Maturansia – osservatorio e community social di diplomandi e diplomati fondata nel 2018 – afferma che il 79% dei maturandi non si sente affiancato dalla scuola per l’esame e il post-diploma. Con il founder Claudio Fioretti, capiamo nel dettaglio i bisogni della GenZ tra scuola e lavoro
La scuola è cambiata, in che modo dal vostro punto di vista e perché è nata Maturansia, un nome che già indica uno stato di disagio.
Il nostro obiettivo è quello di supportare gli studenti e le studentesse dal primo anno della scuola superiore fino al conseguimento del diploma, e poi nell’orientamento universitario. La scuola è cambiata in quanto gli studenti cercano, e trovano, informazioni altrove, oltre i programmi scolastici. Noi veniamo incontro a questa domanda attraverso i nostri canali social e newsletter, affinché nei momenti di svago e di intrattenimento su queste piattaforme si possano trovare occasioni per informarsi con facilità. L’idea di Maturansia nasce mentre frequentavo l’università quando ho cercato di convogliare le mie ansie e perplessità in una community per condividerle con altre persone. La pandemia ha amplificato queste esigenze, infatti è stato in quel periodo che la nostra piattaforma si è trasformata in una sorta di grande famiglia digitale che ha intercettato l’isolamento di quei giorni e ha creato dei momenti di contatto quando questi venivano a mancare.
A chi vi rivolgete, su quali piattaforme e quali sono i numeri della vostra community?
Ci rivolgiamo non solo agli studenti di scuola secondaria ma anche a coloro che iniziano gli studi universitari. I social maggiormente utilizzati, perché sono quelli favoriti dalla GenZ, sono Tik Tok e Instagram e raggiungiamo ogni anno, in prossimità dell’esame di maturità, circa 400/500 mila studenti, all’incirca la totalità dei maturandi, proprio perché si sentono impreparati a questa prova e hanno bisogno di rassicurazioni.
Quali sono i principali bisogni delle nuove generazioni?
Abbiamo avvertito sin da subito un senso di solitudine da parte dei ragazzi e delle ragazze: la scuola è un contesto che si vive in maniera individuale non collettiva. Altro aspetto che lamentano gli studenti, è la mancanza di un adeguato orientamento post-diploma, secondo i nostri sondaggi più del 50% di loro all’inizio del quinto anno non sa cosa fare dopo la scuola e solo il 30% si sente affiancato dalle istituzioni. Sono i media contemporanei che suppliscono a questa mancanza.
Non solo scuola ma anche università, in che modo impostate l’orientamento formativo per coloro che devono affacciarsi al mondo del lavoro?
Maturansia sceglie l’imparzialità e, più che la focalizzazione su di un obiettivo preciso, preferisce concentrarsi sul percorso di comprensione e consapevolezza delle possibilità che si possono presentare una volta conclusi gli studi. Seguiamo i trend del mondo del lavoro fornendo informazioni aggiornate e utili riguardo la tecnologia e l’intelligenza artificiale. Fondamentale non è tanto il traguardo in sé ma come raggiungerlo.
Sembra si tratti di un orientamento su misura…
Assolutamente. Dopo aver raccolto dati utili riguardanti il sentiment degli studenti, ogni settimana inviamo la nostra newsletter, che conta 40 mila iscritti, impostata sui corsi di laurea preferiti, lavori papabili, tendenze ecc ecc, aspetti richiesti dagli studenti stessi e che affrontiamo con il loro tone of voice.
Il vostro pubblico da chi è composto prevalentemente?
Circa il 65% è costituito da ragazze e anche rispetto alle vendite del nostro volume (Matur-ansia: il manuale di sopravvivenza alla maturità ndr) più del 50% delle lettrici sono ragazze.
Che rapporto avete con le istituzioni?
Ad oggi non abbiamo cercato relazioni, perché preferiamo l’imparzialità rispetto ad alcune scelte ministeriali dando però voce alle opinioni dei ragazzi, fungendo da megafono per le loro esigenze e pubblicando poi le analisi relative a determinate tematiche.
Lucia Medri
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