Il rinnovo del contratto collettivo dei dirigenti industriali prevede l’innalzamento del massimale retributivo e la ripartizione dell’aliquota tra azienda e lavoratore in parti uguali o differenti
Una modifica integrale all’articolo 18 prevede l’innalzamento del massimale retributivo a 180 mila euro, questo è quanto previsto nel rinnovo del contratto collettivo dei dirigenti industriali siglato lo scorso 30 luglio da Federmanager e Confindustria.
Punto rilevante del rinnovo è la disegnazione di un welfare previdenziale più dinamico che permetta all’azienda di utilizzare il fondo pensione Previndai. L’aliquiota resta stabile all’8% della retribuzione lorda annua fino al massimale ma la ripartizione dell’onere contributivo fissata in misura pari fra le due parti (4% a carico dell’azienda e 4% a carico del dirigente) può essere modificata con l’incremento della quota a carico dell’azienda del 3% lasciando al dirigente il residuale 1%. In questo modo – e soprattutto per le giovani generazioni di dirigenti rientranti nel metodo contributivo puro e che applicano il massimale contributivo sulla pensione di primo pilastro – la previdenza complementare dovrà giocare un ruolo di primo piano per quanto riguarda il welfare pensionistico.
Cambiamento che prevede l’estensione della platea di beneficiari non più soltanto ai dirigenti con una retribuzione inferiore a 120.000 euro che versano la loro quota e con un’anzianità dirigenziale superiore ai sei anni compiuti, ma anche a tutti coloro che sono iscritti al fondo con quota contributiva a loro carico e senza seniority minima richiesta.
L’educazione finanziaria potenzia il welfare aziendale
Novembre 18, 2024