Dopo aver pubblicato i risultati della ricerca CIRFOOD e IPSOS, presentati in occasione dell’evento “Nutrire il benessere. Il valore della ristorazione aziendale”, intervistiamo Alessio Bordone, Group Chief Sales Officer CIRFOOD
Da luogo di assembramento e contagio durante il Covid, a strumento richiesto dal 58% di chi lavora: qual è il suo commento per questa evoluzione “sociale” del più antico strumento di welfare aziendale?
Questa evoluzione dimostra quanto il ristorante aziendale sia tornato al centro della vita lavorativa, riscoperto come strumento di benessere e coesione. Durante il Covid ci si è resi conto del vero valore della pausa pranzo: il remote working forzato, la necessità di prepararsi ogni giorno pranzi rapidi in casa, ha dato modo di prendere consapevolezza sul valore della ristorazione aziendale. Superati i rischi derivanti dagli assembramenti, oggi lavoratrici e lavoratori percepiscono la pausa pranzo in azienda non solo come un bisogno funzionale, ma come un momento di valore. I ristoranti aziendali sono luoghi di rigenerazione, di scambio, dove si alimentano relazioni e si rafforza il senso di appartenenza. Secondo la ricerca condotta da IPSOS per l’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT il 58% di chi lavora e non ha un ristorante aziendale auspica l’introduzione del servizio e questo ritengo sia un segnale chiaro: le persone hanno riscoperto il valore sociale e di benessere dato da spazi condivisi aziendali, dove consumare insieme una pausa pranzo sana ed equilibrata, e CIRFOOD è pronta a rispondere a questa esigenza con soluzioni sempre più innovative, inclusive e sostenibili.
Mensa aziendale e/o mensa diffusa: sono servizi antitetici o possono rappresentare due leve per un necessario well-being?
Sono due modelli complementari che, se ben integrati, possono rispondere a esigenze diverse e in evoluzione. La ristorazione aziendale tradizionale rappresenta un punto fermo di socialità e cultura aziendale; quella diffusa, attraverso soluzioni come i nostri ristoranti self-service RITA, offre maggiore flessibilità soprattutto per quelle realtà che non hanno la possibilità di strutturare un ristorante aziendale interno. L’obiettivo resta lo stesso: prendersi cura delle persone. Il come può cambiare e siamo sempre pronti a costruire soluzioni su misura.
I buoni pasto, come elemento sostitutivo alla mensa, destano preoccupazione perché sono più competitivi, convenienti e più flessibili?
I buoni pasto sono uno strumento utile, ma non possono sostituire il valore, in termini di benessere, socialità e convivialità di un ristorante aziendale. Offrono flessibilità, è vero, ma mancano dell’impatto sociale, educativo e culturale che un servizio di ristorazione aziendale ben progettato può garantire. Una pausa pranzo condivisa rafforza la coesione, migliora il clima aziendale e consente alle imprese di promuovere stili alimentari sani e sostenibili. Inoltre, la ristorazione aziendale è a sua volta uno strumento di welfare non monetario con benefici fiscali e contributivi sia per il lavoratore che per l’azienda. È una scelta strategica, non solo logistica o economica. Detto ciò, in Italia, caso unico, il buono pasto, che per sua stessa definizione è “sostitutivo di mensa”, viene a sproposito utilizzato anche nei ristoranti aziendali. L’utilizzo corretto di questo strumento potrebbe certamente portare vantaggi per dipendenti e imprese, come da sempre sostiene Valyouness, la società del Gruppo CIRFOOD che si occupa dei servizi di welfare, ma sono necessarie consulenze personalizzate per la costruzione di un piano integrato che tenga conto delle reali necessità di chi lavora.
I dati della ricerca condotta insieme a IPSOS esprimono le tendenze di quali aree geografiche?
La ricerca realizzata da IPSOS per l’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT ha intervistato un campione proveniente da tutto il territorio nazionale, restituendo un quadro trasversale e rappresentativo della popolazione lavorativa italiana. Da essa, emergono alcune sfumature interessanti: nelle grandi città e nei distretti industriali, ad esempio, il tema della ristorazione aziendale come servizio strategico per il well-being è particolarmente sentito. Allo stesso modo, credo sia molto interessante anche una lettura generazionale e non solo territoriale della ricerca: l’indagine rivela, infatti, che il 58% di chi lavora e non ha accesso a un ristorante aziendale ne auspica l’introduzione, dato che aumenta al 67% tra gli under 35, per i benefici che essa apporta in termini di praticità e convenienza (71%), gusto, qualità e rispetto di un’alimentazione equilibrata (48%).
Investire nella creazione di una mensa aziendale, perché e in che modo?
Investire in un ristorante aziendale oggi significa investire nelle persone e, di conseguenza, nella produttività e sostenibilità (sociale, ambientale ed economica) dell’impresa. È una scelta che comunica attenzione, cura e responsabilità. Un ristorante aziendale progettato su misura per le esigenze delle persone che vivono ogni giorno l’impresa è un hub di welfare: migliora la qualità della vita, favorisce il work-life balance, promuove la salute e rafforza la cultura aziendale. In CIRFOOD accompagniamo le aziende in questo percorso con soluzioni personalizzate, sostenibili e digitali: menu flessibili, tecnologie smart, attenzione all’ambiente e filiere locali. La ristorazione aziendale non è un costo, è un investimento strategico per creare valore condiviso, dentro e fuori l’azienda.
Lucia Medri
L’educazione finanziaria potenzia il welfare aziendale
Novembre 18, 2024