Attraverso un’indagine condotta insieme all’istituto di ricerche SWG, Valore D ha individuato 9 principi chiave per promuovere l’inclusività lavorativa che sono stati raccolti nel pledge Diamo forma al lavoro del futuro
Il mercato del lavoro sta attraversando una fase di profonda trasformazione, influenzata dalle aspirazioni e dagli orientamenti delle nuove generazioni. I giovani, infatti, non sono più semplici spettatori in un sistema predefinito, ma stanno attivamente ridefinendo le dinamiche lavorative. Oggi, il paradigma si è ribaltato: sono i giovani a scegliere le aziende in cui lavorare, e non più il contrario. Questo cambiamento riflette la crescente richiesta di ambienti professionali più inclusivi e di un migliore equilibrio tra vita privata e lavoro, con un forte focus sul benessere personale.
In questo contesto, emerge l’importanza di creare luoghi di lavoro che rispecchino una nuova scala di valori, fondata su inclusione, equità e rispetto delle identità. Le imprese sono chiamate a rispondere a queste nuove esigenze se vogliono continuare a essere competitive e attrattive per le giovani generazioni.
I 9 principi dell’inclusività lavorativa: una guida per le imprese
Valore D (leggi la nostra intervista alla direttrice generale), l’associazione che da anni supporta le imprese nello sviluppo di ambienti di lavoro capaci di valorizzare tutti i talenti, ha individuato 9 principi chiave per promuovere l’inclusività lavorativa. Questi principi sono stati raccolti nel pledge Diamo forma al lavoro del futuro e derivano da un’indagine condotta insieme all’istituto di ricerche SWG, che ha coinvolto un campione di giovani tra i 18 e i 35 anni, tra cui neet, studenti e lavoratori all’inizio della loro carriera.
I 9 principi dell’inclusività lavorativa sono: apertura al dialogo e al confronto, valorizzazione, partecipazione, disponibilità di risorse e tecnologie, supporto allo sviluppo delle competenze, equità e trasparenza, sviluppo del benessere individuale e collettivo, rispetto delle identità e senso di appartenenza. Questi rappresentano un patto che Valore D propone alle aziende, affinché possano rispondere alle aspettative delle giovani generazioni e diventare più innovative e competitive.
La percezione dei giovani: insoddisfazione e voglia di cambiamento
L’indagine Il lavoro inclusivo per le giovani generazioni condotta insieme a SWG ha evidenziato un dato preoccupante: solo il 35% dei giovani si dichiara pienamente soddisfatto del proprio lavoro. Inoltre, il 36% dei partecipanti ha affermato di aver subito o assistito a pratiche di scarsa inclusione sul posto di lavoro. Questa mancanza di inclusività, unita alla percezione di scarsa equità e riconoscimento delle competenze, spinge i giovani a essere più inclini a cambiare lavoro rispetto alle generazioni precedenti.
Una percentuale significativa, tra il 30% e il 40%, ritiene che le proprie aziende siano in ritardo nell’applicazione dei principi di inclusività, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo del benessere (42%), il rispetto delle identità (40%) e l’accoglienza (40%). Circa il 45% dei giovani, inoltre, ritiene che manchi l’apertura al dialogo, un elemento cruciale per la creazione di un ambiente di lavoro inclusivo.
Il ruolo della Generazione Z nel cambiamento
La Generazione Z, in particolare, sta guidando questo cambiamento di paradigma nel mondo del lavoro. Quasi un giovane su due sceglie il proprio impiego basandosi sulla presenza di alcuni valori fondamentali nelle aziende, come l’apertura al dialogo, il supporto al benessere, l’equità e il rispetto delle soggettività. È chiaro che per attrarre i talenti più giovani, le aziende devono adottare un approccio inclusivo e mettere al centro il benessere delle persone.
Cristiana Scelza, Presidente di Valore D, sottolinea come l’inclusione sia un tema di grande rilevanza per le nuove generazioni, evidenziando la necessità di superare ostacoli culturali profondamente radicati, come il paternalismo e la mancanza di meritocrazia. Secondo Scelza, è fondamentale costruire un ponte di dialogo tra giovani e imprese, per promuovere un cambiamento che parta dalla consapevolezza di quanto il benessere delle persone sia il vero asset delle aziende.
Il patto per un futuro lavorativo inclusivo
In risposta a questa necessità, Valore D ha lanciato il pledge Diamo forma al lavoro del futuro, che mira a coinvolgere le imprese in un impegno concreto verso l’inclusività. Le prime a sottoscrivere questo patto sono state alcune delle principali Agenzie per il Lavoro, tra cui Gi Group, ManpowerGroup, Randstad, SGB Humangest Holding e Umana, che hanno riconosciuto in esso uno strumento efficace per promuovere la cultura del lavoro inclusivo all’interno delle organizzazioni.
Il patto ha inoltre ricevuto il patrocinio di Y7 – Youth7, Engagement Group ufficiale del G7, e della Young Ambassadors Society, associazione italiana no-profit Chair dell’Y7 2024, in collaborazione con la Presidenza italiana del G7.
In conclusione, il cambiamento del mercato del lavoro non è solo una necessità, ma una realtà in rapida evoluzione. Le aziende che sapranno adattarsi alle nuove richieste delle giovani generazioni, mettendo al centro inclusività, benessere e rispetto delle identità, non solo attireranno i migliori talenti, ma saranno anche in grado di costruire un futuro più equo e sostenibile per tutti.
Marco Barbieri
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Novembre 18, 2024