La ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, rileva che tra le sei missioni del Piano la salute è la priorità degli italiani (31%), nonostante sia ultima per i fondi stanziati dal Governo
Solo il 21% degli italiani, pari a circa 9 milioni di concittadini, vanta una conoscenza specifica del PNRR, mentre il 62% ne ha una cognizione approssimativa. Appena il 5% della popolazione (pari a circa 2 milioni di italiani) ne ha una consapevolezza veramente approfondita; complessivamente, più di 8 su 10 (83%, pari a circa 36 milioni di concittadini), conoscono almeno di nome il Piano. È quanto emerge da una ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, che ha analizzato conoscenza, interesse e fiducia nel PNRR e nelle sue principali caratteristiche. L’indagine è stata realizzata presso un campione nazionale rappresentativo della popolazione di età 16-74 anni (rappresentativi di oltre 44 milioni di individui) e residenti nelle principali Aree Metropolitane (rappresentativi di oltre 13 milioni di individui) secondo genere, età, area geografica, ampiezza centro, titolo di studio, tenore di vita, professione e nucleo familiare. Sono state realizzate 1.720 interviste, condotte mediante metodo CAWI1, metodologia di raccolta dei dati che si basa sulla compilazione di un questionario via web.
La ricerca evidenzia come la conoscenza del Piano aumenti proporzionalmente al crescere dell’età: spicca tra i Baby Boomers (88% delle persone tra 57 e 74 anni conoscono, almeno di nome, il PNRR) seguiti dalla Generazione X (83% delle persone tra 41 e 56 anni) ed è meno diffusa tra la Generazione Z (77% delle persone tra i 16 e i 26 anni conoscono, almeno di nome, il PNRR). I Millennials, coloro che hanno tra i 27 e i 40 anni, hanno una conoscenza complessiva appena sotto la media (80% conoscono, almeno di nome, il PNRR), ma una padronanza del PNRR sopra la media nazionale (23% rispetto a una media del 21%) e in linea con la popolazione più matura (24%).
Bologna, con l’11% degli intervistati, guida la classifica delle Aree Metropolitane con la conoscenza più approfondita del Piano, percentuale doppia rispetto alla media delle altre città. Seguono Verona (9%) e Roma (7%). Gli abitanti del capoluogo scaligero spiccano tuttavia anche per l’alta percentuale di chi “non ne ha mai sentito parlare” (23%), seguiti a ruota dai torinesi (22%) e dai napoletani (21%).
La fiducia cresce con la conoscenza del Piano, mentre 2 italiani su 3 vorrebbero saperne di più su come le riforme contribuiranno alla ripresa del Paese. Dai dati di Changes Unipol, elaborati da Ipsos, emerge che 4 Italiani su 10 vedono nel PNRR uno strumento utile al rilancio del Paese, ma una maggiore conoscenza del piano genera una crescente fiducia con la percentuale degli ottimisti che sale al 54% tra coloro che ritengono di sapere in maniera specifica i contenuti del Piano. Tra quest’ultimi, l’elemento di maggior traino è rappresentato dalle competenze del Governo per spendere le risorse a disposizione (45%).
Considerando la poca padronanza del tema, 2 italiani su 3 (66%, pari a circa 29 milioni di concittadini) vorrebbero saperne di più su come le riforme del PNRR contribuiranno alla ripresa del Paese. Un’esigenza maggiormente sentita dalle generazioni più mature (71% dei Baby Boomers) e da chi vive nelle Aree Metropolitane di Bari (75%), Bologna (73%) e Milano (71%). Sembra, al contrario, rappresentare una priorità meno marcata il saperne di più per la Generazione Z (60%) e per chi vive a Roma (60%) e Verona (61%).
Tra chi ha almeno sentito parlare del PNRR è diffusa l’opinione che i fondi non siano sufficienti. Il 73% di chi ha almeno sentito parlare del Piano ritiene che i fondi stanziati non saranno comunque sufficienti e, soprattutto, che serviranno altri fondi pubblici (51%, mentre la porzione di coloro che ritengono necessari anche fondi privati si attesta al 22%). Un’opinione diffusa soprattutto tra i Millennials (57%, rispetto al 51%, 50% e 45% riferibili, rispettivamente, a Generazione X, Generazione Z e Baby Boomers) e nelle Aree Metropolitane del centro (57% rispetto al 54% registrato al Nord e al 49% riscontrato al Sud). A livello di Aree Metropolitane, soprattutto a Palermo (82%) e Verona (82%), percentuali ben superiori alla media italiana (73%), si ritiene che i fondi potrebbero non essere sufficienti, mentre Napoli vanta il dato più elevato di coloro che ritengono i fondi sufficienti a risollevare il Paese (35%, contro una media italiana del 27%).
Tra coloro che, invece, padroneggiano il PNRR l’esigenza di ulteriori fondi scende al 60% e cresce molto chi ritiene siano necessari altri fondi privati, di cittadini e imprese, rispetto a quelli pubblici. Generazione Z e Sud Italia sono i meno informati, ma i più fiduciosi. Infine, tra coloro che ne hanno sentito almeno parlare, la Generazione Z (54%) risulta essere la più confidente nel PNRR e nelle sue possibilità e, tra le Aree Metropolitane, spiccano per fiducia quelle del Sud Italia, a eccezione di Palermo (38%), con Napoli e Bari, dove si annovera, rispettivamente, il 57% e il 53%, di fiducia rispetto a una media italiana del 46%.
Tra le 6 missioni del PNRR, la “Salute”, ultima per fondi stanziati, è considerata prioritaria seguita dalla Transizione Ecologica e dall’Inclusione sociale.
La salute è la priorità degli italiani (31%) tra le sei missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), nonostante sia ultima per i fondi stanziati dal Governo. La quarta ondata della pandemia, e il numero crescente di contagi e malati ricoverati, comporta, inevitabilmente, riflessi e condizionamenti sui cittadini che, ad oggi, individuano in digitalizzazione, telemedicina e assistenza territoriale le necessità primarie per il futuro del Paese.
L’area “Salute” svetta, dunque, tra le priorità a livello nazionale (il 31% degli intervistati lo ritiene il tema più rilevante per tutto il Paese), pur essendo all’ultimo posto per fondi stanziati. A pesare sulla percezione e sull’agenda delle necessità è certamente la quarta ondata della pandemia e il numero crescente di contagi e malati ricoverati. Al secondo posto “Rivoluzione verde e Transizione Ecologica” (18%), missione che risulta al primo posto per fondi stanziati, davanti a “Inclusione e coesione sociale” (17%), “Istruzione e ricerca” (13%), “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” (11%) e “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” (10%).
L’area “Salute” è la prima necessità anche a livello locale ovvero considerando la realtà del luogo dove si abita (per il 29% degli intervistati delle varie Aree Metropolitane), in particolare a Bologna (45%), Verona (36%) e Torino (35%) mentre è meno rilevante a Napoli (22%) e Roma (21%), dove l’interesse è focalizzato sulle infrastrutture, che costituiscono la principale priorità (22% rispetto a 15% delle varie Aree Metropolitane).
A Palermo (26%), Napoli (25%) e Bari (24%) è molto sentito il tema dell’inclusione sociale, area di intervento non percepita a Bologna (10%). Verona, con il valore più elevato (24%) relativamente all’area “Rivoluzione verde e Transizione Ecologica”, si distingue per il maggior orientamento green al contrario di Torino (dove si registra solo il 5% di interesse). “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” e “Istruzione e Ricerca” risultano, infine, maggiormente percepite a Firenze (rispettivamente 15% e 18%) che in questi due ambiti supera di molto la media delle altre località.
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Novembre 18, 2024