A seguito dell’indagine condotta dalla Procura di Roma che ha coinvolto Edenred Italia, la società leader dei buoni pasto e ticket restaurant pubblica un nuovo statement in merito
“In riferimento all’indagine della Procura di Roma che ha coinvolto Edenred Italia S.r.l e alcuni suoi manager e amministratori per gara CONSIP BPE 9 del 2019, l’azienda ci tiene a chiarire in maniera inequivocabile che non è intaccata e non sarà compromessa la regolare operatività dei servizi messi a disposizione di aziende clienti e dei beneficiari delle soluzioni Edenred. Gli esercizi parte della rete di accettazione continueranno a ricevere regolare rimborso. L’azienda assicura che, in virtù della solidità finanziaria del Gruppo, la continuità delle attività sarà sempre garantita. I nostri canali di assistenza sono a disposizione tutti i giorni compresi sabato e domenica per tutti i nostri utilizzatori, le aziende clienti e i partner della rete commerciale”.
Questa la nota pubblicata da Edenred Italia per assicurare i soggetti e clienti del mercato del welfare aziendale nel quale opera la società, ora sotto inchiesta della Procura di Roma con l’accusa di turbativa d’asta e di frode contro la pubblica amministrazione. Secondo la nota della Procura i fatti riguarderebbero gli anni dal 2021 al 2023, e “il provvedimento è adottato per illeciti amministrativi dipendenti dai reati di truffa ai danni dello Stato e turbata libertà degli incanti perpetrati, a beneficio dell’ente, da 4 legali rappresentanti succedutisi nel tempo”. Le indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Roma, “hanno permesso di ricostruire condotte, in ipotesi d’accusa fraudolente, nella partecipazione a una gara per l’affidamento del servizio di buoni pasto per la Pubblica Amministrazione per un importo stimato a base di gara pari a 1.250.000.000, che avrebbero determinato a vantaggio della società l’illegittima aggiudicazione e la connessa esecuzione di 4 lotti per un valore complessivo di circa 580 milioni di euro”. Nel dettaglio si legge “la società aggiudicataria ed emittente i buoni pasto, in fase di presentazione dell’offerta avrebbe falsamente dichiarato l’equivalenza tra il ribasso (o “sconto”) praticato alla P.A. e la commissione (o “sconto incondizionato”) applicata agli esercizi convenzionati, presupposto stabilito a pena di inammissibilità dalla legge di gara. Con la stipula di accordi paralleli, invece, la società aggiudicataria avrebbe di fatto retrocesso agli esercizi convenzionati parte della prevista commissione, applicando così uno sconto maggiore rispetto a quello praticato alla Pubblica Amministrazione e, in tal modo, violando le regole imposte dal bando”. Quattro le persone ai vertici indagate – l’Ad, Fabrizio Ruggiero, e l’attuale presidente del Cda, Mari Gildas Erulin Arnaud, oltre agli gli ex Ad Luca Albino Palermo e Stanislas Andrea Jacques De Bourgues – e, su disposizione del Gip della Capitale, sono stati intanto sequestrati 20 milioni di euro.
Le nuove dinamiche del welfare aziendale: l’integrazione dei public benefit
Agosto 28, 2024