10 Ottobre2025

Cobar e Seconda Chance: per i detenuti, un’opportunità di lavoro che riabilita

Cobar

Gruppo Cobar e Seconda Chance insieme per il reinserimento dei detenuti, ne parliamo con Domenico Spinelli, Direttore delle Risorse Umane di Cobar Spa

In copertina: Cantiere del Duomo a L’Aquila (Uno dei cantieri coinvolti nel progetto Seconda Chance)

Cos’è e come si inserisce la partnership con Seconda Chance nelle vostre azioni di responsabilità sociale?

Il progetto SECONDA CHANCE si inserisce nel capitolo “Rispetto per le persone” del nostro piano di sostenibilità aziendale. Uno degli obiettivi che ci siamo prefissati è quello di abbattere le diversità di qualunque tipo e soprattutto di garantire pari opportunità indipendente da sesso, razza, etnia, religione con un particolare focus sull’attenzione al sostegno dei più deboli (tra i quali oltre ai detenuti, ci sono anche gli stranieri in condizioni di vulnerabilità).

Chi può beneficiarne? Detenuti e ex detenuti, in virtù di quali requisiti e per quanto tempo?

Possono beneficiarne detenuti, ex detenuti oppure persone che hanno semplicemente un percorso di riabilitazione a seguito di precedenti penali. La scelta avviene in collaborazione dell’associazione Seconda Chance, delle case circondariali, degli assistenti sociali che ci permettono di poter incontrare persone che hanno dimostrato, oppure stanno dimostrando di essere pronte al rientro nella società. A loro va il nostro più profondo ringraziamento.

Parliamo di detenuti perché le detenute non hanno ancora accesso a queste opportunità?

L’opportunità è rivolta ad entrambi i sessi. Al momento non abbiamo ancora avuto l’opportunità di selezionare una collega, poiché in questa fase di test, abbiamo deciso di dare la priorità a persone che hanno già maturato un minimo di esperienza in ambito edile e ad oggi, nessuna candidata ci è stata presentata. Non escludiamo tuttavia che ciò possa avvenire non appena il progetto avrà avuto maggiori sviluppi.

Come si articola il rapporto di lavoro, quali tutele sono garantite, e le giornate lavorative vengono retribuite o sono utili per la buona condotta?

Il rapporto di lavoro è gestito sotto forma di contratto di lavoro, in una prima fase in somministrazione, regolarmente retribuito come da CCNL edilizia. Al buon esito del rapporto di lavoro a tempo determinato, vorremmo poter trasformare questi rapporti in contratti a tempo indeterminato. E’ evidente che il reinserimento lavorativo, oltre a garantire la retribuzione della persona, permette di dimostrare concretamente la riabilitazione alla vita sociale, di recuperare la libertà durante la giornata, ma soprattutto di essere pronti a riprendere in mano la propria vita.

Cosa si intende per reinserimento? Significa che la persona può proseguire la collaborazione una volta concluso il periodo detentivo?

Assolutamente si. Così come avvenuto per uno dei nostri primi partecipanti al progetto, Antonio, che ha iniziato a lavorare il 27/06/2025, in data 10/09/2025 è arrivato il decreto di scarcerazione ed oggi continua a lavorare con noi, ama soprattutto è un cittadino libero.
Ci auguriamo che possa accadere nuovamente anche per gli altri colleghi, perché lo spirito del progetto è quello di garantire una vera seconda possibilità.

Lucia Medri

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