Intervista ad Alessandra Panella Fabrello, presidente di Save Your Home
Banca d’Italia già nel 2020 denunciava che il 38% delle famiglie italiane non riesce più a pagare il mutuo. Dopo il Covid, la guerra e il caro bollette, la situazione è sempre più preoccupante.
E’ questo il rapporto: una famiglia italiana su 3 non riesce più a pagare la rata mensile del mutuo. Negli ultimi dodici mesi le rate di mutui e prestiti non pagate sono cresciute di un miliardo. L’attuale scenario macroeconomico e geopolitico rappresenterà un fattore di ulteriore e rapido deterioramento del quadro. Un problema non solo per le famiglie ma anche per i creditori, con conseguenti effetti negativi sul piano economico e sociale tutt’altro che trascurabili.
Qual è la fotografia attuale e quali gli scenari futuri se non si prevedono delle misure adeguate a sostenere questa crisi. E quali le conseguenze su tutta la filiera che coinvolge questo settore?
Oggi 9 mutui su 10 nel nostro Paese sono a tasso variabile: se le Banche Centrali continuano ad aumentare i tassi d’interesse, l’inflazione e il costo dell’energia aumentano, la diretta conseguenza è che il fenomeno dei mutui in sofferenza è destinato a cronicizzarsi e assumere proporzioni senza precedenti. Cosa succede? Che se sempre più soggetti rischiano di non riuscire a far fronte alle rate del proprio mutuo, il nostro sistema bancario e finanziario si trova costretto a smaltire sempre più sofferenze e recuperare giudizialmente, con debitori che vedranno svenduta la loro casa all’asta. Innescando così un inevitabile effetto domino che a partire dal nucleo in difficoltà, che rischia di perdere la casa, provoca conseguenze che si ripercuotono sull’intero sistema sociale, economico e finanziario.
Per questo è necessaria una soluzione agli ostacoli normativi in un mercato che vede, nell’obbligo di segnalazione delle sofferenze, l’impossibilità di rifinanziare soggetti insolventi – anche se meritevoli e tornati in grado di fare fronte ad un impegno rateale – con accordi di pagamenti sostenibili. Una soluzione che si innesta nel momento della sofferenza e lo risolve. Un percorso che può e deve essere ricostruito. Un percorso di rieducazione finanziaria, affinché si dia corso ad una vera re-inclusione del soggetto rigenerato, con chiari benefici per tutta la collettività, in un momento in cui responsabilità e inclusività faranno davvero la differenza per il raggiungimento del benessere comune.
Si parla di dati di crescita del segmento dei crediti deteriorati. Questo in cosa si traduce?
Nel primo semestre del 2022, nel segmento dei crediti deteriorati ci sono state operazioni di mercato secondario per un controvalore di 2,5 miliardi a fronte di un totale di 16 miliardi sul mercato primario. Si tratta della conferma di un trend di crescita del secondo mercato già osservato negli anni più recenti e verosimilmente destinato a proseguire. La prima e diretta conseguenza è una manovra massiva da parte degli istituti bancari di dismissioni di portafogli da parte dei creditori sul mercato secondario per migliorare i rapporti di copertura dell’attivo a rischio, come richiesto dai regolatori, nonché un fenomeno di cronico sovraffaticamento della macchina giudiziaria, già sotto sforzo dopo le chiusure del periodo pandemico, nel tentativo di riprendere il passo delle procedure rimaste in coda. A fronte di una prospettiva di questo tipo, diventa fondamentale per i creditori valutare nuove soluzioni per il recupero tempestivo e più efficace del passato il proprio portafoglio.
Perché investire nel mercato dei mutui in sofferenza può essere, oltre che una buona operazione finanziaria, anche un modo per agevolare il welfare sociale?
Save Your Home fa un’operazione inedita: per la prima volta facciamo dialogare tutti i soggetti coinvolti in situazioni di credito deteriorato, i cui interessi sono solo apparentemente contrastanti. La nostra filosofia è non approfittare dello stato di bisogno del debitore insolvente, acquisendo un immobile a sconto, ma aiutarlo a non perdere la sua casa; allo stesso tempo, favorire i creditori nel recupero delle loro posizioni, evitando il lungo e dispendioso processo di recupero giudiziale. Accogliamo solo dossier di debitori meritevoli e, offrendo la possibilità agli investitori di raggiungere un risultato economico valido, senza speculare su chi è in difficoltà, favoriamo anche i creditori. Acquistiamo il credito ai massimi livelli di mercato, sicuramente superiori alla media di recupero giudiziale. Infine, estinguiamo il debito al posto del debitore, permettendogli di restare nella sua casa e offrendogli la possibilità di riacquistarla allo stesso valore del debito residuo, attraverso la formula del Rent-to-Buy. Con questo sistema, in questi primi mesi di attività, abbiamo già salvato la casa di oltre 30 famiglie italiane, garantendo un recupero maggiore e più rapido ai creditori e una fonte di investimento sicura, etica e socialmente responsabile per chi sceglie di entrare in questo mercato.
In quanto società benefit, in cosa si traduce la vostra attenzione verso il benessere sociale e il welfare aziendale?
Il nostro obiettivo è aiutare i debitori a non perdere la loro casa, le banche a recuperare le posizioni di credito in sofferenza e l’economia a non disperdere valore, con un modello operativo trasparente e un sistema di investimento etico.
Siamo una società benefit che oltre a produrre utili per i suoi azionisti, come tutte le altre società, persegue una finalità di beneficio sociale e opera in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti della comunità: per questo abbiamo scelto di devolvere il 3% dei nostri ricavi ad una Onlus che sostenga i debitori meritevoli che non abbiano potuto accedere al Rent-to-Buy, aiutandoli a ricollocarsi in affitto.
Ludovica Urbani
13 Dicembre2022
Commenti e interviste
SOS: mutui sempre più insostenibili. Così aiutiamo le famiglie a non perdere la casa
Intervista ad Alessandra Panella Fabrello, presidente di Save Your Home
Banca d’Italia già nel 2020 denunciava che il 38% delle famiglie italiane non riesce più a pagare il mutuo. Dopo il Covid, la guerra e il caro bollette, la situazione è sempre più preoccupante.
E’ questo il rapporto: una famiglia italiana su 3 non riesce più a pagare la rata mensile del mutuo. Negli ultimi dodici mesi le rate di mutui e prestiti non pagate sono cresciute di un miliardo. L’attuale scenario macroeconomico e geopolitico rappresenterà un fattore di ulteriore e rapido deterioramento del quadro. Un problema non solo per le famiglie ma anche per i creditori, con conseguenti effetti negativi sul piano economico e sociale tutt’altro che trascurabili.
Qual è la fotografia attuale e quali gli scenari futuri se non si prevedono delle misure adeguate a sostenere questa crisi. E quali le conseguenze su tutta la filiera che coinvolge questo settore?
Oggi 9 mutui su 10 nel nostro Paese sono a tasso variabile: se le Banche Centrali continuano ad aumentare i tassi d’interesse, l’inflazione e il costo dell’energia aumentano, la diretta conseguenza è che il fenomeno dei mutui in sofferenza è destinato a cronicizzarsi e assumere proporzioni senza precedenti. Cosa succede? Che se sempre più soggetti rischiano di non riuscire a far fronte alle rate del proprio mutuo, il nostro sistema bancario e finanziario si trova costretto a smaltire sempre più sofferenze e recuperare giudizialmente, con debitori che vedranno svenduta la loro casa all’asta. Innescando così un inevitabile effetto domino che a partire dal nucleo in difficoltà, che rischia di perdere la casa, provoca conseguenze che si ripercuotono sull’intero sistema sociale, economico e finanziario.
Per questo è necessaria una soluzione agli ostacoli normativi in un mercato che vede, nell’obbligo di segnalazione delle sofferenze, l’impossibilità di rifinanziare soggetti insolventi – anche se meritevoli e tornati in grado di fare fronte ad un impegno rateale – con accordi di pagamenti sostenibili. Una soluzione che si innesta nel momento della sofferenza e lo risolve. Un percorso che può e deve essere ricostruito. Un percorso di rieducazione finanziaria, affinché si dia corso ad una vera re-inclusione del soggetto rigenerato, con chiari benefici per tutta la collettività, in un momento in cui responsabilità e inclusività faranno davvero la differenza per il raggiungimento del benessere comune.
Si parla di dati di crescita del segmento dei crediti deteriorati. Questo in cosa si traduce?
Nel primo semestre del 2022, nel segmento dei crediti deteriorati ci sono state operazioni di mercato secondario per un controvalore di 2,5 miliardi a fronte di un totale di 16 miliardi sul mercato primario. Si tratta della conferma di un trend di crescita del secondo mercato già osservato negli anni più recenti e verosimilmente destinato a proseguire. La prima e diretta conseguenza è una manovra massiva da parte degli istituti bancari di dismissioni di portafogli da parte dei creditori sul mercato secondario per migliorare i rapporti di copertura dell’attivo a rischio, come richiesto dai regolatori, nonché un fenomeno di cronico sovraffaticamento della macchina giudiziaria, già sotto sforzo dopo le chiusure del periodo pandemico, nel tentativo di riprendere il passo delle procedure rimaste in coda. A fronte di una prospettiva di questo tipo, diventa fondamentale per i creditori valutare nuove soluzioni per il recupero tempestivo e più efficace del passato il proprio portafoglio.
Perché investire nel mercato dei mutui in sofferenza può essere, oltre che una buona operazione finanziaria, anche un modo per agevolare il welfare sociale?
Save Your Home fa un’operazione inedita: per la prima volta facciamo dialogare tutti i soggetti coinvolti in situazioni di credito deteriorato, i cui interessi sono solo apparentemente contrastanti. La nostra filosofia è non approfittare dello stato di bisogno del debitore insolvente, acquisendo un immobile a sconto, ma aiutarlo a non perdere la sua casa; allo stesso tempo, favorire i creditori nel recupero delle loro posizioni, evitando il lungo e dispendioso processo di recupero giudiziale. Accogliamo solo dossier di debitori meritevoli e, offrendo la possibilità agli investitori di raggiungere un risultato economico valido, senza speculare su chi è in difficoltà, favoriamo anche i creditori. Acquistiamo il credito ai massimi livelli di mercato, sicuramente superiori alla media di recupero giudiziale. Infine, estinguiamo il debito al posto del debitore, permettendogli di restare nella sua casa e offrendogli la possibilità di riacquistarla allo stesso valore del debito residuo, attraverso la formula del Rent-to-Buy. Con questo sistema, in questi primi mesi di attività, abbiamo già salvato la casa di oltre 30 famiglie italiane, garantendo un recupero maggiore e più rapido ai creditori e una fonte di investimento sicura, etica e socialmente responsabile per chi sceglie di entrare in questo mercato.
In quanto società benefit, in cosa si traduce la vostra attenzione verso il benessere sociale e il welfare aziendale?
Il nostro obiettivo è aiutare i debitori a non perdere la loro casa, le banche a recuperare le posizioni di credito in sofferenza e l’economia a non disperdere valore, con un modello operativo trasparente e un sistema di investimento etico.
Siamo una società benefit che oltre a produrre utili per i suoi azionisti, come tutte le altre società, persegue una finalità di beneficio sociale e opera in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti della comunità: per questo abbiamo scelto di devolvere il 3% dei nostri ricavi ad una Onlus che sostenga i debitori meritevoli che non abbiano potuto accedere al Rent-to-Buy, aiutandoli a ricollocarsi in affitto.
Ludovica Urbani
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