Adattarsi alle esigenze delle persone e del lavoro in un mondo che cambia. Ne parliamo con Marco Campagnano CEO e Co-founder di Fit and Go che ha rivoluzionato il concetto di fitness con il suo allenamento rapido, completo e personalizzato
Qual è il bilancio di Fit And Go (leggi i nostri approfondimenti) rispetto agli ultimi anni, alle modalità tramite cui, anche e sopratutto durante la pandemia, vi siete adattati alle esigenze delle persone in fatto di benessere e salute?
La pandemia è stato un momento chiave per lo sport: sono nate nuove esigenze, si è sviluppato moltissimo l’allenamento da casa, ed è cambiato il ruolo del personal trainer in maniera significativa. A questi principali cambiamenti si è poi coerentemente unito un progresso tecnologico in termini di software e hardware. Il tema prevalente resta però il tempo. Per questo abbiamo cercato di adeguarci a questa esigenza facendo ancora dei passi ulteriori guardando a efficienza, sicurezza e esclusività: le nostre sessioni di allenamento sono one to one, gli spogliatoi sono stati trasformati in dei box singoli, abbiamo anche sperimentato la formula dell’allenamento a domicilio, domanda ora calata a seguito della fine della pandemia. Anche a livello di innovazione, abbiamo progettato Sintesi, un macchinario – dedicato a tutte le fasce d’età, professionisti e non – che in 2 metri quadrati racchiude più attrezzi di una tradizionale palestra. La personalizzazione dell’offerta permette anche il tracciamento dei dati e l’analisi delle performance.
Cresce la capillarità della vostra offerta sul territorio, in che modo i servizi sono stati scelti dalle aziende come benefit per i loro dipendenti?
La nostra offerta si inserisce in un mondo del lavoro in cui l’attenzione per le persone, la qualità del loro benessere, la prevenzione e la conciliazione vita-lavoro stanno assumendo sempre più un ruolo importante. Siamo quindi diventati partner di molte aziende sparse sul territorio nazionale grazie alla presenza di oltre 100 dei nostri centri in diverse località. I nostri allenamenti non durano più di trenta minuti e possono essere inseriti nella quotidianità di tutte e tutti, prima di andare a lavoro, durante la pausa pranzo, mentre i figli sono a scuola…
Quali sono gli aspetti che agevolano il worklife balance?
Personalizzazione, tempo e capillarità sono le parole chiave. Tutti gli allenamenti possono essere inseriti nella routine delle nostre giornate, all’insegna della salute, del benessere, dello svago e dell’efficienza. Il nostro target sono tutti: dallo studente universitario, alla mamma, a coloro che stanno in pensione.
Più attività, più punti vendita, più personale. La vostra è anche una strategia per sviluppare occupazione e sostenere l’imprenditorialità tra le nuove generazioni?
Abbiamo cambiato non solo il concetto di palestra ma abbiamo anche migliorato il lavoro della figura del personal trainer, che è sempre stato male inquadrato con contratti di collaborazione sportiva o l’obbligo della partita iva. Il personale di Fit And Go è oggi strettamente legato all’azienda con una regolare e stabile contrattazione che impatta sui livelli di occupazione ed è traducibile in circa 600/700 dipendenti sparsi in tutta Italia. I e le trainer hanno trovato un luogo quindi che valorizza concretamente la loro professionalità e da dipendenti sono diventati imprenditori e imprenditrici creando a loro volta nuove attività. Per esempio, a Roma abbiamo 30 centri, in Campania 20 ed è una dinamica virtuosa e riproducibile: iniziamo con un centro e poi creiamo una rete attorno ad esso.
Quello di Fit And Go è dunque anche un supporto all’avvio della propria carriera professionalizzante?
Sì, è un supporto a 360° che inizia in una fase preliminare dalla spiegazione dell’attività, passa poi alla ricerca e realizzazione del locale, all’orientamento per le pratiche relative all’apertura, al supporto gestionale, fino alla formazione nell’Academy per i trainer. Un brand virtuoso che comporta la nascita di 20/25 negozi l’anno e ci classifica come primo franchising in Italia nel mondo del fitness, in un paese come il nostro in cui questa modalità di affiliazione commerciale non è ancora molto diffusa e spesso penalizzata dalla diffidenza di coloro che preferiscono la piccola imprenditoria. L’esperienza e il mestiere si crea insieme, congiuntamente, in una trasmissione di saperi che accomuna figure più esperte e i giovani.
Vi contraddistinguete anche per un’attenzione all’empowerment femminile? (Leggi l’intervista a Valentina Righetti Ceo di YPT nata dall’esperienza Fit And Go)
Le statistiche sull’occupazione femminile non valorizzano la bravura e professionalità di molte esperte, al contrario, all’interno di Fit And Go, la presenza delle donne è quasi al 90%. È un indice di grande orgoglio per me perché presenta un’inversione di tendenza rispetto alla situazione attuale e dimostra il nostro impegno nel contribuire a valorizzare e premiare il talento.
Lucia Medri
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