Associazione Ricerca Felicità: a Sud e Isole più felici del Nord Est
Torniamo a parlare dei dati della quinta edizione del barometro dell’Associazione Ricerca Felicità, realizzata con la partnership tecnica di Up Day. Questi ultimi evidenziano importanti differenze territoriali nella percezione del lavoro e del benessere, con un Sud e le Isole più felice e consapevole.
“Il Nord Est è in difficoltà, i lavoratori e le lavoratrici di quest’area fanno presente che non sono felici né complessivamente né se paragonati a chi conoscono. Non sappiamo se siano meno felici a causa del lavoro, anche perché alla domanda su quanto questo incida sulla propria felicità complessiva, il Nord Est attribuisce il peso minore. Certo è che fa riflettere come alla domanda schietta “Quanto sei soddisfatto/a del tuo lavoro?” abbiano un punteggio così basso (3.07 contro i 3.33 del Sud e Isole). Il Nord Est è un’area tra le più produttive d’Europa, e di fronte a queste evidenze invitiamo le istituzioni e le organizzazioni a un confronto costruttivo per comprendere il perché di questi dati” afferma Elisabetta Dallavalle, Presidente dell’Associazione Ricerca Felicità. “Il Sud e le Isole invece sembrano più felici: alla domanda “Quanto sei soddisfatto/a del tuo lavoro?” guidano, assieme al Nord Ovest, la classifica, che cambia di poco se si chiede “Al di là della soddisfazione, quanto ti senti felice del tuo lavoro?”: il Nord Ovest è sempre in testa (3.34), segue il Sud + Isole (3.32), il Centro (3.19) e il Nord Est (3.12)”.
Se si entra in profondità e si chiede agli italiani e alle italiane “Pensando al tuo attuale lavoro, quali di queste affermazioni pensi siano sostanzialmente VERE” il valore regionale più alto lo ottiene il Sud + Isole che all’affermazione “Il mio lavoro migliora la mia azienda” l’81% la ritiene vera: il 13% in più rispetto al Nord Est ultimo in classifica e 5% in più rispetto al Centro e il Nord Ovest.
A superare le altre aree anche la convinzione che il proprio lavoro contribuisca alla propria crescita personale e che aiuti a capire le persone di cui ci si circonda.
Il Sud e le Isole guidano la classifica, anche se con minore scarto, nel considerare vere le seguenti affermazioni: “Nella mia azienda c’è un approccio positivo nel fare/ gestire le cose”; “Nella mia azienda creatività e innovazione sono supportate/ apprezzate” e “Ho una carriera che valorizza i miei talenti e i miei punti di forza”.
“Altro dato che fa riflettere è che alla domanda “Secondo te, quello che l’azienda/organizzazione sta facendo (o non facendo) dal punto di vista sociale (dell’attenzione alle persone ed alla comunità) migliorerà il benessere di chi lavora per la tua azienda/organizzazione?” è il Sud + Isole a guidare la classifica con 3.11 sopra il Nord Ovest con 3.02, il centro con 2.88 e il Nord Est con 2.72. Alla domanda “Secondo te, quello che l’azienda/organizzazione sta facendo (o non facendo) dal punto di vista sociale migliorerà anche il benessere per la comunità che la tua azienda/organizzazione serve?” il Sud + Isole guida la classifica con 3.01 sopra il Nord Ovest con 2.92, il centro con 2.72 e il Nord Est con 2.66″ afferma Elga Corricelli, co-fondatrice dell’Associazione Ricerca Felicità.
Quest’anno l’Osservatorio BenEssere Felicità, grazie alla partnership tecnica di Up Day ha fotografato anche quanto il welfare aziendale determini la felicità e alla domanda “Secondo te, quanto il welfare aziendale determina la felicità dei/delle collaboratori/collaboratrici in azienda?” il Sud + Isole, con 3.71, è più convinto di altre aree come il Nord Ovest 3.56, Nord Est 3.52 e il Centro con 3.50.
“Questo dato ci fa riflettere: dove il welfare è meno diffuso, sembra essere maggiormente percepito come un fattore di benessere. Al contrario, nelle aree dove è più radicato, potrebbe essere vissuto come un elemento ormai acquisito, quasi scontato. È una dinamica interessante che richiede ulteriori approfondimenti. Nonostante un livello più basso di soddisfazione e felicità percepita, il Nord Est continua a distinguersi come una delle aree più produttive d’Europa. È proprio questa combinazione – alta produttività e bassa soddisfazione – che invita istituzioni e imprese locali a un confronto costruttivo: bisogna trovare una nuova grammatica del Welfare aziendale e ascoltare le esigenze delle persone può contribuire a invertire la rotta” commenta Marika Malizia, Responsabile Area People in Day. “Le aziende hanno un ruolo strategico nel comunicare il valore del welfare: non solo come strumento di sostegno al reddito, ma come leva sociale capace di riflettere e rafforzare i valori aziendali. Il welfare diventa così un potente strumento di cultura organizzativa e di identità condivisa. Il rapporto mette in luce un’Italia a più velocità, ma anche la possibilità concreta di trasferire buone pratiche, valorizzare esperienze positive e costruire un modello di benessere lavorativo più omogeneo. Le differenze territoriali possono così trasformarsi in un’opportunità di crescita collettiva.”
“Il Welfare si adatta inevitabilmente alle persone e ai contesti territoriali, risultando ogni volta diverso, in base alla regione, all’azienda o alla realtà in cui viene applicato. Questo perché non è un insieme di regole che si applicano uguali dappertutto, ma una declinazione sui bisogni delle persone e sul contesto. Questa analisi sulle differenze tra Nord e Sud Italia, ci porta a un’ulteriore riflessione: tra i fattori che possono influenzare negativamente la felicità delle persone, c’è anche la necessità di trasferirsi dal Sud al Nord per lavorare, con tutte le implicazioni affettive e personali che questo comporta, come la distanza dalla propria terra e dalla famiglia. È chiaro che, se una persona ha la possibilità di vivere e lavorare nel proprio territorio d’origine, sarà con ogni probabilità più felice” conclude Mariacristina Bertolini – Vice Presidente, DG Up Day e Direttrice zona Euromed di UP
*Nord-Ovest (Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’aosta), Nord-Est (Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige), Centro (Lazio, Toscana, Umbria e Marche) Sud e Isole (le restanti regioni)
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Novembre 18, 2024