Vediamo nel dettaglio alcuni dati emersi nell’annuale Indagine Confindustria sul lavoro nelle aziende associate 2019, condotta su oltre quattromila imprese associate che impiegano 780.000 lavoratori.
Negli ultimi anni, anche sulla scia del regime fiscale agevolato riconosciuto in via strutturale alle retribuzioni premiali legate ad incrementi di produttività aziendale, la diffusione della contrattazione di secondo livello è cresciuta sia nell’industria sia nei servizi, aumentando tra i 2 e i 5 punti percentuali, a seconda della dimensione aziendale.
Nell’industria in senso stretto e nel 2019, il 66,1% dei lavoratori sono coperti da un contratto aziendale che prevede l’erogazione di premi variabili collettivi. Oltre alla corresponsione di premi, più di un terzo dei contratti aziendali prevede oggi la possibilità che questi siano convertiti in welfare (35%). Nel 2019 quasi un’azienda associata su 10 (1 su 5 tra quelle di grandi dimensioni) ha introdotto forme di “lavoro agile”, la diffusione del cosiddetto smart working risulta in forte aumento, quasi raddoppiando tra 2018 e 2019.
La forma di welfare più diffusa rimane sempre l’assistenza sanitaria (45,9 che diventa 74,3 nelle grandi aziende), ma si sta diffondendo inoltre la previdenza integrativa (28,7 e arrivata al 68% nelle aziende con oltre cento dipendenti).
Le nuove dinamiche del welfare aziendale: l’integrazione dei public benefit
Agosto 28, 2024