Mamazen, primo Startup Studio nato in Italia nel 2018, ha deciso di affiancare i founder delle sue startup non solo con un team di esperti a supporto del business, ma anche con terapeuti e counselor professionisti
Un recente sondaggio di Serenis in collaborazione con l’Università di Padova ha rilevato che il 61% dei lavoratori italiani mostra segnali di disagio psicologico, in netto aumento rispetto al 49,4% del 2023. E in un ecosistema già instabile come quello delle startup, questo disagio si amplifica. Il sistema imprenditoriale italiano è sempre stato costruito su modelli in cui l’imprenditore “si deve fare da sé”, un mito dell’eroe solitario che ha creato uno scenario di founder isolati con livelli di stress elevatissimi, che hanno portato poi le imprese a faticare a crescere, e a volte a scomparire dal mercato. Il modello dello Startup Studio, ancora poco diffuso in Italia, potrebbe essere una delle risposte più concrete a questo fenomeno. Infatti, affiancare un founder con team, capitale, struttura, e soprattutto supporto umano e strategico, significa ridurre il rischio di fallimento e limitare i costi psicologici dell’impresa.
“Io non credo nel mito del founder invincibile” – spiega Farhad Alessandro Mohammadi, CEO di Mamazen – “Ci siamo raccontati per anni che bastava la resilienza. Nel 2020 ero immerso nel progetto di Mamazen con impegno costante, ma ero anche sfinito. E ho compreso, provandolo sulla mia pelle, che senza una rete di relazioni che mi supportasse, senza spazi per elaborare il carico emotivo, non sarei andato molto lontano. Non importava quanto fossi bravo”.
Ecco perché lo Startup Studio dopo l’iter di ideazione, verifica e validazione di una nuova impresa, nel suo processo di selezione dei founder – oltre a prendere in esame il CV, fare test di stress e colloqui conoscitivi su esperienze e competenze – pone sempre una domanda che spiazza: “hai mai avuto un momento di seria difficoltà e come lo hai affrontato? Hai una rete di affetti o persone di riferimento nella sfera professionale che ti supportano?” Non si tratta di un dettaglio, ma di un filtro culturale.
Si tratta di un’attenzione particolare sulle capacità di autoanalisi del candidato, sulla sua propensione al confronto, e una chiara comunicazione della vision aziendale: è importante costruire una rete reale, dove oltre ai numeri ci sono le persone, che non vengono lasciate sole. Mamazen infatti mette a disposizione dei co-founder selezionati (la prassi prevede l’”assunzione” di due persone potenzialmente compatibili per le startup affinché ci sia qualcuno con cui i singoli possano condividere dubbi, strategie e vittorie) un supporto legale e un product team dedicato. Ogni founder delle giovani realtà imprenditoriali create da Mamazen e finanziate dalla holding IH1 parte dunque con un assetto completo: niente corse a trovare fondi, niente burocrazia legale da affrontare da soli, perché c’è già un ecosistema di supporto pronto per riuscire a valorizzare le potenzialità dei professionisti selezionati e del nuovo business.
Mamazen lavora per costruire team sani ed efficienti, dentro e fuori. Se un professionista o un founder mostra segnali di stress viene proposto un percorso con terapeuti o counselor, e verrà introdotto per i dipendenti dello Startup Studio un contributo per chi inizia un percorso individuale di psicoterapia, prassi che si intende estendere nel più lungo periodo anche alle stesse startup in portafoglio.
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Novembre 18, 2024