Le direzioni Risorse Umane delle aziende (pubbliche e private) continuano a interrogarsi sul futuro del welfare aziendale. Ecco di seguito il contributo di Fabio Tongiorgi Responsabile Area Amministrazione del Personale di Sistema Camerale Servizi Scrl, in house del Sistema camerale italiano
Quando si parla di Pubblica Amministrazione, nella vulgata comune, normalmente si pensa ad un grosso, lento e burocratico “monolite”. La realtà, sappiamo bene, restituisce invece un ecosistema di enti e organizzazioni, geograficamente, funzionalmente e giuridicamente anche molto diversificate tra loro, legate da vincoli di intersecazione e interrelazione estremamente articolati e fortemente sussidiari e in cui ciascuna organizzazione svolge ruoli e funzioni correlate, tipiche di un mondo complesso quale è quello in cui viviamo. Strutture che tra l’altro hanno forme giuridiche molto differenti tra loro e contratti di lavoro sia pubblici che privati.
Parlare genericamente di welfare nella PA, dunque, richiederebbe una disamina di specificità e un’analisi di casistiche estremamente diversificate le une dalle altre. Mi limito pertanto in queste poche righe a riassumere ciò che nella mia azienda, (rispondente al diritto privato), società consortile delle Camere di Commercio, è stato adottato. Frutto di un positivo e articolato confronto con le Organizzazioni sindacali, ad inizio anno, è stato siglato un accordo integrativo come primo passo di un più ampio piano che sappia (e possa) coniugare le attese dei lavoratori e le esigenze aziendali.
Un primo importante punto è stato il convergere sul riconoscimento dell’importanza della professionalità dei lavoratori quale strumento per concorrere al consolidamento della struttura della Società, all’efficienza, alla produttività e al miglioramento delle condizioni dei lavoratori. È stato dunque definito che annualmente, anche utilizzando le risorse dei Fondi interprofessionali, venga realizzato di concerto un piano di formazione del Personale che accompagni i dipendenti nella consapevolezza del ruolo e nello sviluppo delle professionalità.
Quale strumento per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, è stato poi adottato l’istituto della Banca delle Ore anche per incentivare la piena fruizione dei ROL disponibili per tutti i dipendenti. In linea con quanto sopra, si è intervenuti sulla distribuzione dell’orario di lavoro (fissato in 8 ore su 5 giorni lavorativi), consentendo una flessibilità sia in entrata che in uscita e permettendo inoltre che eventuali ore non lavorate – per un massimo di 03:59 ore a settimana – possano essere recuperate entro il mese di competenza senza fare riscorso ai permessi o alle ferie.
L’Azienda si è resa disponibile – in una ottica di sostegno complessivo alla famiglia – ad estendere la garanzia della donazione di giorni di ferie permessa contrattualmente a tutti i lavoratori, anche per necessità di familiari di primo grado, anche non conviventi. Nel ribadire la centralità del Servizio Sanitario Nazionale pubblico, resa ancora più evidente dall’attuale periodo di emergenza sanitaria, si è confermata l’iscrizione di tutti i lavoratori dell’Azienda alle Casse di Assistenza Sanitaria complementare con l’intero costo di iscrizione interamente a carico della struttura.
Infine, per quanto riguarda il trattamento economico della malattia è stato adottato un regime in virtù del quale è a carico della Società l’onere economico derivante dal riconoscimento dell’integrazione dell’indennità di malattia, riconoscendo a tutti l’integrazione per i giorni dal 4° al 20°, fino al raggiungimento del 100% della retribuzione, fermo restando il pagamento al 100% dell’indennità di malattia dovuta nei 3 giorni di carenza e ciò indipendentemente dal numero degli eventi morbosi di ciascun anno.
Poi è arrivata la pandemia: alcune ‘pratiche’ come il telelavoro (applicato, anche se in via eccezionale) sono state introdotte d’urgenza generando un ibrido un po’ discutibile come l’home working. Questa esperienza però ha reso evidente la necessità di riprendere il discorso, appena abbozzato, e impegnarsi per definire nuovi paradigmi organizzativi, proseguendo sul percorso forzatamente intrapreso, ma con una seria programmazione. La scelta stessa di far rientrare i lavoratori in azienda attuando il distanziamento nelle stanze e criteri rotativi nelle presenze, continuando a mantenere per gli altri il lavoro agile a distanza, ancorché dettata necessariamente da ragioni contingenti di precauzione e di tutela della salute, è già la dimostrazione che, indipendentemente dalla situazione attuale, altre strade e altri modelli lavorativi si potranno definire già a partire dal prossimo futuro.
Fabio Tongiorgi
Responsabile Area Amministrazione del Personale di Sistema Camerale Servizi Scrl, in house del Sistema camerale italiano
Le nuove dinamiche del welfare aziendale: l’integrazione dei public benefit
Agosto 28, 2024