Per contrastare l’emergenza sangue in Italia, e in particolar modo a Roma, serve una cultura della donazione che passi attraverso percorsi di educazione rivolti sia ai singoli che alle aziende. Questo è il progetto della startup Rosso fondata dalla ventunenne Chiara Schettino
Ad oggi in Italia il numero di donatori di sangue è pari a 1.6 milioni, una soglia troppo bassa per soddisfare il fabbisogno di sangue e dei suoi derivati. L’età media di coloro che donano, di contro, è molto alta, tendenzialmente over 45: ciò vuol dire che manca un ricambio generazionale, il che contribuisce ad aggravare l’emergenza di sangue registrata in Italia, soprattutto in alcune aree come Lazio, Sardegna e Campania. Un ulteriore elemento di criticità risiede nella ricorrenza della donazione: infatti, gli uomini possono donare ogni 90 giorni, dunque fino a 4 volte l’anno, così come le donne se in età non fertile, altrimenti la possibilità di queste si dimezza. Secondo dati recenti1, la percentuale di donatrici è pari al 33%, dunque inferiore rispetto a quella di donatori di sesso maschile: questo dato mette in luce un altro problema, se si considera che per trasfondere una donna in età fertile è preferibile il ricorso a sangue proveniente da un individuo dello stesso genere, una compatibilità genetica che – ad oggi – non può essere garantita, proprio per i motivi evidenziati.
Rosso è la startup fondata da Chiara Schettino, oggi 21enne con la passione per l’innovazione nel mondo sanitario: “Rosso è il frutto di un’esperienza personale: a 19 anni ho affrontato in prima persona la malattia, una leucemia che mi ha costretto a dipendere dalle donazioni di sangue – commenta la founder Chiara Schettino – Sono stata in cura a Roma, città che registra la più alta emergenza di sangue in Italia e in cui i centri trasfusionali faticano a essere autosufficienti; per poter ottenere una trasfusione di due sacche, corrispondenti alla dose necessaria per il mio peso, mi è capitato di dover aspettare anche 15 ore, un’attesa estenuante a livello fisico, ma anche psicologico”.
Rosso si pone come macro-obiettivo quello di azzerare – entro i prossimi 10 anni – l’emergenza di sangue in Italia: per farlo, aiuta gli ospedali a incrementare il numero dei donatori, ma anche la loro frequenza di donazione. La startup si impegna ad essere un punto di riferimento durante tutto l’iter di donazione, a partire da campagne di sensibilizzazione, sino alla prenotazione della sede e dell’orario più comodo per il donatore.
“Si tratta di un progetto che, inevitabilmente, mi tocca da vicino, ma che – proprio per questo – porta con sé l’esigenza di renderlo quanto più universale possibile – precisa Chiara – L’impegno di Rosso è quotidiano. Supportiamo le associazioni dei donatori e gli ospedali affiancando passo dopo passo i donatori: li seguiamo nella prenotazione, diamo loro la possibilità di annullare l’appuntamento in qualsiasi momento, ma anche di avere un confronto diretto con un medico e rimanere aggiornati sulle future donazioni”.
Le attività si stanno focalizzando anche nella costruzione della più grande anagrafe europea di donatori di sangue under 45: una rete di solidarietà che vuole essere una soluzione concreta all’emergenza di sangue.
Rosso estende la propria azione anche al coinvolgimento di aziende – all’interno delle quali si fa promotrice di attività di formazione e welfare – così come di scuole, università e associazioni. Rosso, con i suoi programmi dedicati alle singole comunità, diventa strumento per il raggiungimento degli obiettivi ESG (di governance) e welfare aziendale: si impegna, infatti, in percorsi di promozione della sostenibilità e della responsabilità sociale, attraverso azioni concrete e dall’impatto misurabile per le aziende. Coinvolgendo in progetti etici ed emozionanti, si fa promotrice di un impegno di squadra rivolto a tutte le risorse e orientato a un unico obiettivo: salvare vite.
Tra le aziende, Procter & Gamble ha aderito al programma Rosso x DONATE, con il desiderio di diffondere la cultura della donazione del sangue all’interno della comunità aziendale; già vicini a questo tema, ma anche a quelli dell’ESG, l’azienda si è posta come obiettivo quello di coinvolgere più persone possibili per riuscire a contribuire in maniera significativa all’emergenza sangue ed emocomponenti che affligge il paese. Nella meravigliosa cornice romana del quartier generale di P&G, si sono svolti gli eventi di promozione e sensibilizzazione sui temi di prevenzione e donazione del sangue; in particolare, durante il Workshop #DonaRossoinAzienda, i partecipanti si sono sfidati a colpi di creatività e strategia per il bene comune. A seguito dell’iniziativa, grazie alla collaborazione con l’AVIS comunale di Roma, è stato possibile realizzare una prima giornata di raccolta.
“Collaboriamo spesso con l’AVIS comunale di Roma, che crede fortemente in Rosso e nella capacità del progetto di intercettare, sempre più, giovani donatori neofiti – precisa Chiara – Insieme, portiamo avanti iniziative innovative sia da un punto di vista delle modalità di svolgimento, sia per la tipologia di comunicazione: questi due elementi ci permettono di arrivare al cuore dei ragazzi, di ingaggiarli emotivamente e, quindi, di accompagnarli nel prezioso percorso di responsabilità sociale”.
Tra le altre aziende che supportano Rosso, H-Farm ha creduto nel progetto sin dagli albori, sostenendolo non solo economicamente – attraverso la Fondazione H-For Human – ma anche ospitando l’hackathon RossoHack, rivolto agli studenti delle scuole superiori e a universitari: questi, caratterizzati da background molto differenti, hanno collaborato e si sono sfidati per trovare idee utili a incentivare i coetanei a donare sangue.
Inoltre, Talent Garden Ostiense supporta il progetto aderendo ai programmi di sensibilizzazione e organizzando periodicamente giornate di raccolta di donazioni con Rosso e in collaborazione di AVIS Roma. Infine, anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il Campus Biomedico di Roma hanno creduto e credono nel progetto, tanto da promuovere eventi – come il RossoTour – per sensibilizzare giovani studenti intorno alla tematica.
“Con questo progetto stiamo avvicinando ogni giorno nuovi giovani donatori per la prima volta – conclude Chiara Schettino – La mia sfida è quella di diffondere quanto più possibile la cultura della donazione, portando sempre più giovani a fare questo passo: donare sangue è uno di quei gesti semplici, che richiede davvero solo il tempo di 10 minuti, ma che possono tradursi in un aiuto vitale per gli altri. Se siamo riusciti a convincere anche diversi agofobici, confido nella possibilità di motivare ancora molte altre persone a intraprendere questo prezioso percorso”.
L’educazione finanziaria potenzia il welfare aziendale
Novembre 18, 2024