22 Novembre2024

Coverflex: 3 su 4 scelgono i benefit e non l’aumento in busta paga

Coverflex

Coverflex Report sulla Retribuzione 2024. Diffusa l’insoddisfazione retributiva ma il welfare aziendale guadagna popolarità: il 63% degli intervistati lo ritiene un “supporto tangibile alle spese quotidiane”, mentre il 61% lo definisce “una forma importante di sostegno al reddito”

Coverflex, startup di welfare aziendale specializzata in retribuzione flessibile, ha condiviso i risultati del suo Report sulla Retribuzione 2024, che quest’anno giunge alla seconda edizione. L’indagine, commissionata da Coverflex e realizzata da Toluna, si è svolta a settembre su un campione italiano rappresentativo del mondo del lavoro del nostro Paese e composto da 1000 lavoratori, per lo più di sesso maschile, provenienti da diverse aree d’Italia e da contesti lavorativi differenti, ma prevalentemente dal Nord (45%) e da aziende di piccole dimensioni (42%).

Dalle prime evidenze emerse dal Report, appare chiaro che il lavoro influisca profondamente sul benessere delle persone: equilibrio vita-lavoro, relazioni interpersonali, stabilità lavorativa e passione sono elementi chiave per la qualità della vita professionale e che, pertanto, le aziende dovrebbero tutelare. Tuttavia, sebbene la maggior parte dei lavoratori si senta parte integrante della propria azienda, lo studio condotto da Coverflex rivela che la situazione attuale è lontana dall’ideale, con evidenti aree di insoddisfazione e opportunità di miglioramento: ad esempio, il 65% dei lavoratori si dichiara non pienamente soddisfatto della propria retribuzione, il 36% dei rispondenti è insoddisfatto o poco soddisfatto del pacchetto di benefit proposto mentre il 33% cita “scarso interesse e poca attenzione” da parte del management verso le loro esigenze come ragione principale del proprio malcontento.

Il Report sottolinea una tendenza già nota: la retribuzione rimane una delle principali criticità del mercato del lavoro in Italia e i dati lo confermano. Infatti, la grande maggioranza dei lavoratori che hanno risposto al sondaggio (74%) considera “inadeguato” o “poco competitivo” il proprio pacchetto retributivo, con una media di soddisfazione che si attesta a 5,7 e che tradisce un malcontento diffuso. Analizzando più nel dettaglio i dati, Coverflex condivide i dati dell’OCSE1 e fa luce su una situazione critica: l’Italia è l’unico Paese europeo dove i salari sono rimasti stagnanti negli ultimi 20 anni. Uno scenario confermato dal 60% degli intervistati, che ritiene invariato il proprio pacchetto retributivo nonostante l’aumento netto del costo della vita: si tratta di una constatazione grave, che sottolinea come i lavoratori fatichino a vedere la propria retribuzione allinearsi alle esigenze economiche.

Il giudizio complessivo assegnato alla propria condizione lavorativa, che non raggiunge la sufficienza, riflette anche la mancanza di fiducia nelle capacità del management di prendersi cura dei dipendenti, rivelando una frattura importante: il senso di appartenenza, pur presente, non colma il bisogno di sentirsi ascoltati, apprezzati e supportati nel proprio percorso professionale. Il dato, dunque, evidenzia la necessità per le aziende di intervenire in maniera incisiva per rispondere ai bisogni dei lavoratori, tra cui spicca la richiesta di adottare modelli di lavoro più flessibili. Le risposte ottenute dal sondaggio rivelano che, sebbene il 76% degli intervistati affermi che lo smart working migliora la qualità della vita e incrementa la produttività, il lavoro in presenza rimane dominante, con l’82% dei rispondenti che lavora ancora al 100% seguendo il modello tradizionale. Al contrario, il 49% dei lavoratori da remoto ritiene le proprie condizioni di lavoro altamente flessibili contro solo il 25% di chi lavora interamente in presenza. Questo divario sottolinea l’importanza per i dipendenti di poter gestire autonomamente il proprio tempo e spazio lavorativo.

Nonostante il welfare aziendale offra notevoli vantaggi ai lavoratori, che lo vedono come un “supporto tangibile alle spese quotidiane” (63%) e come una “forma importante di sostegno al reddito” (61%), capace di “aumentare il potere d’acquisto delle famiglie” (59%), l’analisi di Coverflex rivela alcune criticità, che stridono con l’apprezzamento generale. Infatti, nel 20% dei casi le aziende non effettuano alcuna indagine sulla soddisfazione o sui bisogni dei propri dipendenti, generando un clima di sfiducia tra i lavoratori nei confronti del management, ritenuto incapace di prendersi cura delle esigenze del personale. Il risultato di questa tendenza è un chiaro gap tra i benefit offerti e quelli realmente desiderati: i pacchetti welfare non sempre rispondono alle necessità effettive dei dipendenti, che spesso si dichiarano insoddisfatti dei servizi attuali.

Secondo gli intervistati, il principale ostacolo da superare nell’ambito del welfare aziendale è il disinteresse delle aziende (37%). Un altro fattore limitante è la scarsa conoscenza dei servizi disponibili e delle modalità di utilizzo da parte dei dipendenti (29%), probabilmente dovuta a una carente comunicazione interna aziendale (26%). Se consideriamo che, come riportato da Coverflex, 3 lavoratori su 4 preferirebbero ricevere un aumento retributivo sotto forma di benefit anziché un aumento tradizionale in busta paga, è importante e necessario che le aziende operino con trasparenza per rendere il welfare aziendale un vero e proprio pilastro del benessere del dipendente, agevolandone e semplificandone l’accesso in modo da incrementarne l’efficacia.

A riprova dell’importanza di un buon pacchetto welfare aziendale, Coverflex sottolinea come il 62% dei beneficiari di servizi welfare si senta “ascoltato e valorizzato” dalla propria azienda grazie a questi strumenti. Il sondaggio rivela che i benefit più desiderati dai lavoratori sono quelli che hanno un impatto diretto sul potere d’acquisto: tra questi, il buono pasto rimane il più diffuso e apprezzato. Lo riceve il 30% degli intervistati, per lo più in formato elettronico e con un valore che oscilla tra i 6 e gli 8 euro (sebbene al Sud si registri una maggiore incidenza di buoni pasto di valore inferiore ai 4 euro). L’80% dei rispondenti li utilizza al supermercato, mentre 3 lavoratori su 5 dichiarano di spenderli quasi quotidianamente per coprire il costo del pranzo durante i giorni lavorativi.

“Rispetto all’edizione 2023, il nuovo Report sulla Retribuzione 2024 evidenzia aree di miglioramento per le aziende italiane rispetto alle aspettative dei dipendenti. Trasparenza salariale, diversità, welfare mirato e flessibilità sono elementi chiave per attrarre e trattenere talenti: l’impegno in questi ambiti è cruciale per creare ambienti lavorativi che rispecchino i valori dei dipendenti – dichiara Mara Tonta, Marketing Manager di Coverflex – Il nostro studio rivela che la situazione attuale è lontana dall’ideale, con evidenti aree di insoddisfazione e opportunità di miglioramento. Riteniamo che in futuro le aziende dovranno investire in relazioni più dirette e trasparenti con i dipendenti, valorizzandoli come individui. Questo approccio colmerà il divario di fiducia, creando ambienti lavorativi che promuovono sia la produttività che la qualità della vita”.

Cerca

I libri di Wewelfare

Il benessere psicologico

Il benessere psicologico

commenti e interviste

Registrati alla nostra Newsletter