Salute e assistenza

01 Agosto 2019

I “falsi miti” sul Secondo Pilastro Sanitario

Dal IX Rapporto RBM- Censis sulla Sanità Pubblica, Privata e Intermediata, un focus per una corretta conoscenza del Secondo Pilastro Sanitario

Ciò che ermerge dal IX Rapporto RBM- Censis sulla Sanità Pubblica, Privata e Intermediata presentato in occasione dello scorso Welfare Day 2019 è la necessità di colmare il gap sinergico tra il Sistema Sanitario Nazionale e il Secondo Pilastro Sanitario.

Per fare ciò risulta prioritario sfatare alcuni pregiudizi e false notizie relative alla sanità integrativa che impediscono una corretta comunicazione e informazione a riguardo. Attraverso un focus dedicato proviamo a fare emergere le contraddizioni segnalate nel Rapporto:

LA CARTA DI CREDITO AL POSTO DELLA TESSERA SANITARIA:

Il Secondo Pilastro Sanitario dovrebbe intendersi non come un modello nel quale i cittadini ricevono le cure privatamente ma come un sistema di «gestione in monte» delle prestazioni sanitarie, le quali sono erogate al di fuori del SSN rimaste a loro carico.

SANITÀ INTEGRATIVA SOLO PER CHI LAVORA:

La Sanità Integrativa organizzata come esclusivo strumento di Welfare Contrattuale (e/o benefit aziendale) non è un tratto peculiare del Secondo Pilastro Sanitario ma deriva da una scelta politica fatta alla fine degli anni ’90 con il presupposto di limitarne il campo di azione solo ad alcune categorie di persone. E non si esclude la possibilità, in vista di una sempre maggiore complementarietà, che questa possa essere estesa dal dipendente al cittadino.

LA SANITÀ INTEGRATIVA SOTTRAE RISORSE E/O PAZIENTI AL S.S.N.:

In realtà i finanziamenti ai quali attinge la Sanità Integrativa sono quelli derivanti dalle Aziende e dai Lavoratori (Fondi Sanitari e Polizze Collettive) o dai cittadini che vi aderiscono volontariamente (Polizze Individuali, senza benefici fiscali).

LE TASSE DI TUTTI PER PAGARE UNA SANITÀ MIGLIORE PER POCHI:

I benefici fiscali per la Sanità Integrativa (>2 mld di Eur/Anno), diversamente dalle detrazioni fiscali per spese sanitarie (>4 mld di Eur/Anno), sono subordinati all’erogazione di prestazioni sanitarie di particolare utilità (c.d. «vincolate»). Il funzionamento delle agevolazioni è analogo a quello previsto per altre deduzioni/detrazioni (la fiscalità generale supporta le ristrutturazioni edilizie dei cittadini che ne hanno necessità…) ed anzi favorisce l’emersione di gettito.

INAPPROPRIATEZZA DELLA SANITÀ INTEGRATIVA:

La rimborsabilità delle prestazioni sanitarie da parte delle Forme Sanitarie Integrative è sempre subordinata alla presenza di una prescrizione medica recante quesito diagnostico e patologia. Molti Fondi Contrattuali e Polizze Aziendale, anzi, richiedono necessariamente che tale prescrizione sia rilasciata dal medico di base.

CONSUMISMO SANITARIO:

Non è la Sanità Integrativa a spingere i consumi privati in Sanità, ma la crescita della Spesa sanitaria privata a richiedere un maggiore livello di «intermediazione» delle cure private dei cittadini. Tra il 2013 ed il 2018 a fronte di una crescita del + 9,9% della Spesa sanitaria privata la Spesa sanitaria «intermediata» dalla Sanità Integrativa è cresciuta del +0,5%.

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