Nel confronto con Leonardo Ghiraldini, ex capitano della Nazionale di rugby e consigliere federale, scopriamo il Player Development Program sviluppato dalla Federazione Italiana Rugby in collaborazione con G.I.R.A. (l’Associazione Giocatori di Rugby) e Vittoria Assicurazioni
Come e perché nasce il progetto?
La Federazione Italiana Rugby ha avviato il progetto di Player Development Program in collaborazione con altri attori del movimento, tra cui G.I.R.A. (l’Associazione Giocatori di Rugby) e Vittoria Assicurazioni, che si conferma ancora una volta un partner prezioso, con l’obiettivo di creare le condizioni affinché lo sviluppo umano, culturale e professionale degli atleti e delle atlete proceda di pari passo con quello sportivo, aumentando così il livello di tutela nei confronti delle giocatrici e dei giocatori inseriti nel percorso di formazione di alto livello, o nella carriera agonistica di alta prestazione.
Qual è stata l’esigenza di progettare il post carriera? Cioè fare l’atleta non è già per se un lavoro con una relativa pensione?
Dal punto di vista strettamente giuslavoristico il rugby non è uno sport professionistico, dunque è responsabilità dei singoli garantire i regolari adempimenti pensionistici presso gli enti preposti. Ma i giocatori e le giocatrici rappresentano uno stakeholder fondamentale del nostro sistema e la Federazione avverte la responsabilità di contribuire alla loro crescita umana. Promuovere una cultura basata sulla doppia carriera non è solo una scelta, ma una vera e propria responsabilità. Attraverso il lavoro di progettazione di G.I.R.A. come Federazione possiamo implementare un programma che si affianca al percorso verso l’alta prestazione, formalizzando la nostra attenzione nel dotare atlete ed atleti degli strumenti per vivere al meglio il loro sogno, senza dimenticare di mantenere uno sguardo al futuro dopo il rugby. Oggi le condizioni contrattuali offrono maggiori tutele, ma è importante ricordare che lo sport di alta prestazione è precario e le carriere agonistiche hanno una durata limitata. Proprio per questo, è fondamentale avere degli strumenti per ampliare le prospettive, le visuali, oltre a prepararsi anche al futuro, costruendo fin da subito una nuova identità oltre l’attività sportiva. È fondamentale investire nella crescita della persona, non solo dell’atleta. Una persona più completa diventa anche un atleta migliore.
Quali sono i futuri sbocchi professionali a disposizione e come avviene l’inserimento nel mondo del lavoro?
La mission di Oltre la mischia è di creare un ecosistema in cui giocatrici e giocatori maturino la consapevolezza del contesto in cui operano – e dei suoi limiti strutturali – incentivando percorsi paralleli alla pratica sportiva che li mettano nelle condizioni di gestire con equilibrio il delicato momento della transizione nel mondo del lavoro. È un processo che parte da un’analisi della persona, del proprio background, identificando aspirazioni ed attitudini sulle quali costruire un percorso di formazione su misura affinché si equipaggi di competenze ed esperienze spendibili sul mercato del lavoro e nel settore identificato. Da uno studio condotto da G.I.R.A. nel 2022 ad esempio, su un campione di 300 tra atlete, atleti in carriera ed ex (rappresentativi della Nazionale Maschile e Femminile, delle due franchigie di URC e dei campionati domestici) è emerso che il 48% delle donne ed il 59% degli uomini hanno intenzione di lavorare nello sport al termine della loro carriera sportiva. Altro esempio estremamente tangibile è il supporto di Vittoria Assicurazioni, main partner FIR, che attraverso il suo Skillab erogherà da un lato percorsi formativi legati alla cultura finanziaria ed assicurativa e parallelamente, per un gruppo identificato di atlete ed atlete che manifesterà interesse, ci sarà la possibilità di usufruire di un tutoraggio individuale per valutare un inserimento professionale nel settore assicurativo.
Questa progettazione potrebbe essere estesa agli atleti e alle atlete di tutte le discipline?
Il Player Development Program è stato costruito secondo linee guida e prassi internazionali indicate dalla World Players Association, organizzazione che rappresenta più di cento associazioni giocatori in sessanta Paesi differenti. È quindi un programma frutto di anni di studio e messa a sistema delle migliori pratiche, adattabile e scalabile per tutte le discipline. La peculiarità del PDP risiede nel fatto che promuove una visione olistica dell’atleta, non si tratta quindi solamente di dual career in senso stretto, ma interviene su carriera sportiva, educazione e benessere. L’obiettivo è prendersi cura dell’atleta a 360 gradi e per far sì che questo avvenga con efficacia è necessaria una stretta collaborazione tra Federazione, Associazione Giocatori e stakeholder coinvolti. Con il PDP implementiamo per la prima volta in Italia un modello di riferimento internazionale, su un target ben definito di giocatrici e giocatori inseriti nella pathway per l’alto livello: un progetto ambizioso che può allo stesso tempo rappresentare un interessante laboratorio a disposizione dello sport italiano nella sua totalità.
Quanto durano le carriere del rugby e qual è il numero di iscrizioni della Federazione?
Ad oggi la Federazione Italiana Rugby può contare su circa novantamila tesserati. Le carriere nel rugby, come in molti altri sport, variano a seconda di diversi fattori, tra cui le condizioni fisiche, gli infortuni e le opportunità. A livello internazionale, la carriera di un atleta di élite tende a durare fino ai 33-34 anni, sebbene ci siano eccezioni. Alcuni giocatori possono continuare a giocare anche oltre questa età, ma è raro. Lo sport di alto livello è estremamente impegnativo dal punto di vista fisico, e per molti atleti e atlete le carriere possono concludersi anche prematuramente, a causa di infortuni.
La Seria A Elite quante iscritte possiede?
La Serie A Elite maschile è composta da dieci squadre, mentre quella femminile da otto. Il più alto livello di gioco a livello maschile è rappresentato dalle due Franchigie, le Zebre Parma e la Benetton Rugby. Possiamo quindi considerare un totale di venti squadre per quanto riguarda i livelli più alti di gioco nel nostro Paese.
Oltre il post carriera quali sono le tutele che la Federazione mette in campo per le sue atlete e atleti?
Attualmente, le tutele messe in campo dalla Federazione per le atlete e gli atleti si concentrano principalmente sullo sviluppo dell’atleta come sportivo, offrendo strumenti per la sua crescita e garantendo coperture assicurative specifiche per l’attività agonistica. Inoltre, per gli atleti minorenni che seguono il percorso di formazione federale, sono previste tutele legate alla formazione scolastica nelle Accademie Federali.
Lucia Medri
Foto Credits Getty/Federugby
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