Studenti e Alumni di SAE Institute di Milano si sono confrontati durante la terza edizione di “The Home of the Future”. I più brillanti Alumni dell’accademia hanno dato vita a un momento di networking tra studenti. Gli aspetti più interessanti emersi secondo Alfredo “Kappa” Cappello, docente del corso di Music Business presso SAE Institute Milano
Quali sono le problematiche che i ragazzi e le ragazze hanno affrontato durante l’evento?
I ragazzi al primo anno del corso di Music Business di SAE Institute presentano una preparazione prettamente teorica. Nel corso delle primissime lezioni affrontano la tematica della costruzione di un evento in tutte le sue sfaccettature e, al termine del corso, finalizzano il tutto sostenendo l’esame, che è un vero e proprio evento ideato e creato da loro dalla A alla Z. Le problematiche sono quindi le stesse che affrontano tutti gli organizzatori di eventi: dai permessi alla creatività, dalla ricerca degli ospiti e dei contenuti al lavoro con gli stakeholder per trovare le soluzioni migliori, alla location. Queste difficoltà li rende, di fatto, dei veri e propri organizzatori.
Quali sono le maggiori difficoltà che emergono quando pensano al mondo del lavoro?
Io credo che abbiano a che fare principalmente con l’inserimento nel mondo del lavoro, che poi è concretamente la difficoltà maggiore nel music business e, più genericamente, nel sistema lavoro in Italia. Si fa fatica, quando si è giovani, a trovare il proprio spazio e posizioni aperte in linea con il proprio background. Bisogna fare sacrifici, molti stage e assistenza, oltre a lavori saltuari che poi, con il passare del tempo e con l’acquisizione di fiducia in entrambe le direzioni – sia a livello personale sia con le strutture con cui si collabora – porteranno ad una posizione lavorativa solida. Credo che i ragazzi siano consapevoli che queste siano le difficoltà del periodo e proprio per questo in SAE cerchiamo di collaborare con terze parti per dare ai nostri studenti l’occasione di stage o di colloqui lavorativi, anche solo per sondare posizioni.
Che idea possiedono dell’orizzonte lavorativo e quali sono i dubbi rispetto al mercato, alla competizione?
Per quanto riguarda il corso di quest’anno, ho notato che gli studenti avevano le idee molto chiare e molta consapevolezza su quello che è il Music Business attuale, dove, sempre più frequentemente, le case discografiche sono in crisi, dal momento che non hanno più il giro d’affari di un tempo, mentre aree come l’eventistica, i concerti e il management stanno prendendo sempre più piede come possibile approdo lavorativo per chi è all’inizio. Vivono in maniera sana la competizione: sanno che chi è bravo avrà occasioni, o almeno, la mia classe ne è convinta. Io personalmente ho sempre sposato la meritocrazia nel mondo del lavoro e degli eventi e continuerò a farlo, augurandomi che anche i miei colleghi seguano questa strada.
Che tipo di lavoro stanno cercando e quali sono i loro bisogni?
Essendo al primo anno, ancora non hanno le idee chiare su quale direzione prendere. Buona parte degli studenti sta cercando di capire quale sia la cosa che accomuna la loro forte passione per la musica alle loro capacità professionali, che stanno acquisendo e sviluppando. C’è una parte degli studenti, che invece ha le idee molto chiare, soprattutto per chi pensa agli eventi – e non lo dico perché ho fatto questo corso ma perché fin dall’inizio erano venuti da me con convinzione a porre domande, prima ancora dell’inizio delle lezioni. Ci sono alcuni di loro che stanno già lavorando virtualmente nel mondo degli eventi e che, probabilmente, intraprenderanno questo percorso anche a livello professionale. Altri li ho visti molto orientati verso il management che, sicuramente, è un’altra categoria in crescita. Poi ci sono studenti, e parlo anche di anni accademici passati, molto orientati verso il talent scouting, quindi più orientati verso il mondo della discografia e dell’editoria.
Lucia Medri
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