione rivolti alle nuove generazioni. Ne parliamo con Pierluigi Sassi AD di Timac Agro Italia
Per TIMAC AGRO Italia contribuire alla formazione dei professionisti del settore agroalimentare comporta la responsabilità di proporre loro modelli avanzati, sostenibili ed efficienti di agricoltura, il modo migliore per coltivare la sensibilità e la cultura dei nuovi protagonisti della transizione ecologica. I continui investimenti nella formazione e una profonda fiducia nel potenziale delle persone testimoniano l’impegno della realtà in favore di una nuova concezione dell’agricoltura, capace di rispondere ai reali bisogni degli agricoltori italiani e valorizzata dall’entusiasmo e dalla creatività delle nuove generazioni. È per questo che nei giorni scorsi è stata organizzata una giornata di formazione in campo, nell’ambito della collaborazione con l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo (CN), finalizzata a definire i servizi ecosistemici della produzione del riso in Italia. La filiale italiana di Groupe Roullier, in collaborazione con la Fondazione Intercultura, ha sostenuto inoltre borse di studio a copertura totale dei costi per viaggi studio all’estero rivolti agli studenti degli istituti agrari italiani. Dalla Spagna al Galles, dall’Irlanda alla Danimarca: un’occasione per perfezionare le competenze linguistiche, aprirsi a nuove culture e sviluppare le soft skill utili a inserirsi con successo nel mondo del lavoro. Con Pierluigi Sassi, Amministratore delegato di TIMAC AGRO Italia, approfondiamo alcuni aspetti centrali della loro azione:
Formazione e ricerca. Quali sono i vostri programmi e in che modo vengono strutturati?
La formazione esterna, che da anni l’azienda si impegna a offrire agli studenti post-laurea, in corso di laurea o diploma, si concentra su due tematiche principali, che sono lo sviluppo sostenibile e l’agricoltura sostenibile, con un focus sulla nutrizione in relazione alle sfide attuali, soprattutto al cambiamento climatico. La nostra strategia di ricerca si divide su quattro linee principali: Economia circolare per la creazione di prodotti innovativi e per l’ottimizzazione delle risorse lungo la filiera agroalimentare; Industria Resiliente e pulita, un valore per i dipendenti e per il territorio; Ricerca applicata per affrontare le sfide degli agrosistemi verso una transizione sostenibile; Ottimizzazione del modello di business sostenibile per aumentare la resilienza dell’organizzazione nei confronti dei rischi esterni e del cambiamento climatico.
Dopo l’assunzione, come vengono formate le persone?
In TA Italia la formazione assume un valore strategico: ogni neoassunto è inserito in un percorso di integrazione che dura dalle quattro alle otto settimane, volto a trasmettere i valori aziendali, fornire le prime conoscenze necessarie al ruolo e offrire momenti di affiancamento in campo. L’azienda, inoltre, investe costantemente in percorsi di formazione continua per supportare i colleghi, proponendo corsi per potenziare sia le competenze tecniche sia le soft skills: una media di oltre 8000 ore di formazione all’anno investite nel saper essere e nel saper fare di ciascuno.
Qual è la percentuale di giovani all’interno dell’organico?
Gli under 35 sono il 24% della forza lavoro, con un’anzianità aziendale media di 3 anni.
Quali sono le azioni sostenibili per il territorio che TIMAC AGRO Italia sostiene da sempre?
Lo sviluppo sostenibile, dal 2015, è stato integrato come modello di gestione e indirizza la strategia aziendale sui suoi tre assi: economia, società e ambiente. Questo approccio top-down viene affiancato da un approccio bottom-up che coinvolge tutti gli stakeholder. Le nostre azioni si articolano nelle sponsorizzazioni delle manifestazioni culturali e sportive, la partecipazione alle iniziative sociali e ambientali della fondazione Sodalitas e la creazione di opportunità formative per le nuove generazioni (borse di studio, progetti di tesi, formazione). Il contributo alla crescita economica del territorio avviene invece attraverso collaborazioni scientifiche, tecniche e professionali con enti locali, la promozione del prodotto italiano nel mondo e la selezione di fornitori locali.
Secondo gli obiettivi dell’agenda 2030 quali di queste sono all’insegna dell’innovazione?
La nostra azienda, nelle sue attività quotidiane e nel rapporto con il territorio, si muove nella prospettiva di diversi obiettivi di sviluppo sostenibile: OSS2 Sconfiggere la Fame, OSS3 Salute e Benessere, OSS4 Istruzione di Qualità, OSS8 Lavoro dignitoso e crescita economica, OSS9 Imprese Innovazione e Infrastrutture, OSS12 Consumo e Produzione Responsabili, OSS13 Lotta contro il Cambiamento Climatico, OSS17 Partnership per gli obbiettivi. Con l’eccezione degli obbiettivi 3 e 8, il perseguimento di tutti gli altri ha richiesto e richiede costanti investimenti nella ricerca: l’innovazione è un elemento chiave per poter implementare progetti e iniziative di rilevanza. (TIMAC AGRO Italia sostiene il progetto di ricerca per il corso di dottorato ‘Intelligenza Artificiale – Area Agrifood e Ambiente’ dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, ndr).
A tal proposito, chi è l’innovation manager?
La velocità dello sviluppo tecnologico degli ultimi due decenni non ha precedenti nella storia. Uno sviluppo tumultuoso che, in un numero rilevante di casi, non ha ancora espresso tutte le ricadute possibili negli ambiti industriali al di fuori da quelli dove l’innovazione è stata compiuta. Tutta la tecnologia che consente di immaginare automobili che si guidano da sole è lontana dall’essere stata implementata in altri settori, come l’agricoltura per esempio. Oggi, l’innovation manager deve avere una visione d’insieme ed essere capace di identificare tutte le opportunità derivanti da questo disallineamento delle tecnologie disponibili, in modo da contaminare sistematicamente il proprio settore, importando da ciascuno dei diversi settori industriali, dalle biotecnologie all’intelligenza artificiale, dalle scienze dei materiali alla sensoristica, il meglio di ciò che possono offrire.
Lucia Medri
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