Protagonisti

11 Luglio 2019

Massagli (AIWA): i benefici del welfare aziendale sono pari a 3 volte i costi sostenuti

Emmanuele Massagli replica a Tiziano Treu: “i dati diffusi sono inspiegabili”. L’articolo apparso su Adnkronos.it

Secondo quanto riportato nell’articolo apparso su Adnkronos.it,”Quanto sostenuto da Tiziano Treu, cioè che la defiscalizzazione e la decontribuzione previdenziale introdotta nell’erogazione del premio di risultato contrattato, hanno un costo sempre più rilevante per la collettività, non è vero. Certo, un costo fiscale c’è, ma assolutamente non quello riportato dal presidente del Cnel, anzi i benefici sono pari a 3 volte i costi sostenuti”. Così, in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia, Emmanuele Massagli, presidente dell’Associazione italiana welfare aziendale (Aiwa).

“I dati diffusi da Treu – sottolinea – sono inspiegabili, guardando i dati pubblici. Si parla di un costo fiscale di oltre un miliardo dalla normativa derivante dalle leggi di Bilancio del 2016 e 2017, ebbene i numeri forniti dal ministero del Lavoro (sugli accordi di produttività) e dal ministero dell’Economia e delle finanze (sulle dichiarazioni dei redditi), gli unici finora disponibili, ci dicono di circa 30.000 accordi di produttività firmati dal 2016 ad oggi che prevedono il pagamento in welfare, che si realizza per non più del 25% dei lavoratori (gli altri preferiscono il pagamento in moneta). La stima pare decisamente elevata”.

“Treu – continua Massagli – invece sostiene che la defiscalizzazione e la decontribuzione previdenziale introdotta nell’erogazione del premio di risultato contrattato hanno un costo sempre più rilevante per la collettività. E, soprattutto, che il Fisco prima o poi vorrà valutare al meglio se il mancato gettito sia veramente giustificato da iniziative di valore sociale e di interesse pubblico”. “Il settore vede un maggiore gettito dell’Iva – sottolinea – generato dai servizi erogati tramite welfare aziendale. Non stiamo parlando di contanti, ma di beni e servizi che generano sempre e comunque consumi. Il welfare aziendale contribuisce, inoltre, all’emersione del lavoro nero; basti pensare ai servizi per baby sitter, badanti e ripetizioni ad esempio”.

“Il welfare aziendale – avverte – crea poi un maggiore gettito per il Fisco perché collegato a una maggiore produttività da parte dei dipendenti, ‘incoraggiati’ dai benefit. Questa è una realtà che ancora non è molto conosciuta; come associazione di categoria noi cerchiamo di diffondere un’informazione corretta sui vantaggi, cercando così di combattere la diffidenza verso il settore”. “Le aziende che hanno introdotto il welfare – assicura il presidente Aiwa – ne apprezzano i benefici, in termini di ritorno da parte della collaborazione dei dipendenti e, quindi, in generale di maggiore produttività”.

Lascia un commento

Registrati alla nostra Newsletter