Welfare Come Te è il nuovo network di cooperative che si presenta sul mercato con l’obiettivo di attuare azioni di responsabilità civile. Con Paolo Schipani, direttore commerciale del progetto, parliamo di sinergie che mettono in relazione pubblico e privato in una dialettica virtuosa di sostegno ai bisogni delle persone
Questa grave emergenza sanitaria ha reso necessario il ritorno a un welfare sociale che possa essere attivo sui territori e rispondere ai bisogni primari delle persone. In quest’orizzonte mutato, come si colloca il progetto Welfare Come Te?
Stiamo vivendo un momento storico in cui il welfare non può più essere sinonimo di “piattaforme
aziendali” ma di “persone” perché è ai loro problemi che bisogna rispondere. Welfare Come Te è un
progetto nuovo, veicolato a livello mediatico molto recentemente, che vede il coinvolgimento di 17 realtà del mondo cooperativo sociale, con una ricaduta nazionale ad ampio raggio in quanto complessivamente il network riunisce circa 200 cooperative. La cooperazione sociale contribuisce, da oltre 40 anni, a costruire i sistemi di welfare locale, in stretta sinergia con il Pubblico. Quando il territorio deve rispondere ai bisogni sociali, le cooperative sono in prima linea. Prendendo atto che il primo welfare e il secondo welfare aziendale non comunicano tra loro poiché è come se le aziende fornissero delle risposte senza tenere conto del contesto territoriale, Welfare Come Te va oltre le piattaforme tecnologiche e i benefit venendo incontro direttamente ai bisogni primari delle persone, primi fra tutti quelli legati alla famiglia, al sostegno ad anziani e bambini. Il nostro obiettivo è di valorizzare l’esperienza delle coooperative a livello nazionale proponendoci alle aziende con risposte omogenee.
Come e perché nasce il Consorzio Fiber, quali le realtà che vi fanno parte e quali sono gli obiettivi?
Dall’unione di tre reti di cooperative – ComeTe, Pronto Serenità e Ribes – nasce il Consorzio FIBER: una società profit che si inserisce per questo in un’ottica di rinnovamento del sistema affinché si possa instaurare un dialogo virtuoso con il mondo aziendale, senza però perdere le caratteristiche intrinseche alla cooperazione sociale che – da sempre – opera nel rispetto di linee valoriali chiare, e fa della collaborazione e del lavoro di rete un asset vincente. Le cooperative che fanno parte della rete sono rappresentate dal marchio Welfare Come Te e propongono progetti alle aziende che vogliono sviluppare il proprio Piano di Welfare Aziendale con elementi di Welfare Sociale: Welfare Come Te mette a disposizione un “hub” di presa in carico del bisogno del lavoratore (e della sua famiglia) che poi è in grado di attivare il nodo territoriale più adatto a rispondere al bisogno stesso, con un modello Nazionale – per flussi e qualità – ma una risposta localizzata che coinvolge le possibilità offerte da soggetti privati e dal Pubblico. In questo modo l’azienda, tramite i nostri piani non offre più “un servizio sottovuoto” ma il privato dialoga con il pubblico per venire incontro alle persone. È prassi consolidata purtroppo dare per scontato che le persone siano in grado di autodiagnosticarsi un problema, in realtà la comprensione dei bisogni implica ascolto e cura professionali. Ad esempio, tra le nostre case history figura quella con Coop Alleaza 3.0 che da anni ha sviluppato un sistema di welfare profondo e aderente alle esigenze della propria popolazione.
Consorzio Fiber, Welfare Come te e le aziende. In che modo queste possono entrare in contatto con il progetto? Quale sarà poi la sinergia territoriale e in che modo sarà articolata?
Welfare Come Te si presenta come soggetto che si propone sul mercato del welfare aziendale non come competitor dei provider, ma come realtà in grado di fornire strategie di azione “verticali” focalizzate sui servizi alla persona. La nostra azione parte da un importante layer di sensibilizzazione, educazione e formazione attorno ai quali costruiamo insieme alle aziende piani editoriali che si poggiano sul nostro network di professionisti: in questo modo aiutiamo i caregiver a prendere consapevolezza della situazione, delle problematiche e dei possibili percorsi per fare della loro esperienza un fattore positivo. Il “welfare fai da te” è il problema più grande da fronteggiare soprattutto in un periodo di crisi, per questo è opportuno affidarsi a chi è in grado di costruire piani specifici con le aziende mettendo a disposizione un network di servizi e figure di riferimento. Quello che chiediamo alle aziende è di collaborare insieme, sicuramente questa è una task più complicata da raggiungere ma vogliamo conseguirla per attuare progetti di responsabilità “civile” che attivino sinergie tra il mondo profit e no profit.
Chi è il Care Manager e come si pone al confine tra pubblico e privato?
Il welfare standardizzato attraverso le piattaforme risulta in questa fase un sistema che si occupa solo in parte della risoluzione dei problemi delle persone e perciò bisogna andare oltre. La figura del Care
Manager orienta e si prende in carico il problema indirizzando l’individuo verso servizi pubblici e privati presenti sul territorio. In questo modo, il sistema di welfare privato incontra la realtà pubblica. Quella del Care Manager è una figura che è sempre esistita nel mondo della cooperazione sociale, capace di far collimare le esigenze delle persone con ciò che può offrire il territorio. Il Care Manager aiuta a “tamponare” quel disorientamento tipico di chi deve affrontare un problema di welfare per sé o per un familiare: non sa cosa fare, non riesce a leggere chiaramente i propri bisogni, non sa quali possono essere le possibili risposte e opportunità; serve, allora, un professionista che lavora da anni nel settore, in grado di entrare in empatia, offrendo alla persona una customer experience che la farà sentire affiancata e sostenuta.
Lucia Medri
Le nuove dinamiche del welfare aziendale: l’integrazione dei public benefit
Agosto 28, 2024