Con Marina Matriciani, Backend Engineer in MotorK da ormai 10 anni, parliamo della sua carriera in un settore a predominanza maschile come il tech-automotive e dell’importanza della formazione per favorire l’accesso alle professioni STEM
La sua è una carriera avviata in un settore a predominanza maschile. Qual è stata la sua formazione e che possibilità di inserimento ha avuto in MotorK?
Divento Backend Engineer un po’ per necessità e un po’ per caso. Da bambina desideravo un Commodore 64, la ‘scatola magica’ oggetto del desiderio per antonomasia della mia generazione da utilizzare come console da gioco. I miei genitori hanno preferito regalarmi un normale computer e così ho iniziato a scrivere le mie prime righe di codice per trovare, a modo mio, un modo per poterci giocare. Parlo di caso perché al liceo scelgo l’indirizzo artistico e dopo il diploma ho frequentato un corso di formazione professionale come tecnico della comunicazione multimediale. Sono arrivata a Milano nella primavera del 1998 per un breve stage aziendale (post-produzione grafica in ambito televisivo: sigle televisive, spot pubblicitari etc…). Terminato il tirocinio sono rimasta a Milano lavorando inizialmente come grafica in ambito multimediale (CDRom interattivi) e poi sono passata al settore internet, sempre come grafica. L’azienda dove lavoravo si trovò a dover effettuare un ridimensionamento di personale, quindi ho provato a ripropormi come sviluppatore – senza esperienza, ma con il coraggio di uscire dalla mia comfort zone e intraprendere una nuova carriera. È iniziato così un periodo di lavoro ibrido in cui la mattina davo il mio contributo come grafica e il pomeriggio affiancavo i colleghi per dedicarmi allo studio della programmazione. Con un profilo professionale più completo sono poi entrata in MotorK nell’estate del 2011; un’azienda tech in cui lo sviluppatore è una figura nodale per gestire la grande richiesta di innovazione.
In MotorK quali scelte vengono compiute affinché possa crescere l’empowerment femminile?
Attrarre e promuovere il talento femminile è una priorità chiave. L’azienda si impegna in pratiche di assunzione inclusive e mira a creare e sostenere una forza lavoro diversificata a tutti i livelli, con una cultura di appartenenza equa in cui tutti possano prosperare. Diversità, equità e inclusione sono sicuramente parte essenziale della mission di MotorK e il risultato è un ambiente inclusivo in cui il pregiudizio che vede la programmazione “lavoro da uomini” cade per dar spazio a un’atmosfera collaborativa.
Oltre al recruitment, sono previsti dei percorsi di formazione e avanzamento delle competenze?
Abbiamo accesso a piattaforme di eLearning che racchiudono e offrono corsi online di ogni genere, ma non solo. L’azienda promuove una cultura basata sulla pianificazione, sulla responsabilizzazione e sulla comunicazione, viene incoraggiata la partecipazione attiva alla vita aziendale, ai processi decisionali e alla condivisione delle esperienze. Penso sia un’opportunità di crescita importante perché seguire alcuni iter aziendali a 360 gradi e lavorare in un ambiente realmente internazionale e multiculturale contribuisce allo sviluppo di competenze trasversali indispensabili per la crescita professionale; skill che ci portano a considerare i problemi da punti di vista diversi, e a cercare soluzioni cogliendo le priorità logiche sulle quali intervenire.
Secondo il suo osservatorio e ambito di lavoro, può offrirci dei dati riguardo l’accesso alle discipline STEM?
Nel mio piccolo mi sento di sottolineare che il digitale ha avuto un forte impatto sul mercato del lavoro. Grazie all’evoluzione del web e delle nuove tecnologie, le occasioni di carriera non mancano e il mio percorso lo ha confermato. I nostri clienti – quindi nel retail automotive – dove dealer e case produttrici sono chiamati a valutare quali investimenti digitali porre in essere per ottimizzare il customer journey di potenziali acquirenti, le opportunità professionali per nuovi talenti con nuove competenze si fanno sempre più numerose, soprattutto per chi – uomini e donne allo stesso modo – ha un curriculum con esperienze nelle discipline STEM. I nostri numeri lo confermano: dall’inizio dello scorso anno MotorK ha integrato oltre 150 risorse, di cui il 25% nella divisione Tech/R&D.
Quali azioni a livello normativo, e quindi nazionale, sarebbe opportuno agevolare per offrire una maggiore formazione in queste materie e quindi una conseguente occupabilità?
Partirei dalla scuola, la immagino più moderna. Con le nuove tecnologie che permeano la nostra quotidianità, il mio suggerimento è quello di promuovere e rafforzare l’insegnamento delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche fin dalla scuola primaria. Un’offerta formativa focalizzata su scienza e tecnologia può colmare lacune in abilità digitali e problem solving che possono svilupparsi lungo il percorso di studi. E ancor più importante dell’aspetto occupazionale in visione futura è insegnare a utilizzare con cognizione gli strumenti e le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Perché essere nativi digitali non significa disporre degli strumenti per gestire la tecnologia in modo consapevole, la cessione dei dati personali a terzi e la privacy ne sono un esempio.
Lucia Medri
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Novembre 18, 2024