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29 Ottobre 2019

Il welfare responsabile in un libro

welfare responsabile

Con il libro Il welfare responsabile alla prova, una proposta per la società italiana, i due studiosi Cesareo e Pavesi offrono una proposta innovativa del sistema di welfare italiano

Lo scorso mercoledì a Milano, gli esponenti e operatori del Terzo Settore si sono incontrati presso l’Università Cattolica per una giornata dedicata al tema Welfare responsabile e i protagonisti della società civile occasione in cui è stato presentato il volume Il welfare responsabile alla prova, una proposta per la società italiana scritto da Vincenzo Cesareo – professore emerito di Socio­logia presso l’Università Cattolica di Milano – e Nicoletta Pavesi – ricercatrice di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cat­tolica del Sacro Cuore –, edito da Vita e Pensiero (2019).

Il volume è frutto del percorso di ricerca durato cinque anni, che ha visto la realizzazione di 24 studi di caso, 7 seminari e circa 50 interviste a testimoni privilegiati. Il progetto ha coinvolto un gruppo di studiosi riuniti in una Rete Interuniversitaria con l’obiettivo di offrire una proposta innovativa del sistema di welfare italiano, la quale pone al centro la persona e si fonda sulla responsabilità degli attori coinvolti. Essi, attraverso il confronto e la co-progettazione, forniscono risposte ai bisogni dei cittadini, delle famiglie, delle comunità. Povertà, salute, casa, lavoro, educazione, famiglia e giovani sono alcuni dei temi che vengono affrontati, con lo scopo di declinare operativamente il Welfare Respon­sabile per favorire la transizione da un sistema di stampo prevalentemente assistenzialistico a uno che tende ad assicurare a tutti una “buona assistenza”.

Come riportato nell’articolo di Cinzia Arena apparso su Avvenire, la ricercatrice Pavesi ha ribadito inoltre la valenza politica della ricerca: “Siamo andati ad analizzare un livello che noi chiamiamo “meso” delle politiche di welfare, vale a dire a livello di quartiere. Abbiamo scoperto che c’è un forte bisogno di integrazione tra le diverse realtà in un momento storico in cui la coesione sociale si sta perdendo bisogna occuparsi non solo di rispondere ai bisogni ma anche di favorire il benessere della comunità”.

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