Intesa Sanpaolo Vita applicherà un nuovo modello all’organizzazione del lavoro e quindi anche a presidi e prestazioni welfare per raccogliere spunti e disegnare ulteriori modalità di lavoro in parte in presenza e in parte da remoto
L’organizzazione del lavoro del futuro non può contare ancora su “best practice” da imitare. Non ci sono ancora modelli. “Siamo in fase di progettazione” sostiene Roberta Accettura, responsabile Personale, Change Management e Sostenibilità di Intesa Sanpaolo Vita e della Divisione Insurance del Gruppo Intesa Sanpaolo, che ormai conta oltre mille dipendenti.
Molte aziende che avevano dedicato risorse ed energie per rendere la sede di lavoro sempre più “bella da vivere” e da frequentare, oggi si trovano a dover pensare a come trasferire il benessere dei propri dipendenti a domicilio, per quella modalità di home working forzato “che poco ha a che vedere con lo smart working” – continua Accettura.
Il futuro sarà verosimilmente ibrido, servirà molto ascolto empatico per far sentire la comunità aziendale e sarà importante creare occasioni di incontro informale anche a distanza, in sostituzione della pausa caffè o del pranzo con i colleghi. Il modello ibrido si applicherà all’organizzazione del lavoro e quindi anche a presidi e prestazioni welfare. “Il Gruppo sta lavorando molto sull’evoluzione strutturale del nuovo modo di lavorare, il nextworking. In Divisione Insurance, abbiamo lanciato il progetto Playinsurance, per raccogliere spunti e disegnare insieme ai colleghi le nuove modalità di lavoro che saranno in parte in presenza e in parte da remoto, ragionando con loro su evoluzione delle competenze manageriali, efficace gestione dei tempi, attività da svolgere in ufficio o a casa, collaboration tool e nuovi layout degli spazi. Le linee guida saranno quelle del Gruppo Intesa Sanpaolo, ma con una personalizzazione legata alle specificità del nostro business e delle esigenze progettuali delle nostre Compagnie. Fino alla praticità di qualche oggetto di facile uso, ad esempio regalando ai colleghi uno zainetto porta pc, accessorio utile in questa nuova modalità di lavoro”.
Delega, fiducia e monitoraggio dei risultati sono le tre parole che devono diventare la guida delle strategie in azienda. L’empowerment dei collaboratori è l’obiettivo della nuova leadership aziendale. Non è più il tempo del controllo senza affidamento della responsabilità. Sul fronte del welfare aziendale sempre più in evidenza sono i servizi che riguardano la salute ed il benessere. In tutto il Gruppo Intesa Sanpaolo sono state intraprese le misure necessarie di prevenzione e sicurezza. Tutti gli edifici, per un progressivo ritorno al lavoro in presenza, sono stati dotati di mascherine gratuite, termoscanner, disinfettanti. “Nella Divisione Insurance, al rientro dalle ferie, grazie al supporto della neo acquisita Compagnia Intesa Sanpaolo RBM Salute, è stata offerta gratuitamente a tutti i dipendenti la possibilità di sottoporsi su base volontaria ad un test sierologico, nell’ottica di favorire un “ritorno sicuro” in ufficio dopo la pausa estiva. L’adesione è stata elevatissima. E non ci fermiamo qui, stiamo lavorando su nuove iniziative che lanceremo a breve” racconta Accettura.
L’acquisizione di RBM, specializzata nel ramo salute, consentirà di fare ulteriori passi avanti nell’ambito di polizze e servizi sanitari offerti anche al personale. Grande attenzione alla prevenzione, prestazioni sempre più competitive, possibilità di estensione delle stesse anche a familiari non fiscalmente a carico, usufruendo di una rete convenzionata di oltre 113.000 tra strutture e medici professionisti (Centri Diagnostici, Studi Fisioterapici, Medici Odontoiatri, Medici Specialisti, Ottici) e modalità di fruizione dei servizi tecnologicamente avanzate e user friendly.
“Abbiamo cercato inoltre di migliorare il modo di vivere in azienda con il progetto mywellbeing rivolto a tutto il personale con i filoni culture, food e fit: ecco che, anziché correre in palestra durante la pausa pranzo, la palestra veniva in ufficio con corsi di yoga, pilates e allenamento funzionale. Oggi queste iniziative sono state trasformate in proposte online fruibili comodamente nel proprio salotto o nella propria camera” – spiega Accettura.
“Wellbeing significa per noi anche favorire il buon clima interno, con il filone Passion i colleghi hanno in questi anni condiviso le loro passioni creando dei gruppi trasversali sui temi più vari che si incontrano nelle pause pranzo in momenti auto organizzati che contiamo di far ripartire il prima possibile, per ridare allo spazio ed alla relazione informale che ci è mancata in questi mesi.”
Ultimo nato è infine il frutteto in Divisione Insurance che è stato lanciato proprio in questi giorni. “Il frutteto fa evolvere il nostro orto urbano presente dal 2014 al 6° piano della nostra sede di Milano. Con questa nuova idea la “comunità degli ortisti” si allarga, grazie al meccanismo dell’adozione a distanza, i colleghi in team potranno infatti adottare una pianta e contribuire a ridurre la produzione di CO2 in atmosfera, ma soprattutto fare sinergia tra loro contribuendo alla creazione del primo frutteto aziendale che unisce virtualmente tutte le piazze: Milano, Torino, Roma, Dublino, Mestre”.
Benessere organizzativo vuol dire anche attenzione alla “diversity & inclusion”. Attenzione che ha portato la Divisione Insurance a risultati eccezionali: il 54% dei dipendenti sono donne; sono donne circa il 36% dei dirigenti, il 42% dei manager, il 35% dei riporti diretti all’Amministratore Delegato. “È stato un processo naturale – spiega Accettura – il talento femminile si è imposto in modo spontaneo, senza ostacoli o prevenzioni. Credo che il segreto per la Divisione sia stato quello di avere diversità in particolare nella prima linea manageriale, si diventa role model e si favorisce più naturalmente una crescita di entrambi i sessi. E poi scelte coraggiose. Il Gruppo da sempre punta sul merito e il merito non distingue tra generi”.
Parlando di scelte “coraggiose” è significativo citare le promozioni di colleghe, per competenze e merito, “a ruoli di responsabilità nel momento in cui erano in procinto di assentarsi per maternità; e la nostra fiducia è stata pienamente ricambiata. Lo dico – conclude Accettura – perché spesso la gravidanza, o la crescita di un figlio piccolo, sono tra i principali ostacoli al completo riconoscimento del lavoro femminile. Le donne che abbandonano il lavoro o rinunciano alla carriera lo fanno spesso per la maggior parte per difficoltà legate alla conciliazione vita/lavoro. Occorre incoraggiare le donne che per merito e motivazione vogliano crescere nelle organizzazioni”.
Marco Barbieri
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Novembre 18, 2024