Oltre al Covid-19, tra i problemi, vi è quello relativo alla sicurezza sul posto di lavoro. Intervista a Luciano Basile, Direttore Generale di Sicurtransport e vicepresidente di Sicindustria
Tra i problemi creati dalla pandemia, c’è anche quello della sicurezza in molti luoghi di lavoro. In tantissimi casi sono stati coinvolti proprio gli istituti di vigilanza privati per organizzare i servizi di controllo e di rispetto delle normative anti-Covid, sia in ambito pubblico che privato. Quali sono stati i risultati?
Già a partire dal lockdown del marzo 2020 siamo stati chiamati dai nostri clienti, pubblici e privati, a verificare il rispetto delle normative anti-Covid all’ingresso dei centri commerciali, delle stazioni ferroviarie, dei supermercati, delle banche, dei luoghi di lavoro. Penso che il nostro servizio, prima con la misurazione della temperatura, oggi anche con il controllo del green pass, sia stato molto importante per il contenimento sanitario di questa terribile pandemia. Questi servizi si sono affinati nel tempo, anche in luoghi che sembrava troppo complesso controllare: il nostro è stato tra i primi istituti in Italia ad attuare i controlli anti-Covid negli autobus comunali.
Avete dato seguito a una proposta avanzata nei mesi scorsi dal ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini.
Proprio così. Abbiamo concretizzato, intanto a Palermo, Catania e poi anche a Cosenza, una proposta fatta lo scorso anno dal Ministro Giovannini in merito ai controlli anti-Covid sui mezzi del trasporto pubblico locale. Gli obiettivi che abbiamo raggiunto sono tre: un controllo delle normative sanitarie impostando i nostri servizi nelle linee e negli orari più frequentati, secondo le indicazioni delle aziende di trasporto pubblico; un controllo dei biglietti, con la possibilità di vendita da parte dei nostri addetti direttamente sul bus con una piccola soprattassa; maggiore sicurezza ed ordine sui mezzi, grazie alla presenza dei nostri addetti che rappresentano un deterrente, soprattutto in certe zone dove in passato si sono verificati episodi molto spiacevoli. I biglietti da noi venduti sono stati migliaia ed inoltre si è incentivata la vendita classica, dato che gli utenti sanno che le linee sono molto più controllate. Un vantaggio economico anche per le aziende di trasporto. Un servizio di controllo anti-Covid, inoltre, è stato avviato anche per Trenitalia.
Per rispondere alle nuove esigenze legate al Covid che si sono affiancate ai classici servizi di sicurezza e di vigilanza, che tipo di formazione avete previsto per i vostri dipendenti?
Abbiamo attuato precisi protocolli con il nostro RSPP (Responsabile servizio prevenzione e protezione) e con il nostro medico competente. Abbiamo istituito in azienda la figura del Covid manager. E ovviamente abbiamo seguito i nostri uomini dal punto di vista operativo, anche tramite i nostri responsabili di filiale, per tutti i servizi che via via ci venivano chiesti nelle varie province, così come facciamo con quelli altrettanto delicati di sicurezza e vigilanza. Ed infine abbiamo avviato degli specifici corsi di formazione per i nostri dipendenti anche in tema Covid.
Sono anche altri gli ambiti in cui avete messo a disposizione delle amministrazioni locali le vostre risorse umane e tecnologiche. Una collaborazione più organica tra lo Stato e le aziende private di sicurezza può essere la soluzione ai problemi di sicurezza in alcune aree e territori?
Basta solo un dato per capire l’importanza della collaborazione tra sicurezza privata e amministrazioni pubbliche: nel nostro Paese le pattuglie degli istituti di vigilanza privata durante la notte sono in numero superiore a quelle delle Forze dell’ordine. Sono ruoli completamente distinti e tali devono rimanere, ma la nostra presenza può senz’altro essere di aiuto per aumentare la sicurezza delle città. E’ un peccato non sfruttare queste risorse umane e tecnologiche. Il nostro istituto ha già avviato qualche interessante progetto: già oggi, ad esempio, in alcuni comuni svolgiamo dei controlli in determinate zone, ad esempio per evitare discariche abusive. Una presenza fisica di vigilanza associata alla telesorveglianza può essere di grande efficacia in quartieri periferici o per controllare la movida spesso troppo caotica nei centri storici. La cooperazione tra pubblico e privato anche nel settore della sicurezza va perseguita. Lo abbiamo proposto anche agli importanti esponenti del Governo, del Parlamento e delle aziende pubbliche italiane durante il convegno che abbiamo svolto nei mesi scorsi a Roma per il 50imo anniversario di Sicurtransport. Aggiungo che questa collaborazione darebbe risposte al bisogno di sicurezza che l’opinione pubblica sente. Sempre più gruppi di privati cittadini, infatti, si affidano ai servizi di vigilanza privata per proteggere le loro case e i loro quartieri. Secondo una recente indagine dell’Istituto Piepoli, addirittura il 65% degli italiani gradirebbe che le auto e le guardie giurate private fossero di supporto alle forze dell’ordine e ai vigili urbani per la sicurezza ed il controllo delle città nelle zone più a rischio e dei centri storici”.
La cybersicurezza è strettamente legata anche alle nuove dinamiche lavorative emerse durante la pandemia, come ad esempio lo smart working e la digitalizzazione dei documenti. Servono investimenti per modernizzare le tecnologie e le reti di protezione per le amministrazioni pubbliche ma anche per le aziende private. Il Pnrr è un’occasione. Cosa bisogna fare?
L’Italia deve senz’altro modernizzare il settore della sicurezza, come peraltro fanno i Paesi occidentali più moderni. Il Pnrr offre un’occasione straordinaria per alzare il livello di innovazione nel nostro Paese, sia nel campo della vigilanza, con nuove straordinarie tecnologie (droni aerei e di terra, mezzi antidroni, telecamere termiche e ad infrarossi, riconoscimento biometrico e delle targhe, per verificare in tempo reale se ci si trova davanti un mezzo rubato, ecc), ma soprattutto della cybersicurezza. Oggi il cuore di ogni azienda e di ogni settore pubblico, dai ministeri alle forze armate, dalle reti elettriche alle multinazionali è rappresentato dai server e dalle reti telematiche, che devono essere protetti il più possibile. Il Pnrr, sarà centrale per la cybersicurezza e la ripartenza delle aziende, della PA e del Sistema-Paese nel suo complesso. A patto che tutto si svolga con la massima celerità. Occorre che ci sia un lavoro serio di collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti, pubblici e privati. E che si mettano rapidamente a disposizione gli ingenti fondi previsti, anche con incentivi verso chi vuole investire in cybersicurezza.
Ludovica Urbani
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Novembre 18, 2024