Durante la prima assemblea generale ANIA, la neo presidentessa Maria Bianca Farina, interviene a proposito del rafforzamento dei piani di welfare nel post Covid-19 auspicando una più stretta integrazione tra sicurezza sociale e assicurazione privata
È stata la prima assemblea generale dell’Ania dopo la pandemia? Speriamo di sì, visto che tutti ci
auguriamo che l’emergenza sanitaria sia alle spalle. L’industria delle assicurazioni, per bocca della
presidente confermata, Maria Bianca Farina, ha contribuito a offrire uno sguardo sul futuro, misurando il difficile passato da cui stiamo faticosamente uscendo. “La riduzione del reddito delle famiglie (-2,6% in termini reali) e le diffuse percezioni di paura e incertezza si sono tradotte in un drastico calo di investimenti (-9,1%) e consumi (-10,7%) e in un forte aumento della propensione al risparmio, che è raddoppiata in un anno, raggiungendo il 15,3%, ossia il valore più elevato degli ultimi venti anni. Una gran parte del risparmio è stata allocata in strumenti liquidi a breve termine, ma è anche aumentata la quota destinata alle polizze vita”.
La crisi che abbiamo attraversato non ha solo punteggiato di negatività la nostra vita. C’è chi spera che questo accumulo di risparmi possa essere il volano per un nuovo piano di investimenti, che vada oltre il flusso che dovrebbe avviarsi con il Pnrr. Citando il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, la presidente Farina ha ribadito che “con la normalizzazione della situazione sanitaria e la riduzione dell’incertezza, l’elevato risparmio accumulato potrebbe gradualmente tradursi in maggiori consumi”. E ha aggiunto: “Poiché quasi un terzo della ricchezza è investito in depositi e circolante, gli italiani potranno, allo stesso tempo, aumentare i propri consumi e destinare una quota crescente del risparmio verso impieghi a più lungo termine, volti a rafforzare ad esempio la protezione delle famiglie, soprattutto in materia di previdenza integrativa e di non autosufficienza per il futuro dei giovani e delle donne, che sono oggi tra i soggetti più scoperti. Le prospettive economiche sono ora positive”.
Non solo per il settore assicurativo, che dà occupazione a quasi 50.000 dipendenti. Tenendo conto anche dei collaboratori, occupa circa 300.000 persone, di cui circa 220.000 appartenenti alle reti distributive. In particolare, le risorse umane che lavorano per le compagnie di assicurazione, in numero pressoché stabile anche negli anni di grave crisi, sono quelle con la percentuale più elevata di contratti a tempo indeterminato in confronto a tutti gli altri settori.
Una particolare attenzione è stata riservata al tema del welfare. Maria Bianca Farina ha detto:
“L’espansione del sistema di welfare osservata con la diffusione del Covid-19 è stata la più rapida e
imponente mai avvenuta nella storia economica. Un numero record di beneficiari ha ricevuto misure di sostegno. La gran parte delle misure ha esteso con urgenza la protezione sociale ai gruppi della popolazione non protetti; la crisi, però, ha anche messo in luce la vulnerabilità dei lavoratori dell’economia formale, tra cui molti lavoratori temporanei, a tempo parziale e autonomi. Di conseguenza, sono state messe in evidenza le debolezze di un modello di welfare che nel mondo avanzato è essenzialmente incentrato sui lavoratori dipendenti, con un percorso professionale stabile nel tempo”.
La presidente Farina ha continuato: “Il grande punto interrogativo, oggi, è comprendere se e come le
misure di risposta al Covid-19 possano divenire elementi costituitivi dei nuovi piani nazionali di protezione sociale, con l’obiettivo di garantire un livello base di sicurezza per tutti. È identificabile, infatti, una tendenza al rafforzamento dei sistemi di welfare, ai quali verrà richiesto di aumentare la funzione di redistribuzione al fine di ridurre le disuguaglianze di reddito, ricchezza, opportunità e aumentare inclusione e coesione sociale. Mantenendo inalterate le attuali prestazioni, ciò richiederebbe più risorse pubbliche che, però, solo in misura limitata potranno venire da tassazione addizionale, sia perché è già molto elevato il livello di tassazione nelle economie avanzate sia per il fortissimo aumento registrato dai debiti pubblici. Il tema del finanziamento di prestazioni aggiuntive può essere più efficientemente affrontato nell’ambito di una più stretta integrazione tra sicurezza sociale e assicurazione privata”.
Citando le parole di Papa Francesco – “Un sistema sanitario che assicuri un buon servizio accessibile a tutti è un bene prezioso che non va perso, bisogna impegnarsi a mantenerlo” – la presidente Farina ha ribadito che occorre “investire di più nella sanità pubblica e, allo stesso tempo, per massimizzare il servizio offerto ai cittadini, occorre potenziare il pilastro integrativo, che, con il necessario coordinamento pubblico, deve aumentare l’efficienza delle risorse private già oggi impegnate. Il sistema assicurativo privato – che non può svolgere la funzione di redistribuzione ma è molto efficace nel gestire la mutualizzazione dei rischi e il rafforzamento della prevenzione – può offrire un contributo decisivo per trovare un equilibrio più equo ed efficiente di protezione delle comunità e degli individui”.
L’appuntamento di Ania ha registrato un saluto del presidente del Consiglio Mario Draghi, letto da Maria Bianca Farina, e un intervento del ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti. La relazione del presidente Ivass, Luigi Federico Signorini, ha completato la giornata di riflessione sul sistema assicurativo italiano.
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Agosto 28, 2024