Osservatorio Socialis: crescita di corsi universitari a tema sustainability distribuiti in sempre più numerosi dipartimenti ma bisogna ancora creare una nuova cultura condivisa che faccia propri i temi della responsabilità sociale e dello sviluppo sostenibile
Le competenze trasversali nelle aree responsabilità sociale e sostenibilità saranno indispensabili nel mondo del lavoro, per lo sviluppo sostenibile delle imprese e del Paese. È questo il messaggio emerso in occasione della XX edizione del Premio Socialis, il più longevo riconoscimento per le migliori tesi di laurea italiane su CSR e sviluppo sostenibile, svoltasi all’Ara Pacis di Roma con la partecipazione di Saipem, MSD Italia e Sogei e con il patrocinio tra gli altri del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Roma Capitale, Confcommercio, Sustainability Makers, ASVIS, Rai per il Sociale, Anima impresa, Assifero e Anima per il Sociale.
Il Premio Socialis, il più longevo riconoscimento alle migliori tesi di laurea italiane dedicate alla CSR e allo sviluppo sostenibile, giunge alla XX edizione con numeri da record: negli anni sono pervenute 1144 tesi di laurea da oltre 70 atenei, sono stati proclamati 119 tra vincitori e menzioni speciali, hanno partecipato agli eventi 48 aziende sostenitrici e 30 enti patrocinanti.
Le indagini presentate dall’Osservatorio Socialis, hanno evidenziato una crescita di corsi universitari a tema sustainability distribuiti in sempre più numerosi dipartimenti (oltre 800 in 70 atenei italiani) e fotografato 120 Academy aziendali come ancora orientate alla formazione prettamente tecnica, ma attente a costruire uno scenario dove le competenze trasversali sulle tematiche ESG saranno sempre più richieste. Il tutto all’interno di un altro dato che ha fissato a 2 miliardi e 160 milioni di euro gli investimenti delle aziende negli ambiti economico, sociale e ambientale segnando un +20% rispetto al 2020, nonostante la crisi pandemica (10° Rapporto CSR dell’Osservatorio Socialis).
“Per continuare a crescere oggi è indispensabile promuovere competenze integrate – ha detto Roberto Orsi, Direttore dell’Osservatorio Socialis -. Aziende, istituzioni, università e sociale sono d’accordo: bisogna imparare a lavorare ispirandosi nella responsabilità sociale ai criteri ESG, condividere una nuova cultura più inclusiva, attenta all’ambiente e alle diversità, ingaggiare il personale, ascoltare gli stakeholder e soprattutto pianificare e misurare gli impatti ottenuti”.
Alla XX edizione del Premio Socialis hanno partecipato lavori provenienti per il 38% dal Centro Italia, per il 41% dal Nord, per il 21% dal Sud e Isole. Economia è la facoltà più rappresentata (36% delle tesi candidate), ma seguono a poca distanza Ingegneria, Architettura e STEM (28%), Scienze politiche e Discipline Umanistiche (22%), Giurisprudenza (7%) e Altre Discipline (7%).
L’INDAGINE SUGLI ATENEI
Secondo l’indagine “Atenei, CSR e Sostenibilità” presentata dall’Osservatorio Socialis, Università pubbliche e private hanno compreso a pieno che la formazione in tutti gli ambiti della sostenibilità delle nuove generazioni sarà imprescindibile e sempre più richiesta dal mondo del lavoro. L’indagine cataloga oltre 800 insegnamenti e corsi presenti nei programmi di circa 70 Atenei italiani. Di questi 424 corsi/insegnamenti vengono erogati negli atenei del Nord, 178 al Centro, 211 al Sud e Isole.
LE MACRO-AREE DISCIPLINARI
L’indagine dell’Osservatorio Socialis suddivide gli insegnamenti in 4 macro-aree disciplinari, dalle quali è emersa un’incidenza significativa dell’area ingegneristico-scientifico-ambientale (50%), seguita dall’area economica (36%). Minore è l’incidenza nel campione delle Facoltà e dei Dipartimenti riconducibili all’area socio-politica (10%) e umanistica (4%), anche se oggi maggiormente attenzionata a seguito del periodo di crisi pandemica.
LE AREE TEMATICHE
11 aree tematiche sono state definite dall’Osservatorio Socialis per suddividere e catalogare l’offerta formativa degli insegnamenti. Dall’indagine è emerso che: il 24% degli insegnamenti mappati attiene all’ecologia e alla gestione sostenibile di processi e produzioni, il 19% alla sostenibilità, il 16% ad economia e ambiente e alla green economy, l’8% alle politiche sociali e welfare, il 7% alla CSR, il 7% all’edilizia sostenibile, il 5% alle biologie sostenibili, il 4% alla rendicontazione sociale, il 3% all’innovazione sociale, il 2% al diversity management e l’1% alla finanza etica.
LE ACADEMY AZIENDALI
Se è vero che sul territorio italiano sono cresciute negli anni oltre 120 Academy Aziendali – messe in campo da aziende tradizionalmente avvezze ad avere una propria scuola di formazione, generalmente grandi e/o molto grandi, principalmente attive nei settori Energia e Servizi, Materiali per Edilizia e Design, Software, Tecnologia e Robotica, Bancario e Finanziario, Moda, Agroalimentare e GDO – è anche vero che nella maggior parte di questi centri non sembra ancora farsi strada una formazione specifica e trasversale guidata dalla necessità di fornire a tutti i dipendenti gli stimoli e le competenze per rendere lo sviluppo del business e la pratica quotidiana in linea con i criteri ESG (Environmental, Social & Governance), coinvolgendo in egual misura tutte le funzioni aziendali.
Sostanzialmente attive sulle tematiche formative di Up-Skilling, le Academy svolgono un ruolo di engagement dei dipendenti negli ambiti Leadership & Management, Digital Transition & Digital Skills, Comunicazione e Marketing, Gestione delle Risorse Umane, distribuendo il monte ore a disposizione a seconda di un piano di sviluppo dell’azienda che anche grazie all’arrivo delle nuove norme europee in materia di dichiarazioni non finanziarie dovrà essere certamente aggiornato, con l’obiettivo di creare un solido anello di congiunzione con le nuove competenze richieste.
Un quadro generale che indica chiaramente un gap da colmare che attivi maggiori sinergie tra imprese, università, istituzioni e sociale per ispirarsi ad una visione allargata e condivisa, ad una nuova cultura che faccia propri i temi della responsabilità sociale e dello sviluppo sostenibile.
L’ACADEMY DELL’OSSERVATORIO SOCIALIS
Le tesi di laurea vincitrici della 20a edizione del Premio Socialis, dimostrano quanto il percorso verso la responsabilità sociale e la sostenibilità richieda uno sforzo importante e soprattutto una visione che consideri di pari importanza gli aspetti economici, sociali e ambientali delle attività imprenditoriali. È la molla che ha spinto l’Osservatorio Socialis, forte delle convenzioni attive con le Università di Udine, Chieti e Pescara, Roma Sapienza e Tor Vergata, Milano Bicocca e Napoli Parthenope, a dar vita ad un HUB formativo ricco di risorse professionali che personalizza gli interventi solo a seguito di un checkup diversificato per funzione aziendale, integrato da un benchmark di settore e da analisi di fattibilità. La prima opportunità è già a calendario sul portale dell’Università di Udine con il titolo di “ESG Training Program”: 80 ore di formazione teorica e pratica (lezioni in presenza e online il venerdì e il sabato) per fornire ad imprese e manager del Friuli Venezia Giulia i modelli e gli strumenti per rendere lo sviluppo del business più competitivo e sostenibile.
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