L’emergenza scatenata dall’epidemia Covid-19 coinvolge tutte le aziende, tutti i lavoratori. I benefici del welfare aziendale come possono supportare questa emergenza? Se lo chiede in questo articolo-riflessione Alberto Perfumo, fondatore e ceo di Eudaimon.
In questi giorni, molte imprese si stanno interrogando sugli impatti che l’emergenza sanitaria in corso sta avendo sui propri collaboratori. Accanto alle preoccupazioni principali legate alla salute, ci possono essere ripercussioni dalla chiusura delle scuole, difficoltà ad assistere i famigliari anziani, esigenze di supporto psicologico e altri bisogni legati alle restrizioni della mobilità.
In questo articolo, vogliamo raccogliere le osservazioni che stiamo scambiando con alcune aziende e fornire i primi spunti per una possibile “reazione-welfare”.
QUAL È LO SCENARIO SANITARIO ED ECONOMICO
Le previsioni sono ancora incerte ma è probabile che l’emergenza si protragga per un po’, come indica lo scenario “Base Case” riportato qui sotto ed elaborato da McKinsey & Company, secondo il quale il ritorno alla normalità ci sarà solo nel corso del terzo trimestre 2020.
3 SCENARI MCKINSEY
Le prime misure, intraprese ovunque possibile, consistono nell’estensione dello smart working e nella promozione delle interazioni online (video-chiamate e conferenze, webinar, …): esse permettono di ridurre i contatti ravvicinati tra le persone, quindi i contagi potenziali, e consentono ai collaboratori di accudire i figli che sono a casa da scuola. Si tratta, però, di rimedi parziali e transitori, che non basteranno a risolvere i problemi delle persone.
Cosa possono fare le aziende per andare incontro a queste nuove e impreviste esigenze?
Come si possono organizzare i programmi di welfare per adattarsi alla situazione?
Sono queste le domande a cui proviamo a rispondere in questo articolo.
COSA PUO’ FARE IL WELFARE AZIENDALE
La prima incombenza delle imprese è quella di proteggere la salute delle proprie persone e delle loro famiglie. I programmi di welfare vanno modificati e integrati per garantire la protezione ai collaboratori e ai loro famigliari.
Visto il livello di emergenza, non crediamo che valga la pena di realizzare dei servizi integrativi a quelli della sanità pubblica, schierata in prima linea contro il virus. Il rischio di inefficacia e, peggio ancora di confusione, sarebbe elevatissimo. Piuttosto, si può e si deve pensare a come tenere aggiornate le persone su tutti i provvedimenti del Ministero della Salute e delle Regioni, sulle prassi da adottare, sulle misure igieniche e di prevenzione, sui numeri verdi da chiamare in emergenza e non.
All’interno del programma di welfare varrà quindi la pena di inserire il rimando ai siti istituzionali del Ministero e delle Regioni.
Le stesse regole vanno adottate all’interno degli spazi di lavoro per evitare la diffusione del contagio: dalla limitazione delle riunioni, da fare online ovunque possibile, alla distanza da mantenere tra le persone che si incontrano o che lavorano vicine, alla disponibilità dei disinfettanti nei bagni.
Appena dopo aver pensato alla protezione delle persone dal punto di vista sanitario, bisogna entrare nel merito dei loro “nuovi” bisogni e delle risposte che le aziende possono dare.
Analizziamo gli uni e le altre per categoria a partire da quelle più importanti legate all’istruzione e alla cura dei figli e all’assistenza alla persona e ai suoi famigliari.
Istruzione e cura dei figli
Il bisogno
La chiusura delle scuole innesca inevitabilmente il problema della cura dei figli, soprattutto – ma non solo – dove i genitori non possono restare a lavorare da casa. Inoltre, la chiusura prolungata delle scuole può comportare difficoltà agli studenti, non sempre o non completamente risolubili con gli strumenti che il Ministero dell’Istruzione e le scuole stesse stanno allestendo sotto forma di didattica online.
La risposta del welfare aziendale
Possibili soluzioni sono le baby-sitter a richiesta oppure il supporto nella loro ricerca e selezione. Si può prevedere, a fronte di specifiche situazioni, il supporto diretto dell’azienda con pacchetti predefiniti di ore/giornate (a integrazione dei voucher previsti dal governo – questo sembra essere l’orientamento).
Supporto scolastico, ripetizioni e corsi di recupero, preferibilmente online, sono i possibili supporti per gli studenti.
Altre situazioni
Se parliamo di figli, possiamo prevedere che l’emergenza avrà anche un impatto sui campus estivi e sulle vacanze studio eventualmente comprese nei programmi di welfare aziendale. Cosa fare in questi casi dei servizi già pianificati per la prossima estate?
L’attuale situazione di incertezza suggerisce di sospendere le iscrizioni o, quanto meno, di prolungare le scadenze delle medesime e di annullare le penali per mancata partecipazione. Oggi, infatti, alcune persone potrebbero avere difficoltà a procedere con l’iscrizione per problemi tecnici di connessione da remoto, per incertezza sui tempi di chiusura dell’anno scolastico oppure per difficoltà di natura psicologica.
Assistenza alla persona e ai famigliari
Il bisogno
Uno dei principali bisogni può essere quello di supporto psicologico: se alla fragilità e all’incertezza incombenti nella società italiana – ben descritti dall’ultimo Rapporto Censis 2019 sullo stato sociale del Paese – si somma la preoccupazione cogente sulla salute, si ottiene un quadro in cui il sostegno psicologico può diventare importante.
C’è poi tutto l’ambito dell’assistenza ai famigliari anziani e disabili, in cui la situazione sanitaria può acuire la pressione sul collaboratore care-giver.
La risposta del welfare aziendale
Il supporto psicologico sarà allora finalizzato a fornire proprio un punto di riferimento per la gestione della temporanea fragilità collegata alle implicazioni psicologiche ed emotive che il pericolo della situazione attuale può suscitare. Sarebbe utile che i collaboratori interessati potessero accedere, anche online, a uno psicologo in grado di affiancarli nella lettura di emozioni e pensieri correlati al momento attuale e supportarli nella definizione di possibili strategie per tranquillizzare i propri familiari in situazione di fragilità.
Per quanto concerne l’assistenza ai famigliari anziani, è invece sicuramente utile un servizio di presa in carico del bisogno e sua “decodifica” (case management) e successiva soluzione tramite servizi di carattere sociale sul territorio. Qui, un ulteriore supporto potrebbe essere rappresentato dai tool per il monitoraggio a distanza delle situazioni di parenti anziani.
Benessere e salute, cultura e tempo libero, work-life balance
(ambiti caratterizzati da minor urgenza)
Il bisogno
E’ facile immaginare che ognuno di noi abbia dovuto sospendere le sue abituali attività, sia fisiche che culturali e di intrattenimento a causa della chiusura forzata di palestre, cinema, musei …
Anche le limitazioni della mobilità, con il consiglio di non utilizzare i mezzi pubblici e ridurre comunque gli spostamenti e le uscite di casa, possono influire negativamente sulle nostre necessità, ad esempio legate a servizi professionali come quelli legali e fiscali-tributari.
La risposta del welfare aziendale
In ambito benessere, assume importanza ogni servizio fruibile online dai collaboratori, dal trainer al nutrizionista.
Lo stesso vale nell’area della cultura, dove si può pensare a esperienze online e virtuali, come la visita di musei e mostre (molti si stanno attrezzando). Anche una biblioteca online può incontrare le esigenze delle persone.
Infine, l’assistenza legale e fiscale online può essere un buon rimedio alle difficoltà di movimento, almeno per quanto riguarda un primo orientamento sulle materie e sui casi d’interesse.
UN’ESPERIENZA WELFARE ADEGUATA E APPAGANTE
Sopra a tutto e trasversale ai diversi servizi, può essere decisivo allestire un presidio di coaching e accompagnamento degli utenti ai “migliori” servizi di welfare presenti nel programma aziendale, dove con migliori si intendono quelli che meglio supportano i bisogni specifici di ciascuna persona. È un servizio che si colloca bene nell’emergenza del momento e comunica la vicinanza dell’azienda alle sue persone, assicurando un contatto one-to-one agli utenti: un welfare coach li supporta e li guida nelle scelte sul welfare aziendale, li accompagna al servizio più adatto a loro.
Per completare adeguatamente la welfare experience dei collaboratori, “raccordandola” in modo naturale con la situazione attuale, è necessario – ultima raccomandazione – rivedere le modalità di comunicazione del welfare aziendale. Oggi ogni messaggio, soprattutto perché riguarda la vita personale e famigliare, va opportunamente calato nel mood generale, evitando di sembrare “fuori contesto” rispetto alle preoccupazioni delle persone. C’è bisogno di una comunicazione in punta di piedi e rispettosa del momento di fragilità di tutti.
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Agosto 28, 2024