3 Dicembre2024

Valore D sulla disabilità: italiani più sensibili e consapevoli ma non nelle aziende

Valore D

Nella Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità pubblichiamo un estratto della ricerca “Opinioni e percezioni sul tema della disabilità” rilasciata dall’Osservatorio Valore D e realizzata insieme a SWG

La protezione, il rispetto, il sostegno e l’inclusione sociale della disabilità non è solo un obbligo morale e giuridico, ma è anche un’opportunità per costruire comunità più eque, ricche di diversità e capaci di crescere in modo sostenibile. Quella a cui siamo chiamati ogni giorno e in tutti i nostri spazi di vita (dalla casa, passando per la scuola, il lavoro, fino alla palestra) è quindi una questione di responsabilità sociale per cui ogni individuo, a prescindere dalle sue capacità, debba vedere tutelata la sua dignità, i suoi diritti inalienabili senza alcuna discriminazione.

Per una ricognizione sul tema, citiamo lo studio Opinioni e percezioni sul tema della disabilità realizzato dall’Osservatorio Valore D insieme a SWG emerge che prevale un’idea di accudimento e protezione nei confronti della persona con disabilità (lo pensa 1 persona su 2) e una difficoltà comune nel riconoscere le disabilità invisibili. Alla domanda “In generale, se pensa a una persona con disabilità, in quale delle seguenti reazioni si riconosce di più?”, il 61% delle persone intervistate risponde che «Una persona con disabilità è una persona fragile e problematica, da proteggere e aiutare o da gestire». Il 24% delle persone rispondenti invece, eleva la persona disabile ad uno stato superiore: «è speciale», una «fonte di ispirazione».

VARIE FORME DISABILITÀ

Sono però ancora diffusi alcuni luoghi comuni: mentre il 76% identifica come disabilità la condizione di chi è in sedia a rotelle, solo il 22% riconosce come disabilità condizioni quali l’ansia generalizzata o la sindrome da stanchezza cronica. Il dato sale nei ceti più fragili, che mostrano una maggiore sensibilità verso queste forme meno evidenti di disabilità, con percentuali che arrivano al 31% per il riconoscimento della sordità parziale e al 36% per il diabete di tipo 1.

VERSO UN’EFFETTIVA INCLUSIVITÀ

I luoghi più respingenti sono strade, marciapiedi e mezzi pubblici, anche se più di 1 su 2 ritiene che anche uffici e posti di lavoro siano luoghi non inclusivi. Tra gli attori, quelli che dovrebbero occuparsi di gestire e assicurare l’inclusione delle persone con disabilità sono Stato e istituzioni pubbliche (lo pensa il 71%), seguiti da aziende e mondo del lavoro (lo pensa il 62%); solo un terzo del campione crede che le aziende siano già sufficientemente impegnate. Significativo il ruolo attribuito alla comunità: il 42% ritiene che i vicini di casa e le comunità debbano fare la loro parte, con una sensibilità particolare tra le donne, che raggiungono il 47%.

LA RAPPRESENTAZIONE NEI MEDIA

Nei media la disabilità è raccontata poco e attraverso narrazioni stereotipate, eroiche o pietistiche e assolutamente poco naturali. Lo dice il 74% del campione che ritiene che i media non rappresentino adeguatamente le persone con disabilità con un 27% che pensa che le persone con disabilità siano quasi del tutto ignorate e senza una reale visibilità. È evidente un gap generazionale: 8 giovani su 10 credono ci sia una scarsa rappresentanza da parte dei media, mentre il 27% degli over 55 ritiene che ci sia un’adeguata rappresentazione.

CAREGIVER VS STATO

8 persone su 10 credono che i caregiver dovrebbero ricevere maggior supporto e riconoscimento economico, psicologico e sociale. Un dato significativo emerge sulla questione del ruolo primario nell’assistenza: su chi debba avere il ruolo più importante tra Stato o caregiver c’è infatti una divergenza, per il 49% degli intervistati “le persone con disabilità dovrebbero essere supportate dallo stato/sanità pubblica, senza ricadere su figure terze” (percentuale che sale al 55% tra i ceti fragili) contro il 41% in disaccordo con questa affermazione.

“Il cambiamento nella percezione e sulla gestione della disabilità richiede tempo e la collaborazione di tutti gli attori coinvolti. Il sondaggio dell’Osservatorio D evidenzia una crescente sensibilità, soprattutto tra i giovani e le imprese, che adottano politiche oltre gli obblighi di legge. Questo percorso inizia con una rappresentazione autentica e condivisa della disabilità, superando narrazioni stereotipate che rafforzano la marginalizzazione. Riconoscere e rappresentare con autenticità le identità delle persone con disabilità significa considerarle individui completi, con diritti, sogni e potenzialità, contribuendo a combattere pregiudizi e discriminazioni”, commenta Barbara Falcomer Direttrice Generale Valore D.

Lucia Medri

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