La relazione della presidente Maria Bianca Farina ha aperto questa mattina (in streaming) l’Assemblea 2020 dell’Ania, l’associazione dell’industria assicurativa italiana. Sono intervenuti in collegamento online il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il presidente Ivass, Daniele Franco e il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli
Nel pieno dell’emergenza Covid le imprese assicurative italiane offrono, da un lato, la loro collaborazione alla ripresa del Paese; d’altro canto si propongono per rafforzare l’architettura del welfare. Lo ha detto la presidente Farina: “La sfida più grande inizia ora con il contributo che possiamo offrire al rilancio della nostra economia. Siamo un settore con un peso rilevante nel Paese e possiamo essere parte fondamentale per il piano di ripresa dell’Italia. Vogliamo essere al fianco delle istituzioni e di tutte le forze produttive e sociali per dare il nostro contributo attraverso gli assi portanti della nostra mission e porre solide basi per lo sviluppo di un’economia sostenibile”.
Il settore assicurativo non è rimasto immune dallo shock determinato dalla crisi sanitaria. Farina ha ricordato che la “raccolta premi del 2019 aveva superato i 140 mld di euro, con una crescita del 3,7% rispetto all’anno precedente: +3,9% nel vita e +3,2% nel comparto danni. Il trend di crescita, confermato nei primi due mesi di quest’anno, ha bruscamente virato in negativo all’esplodere della pandemia. Nel trimestre del lockdown (da marzo a maggio), il decremento dei premi vita è stato del 35% rispetto al 2019. A giugno, con la fine delle misure eccezionali, si è registrata una prima inversione di tendenza, cui ha fatto seguito l’ulteriore consolidamento nei mesi di luglio e agosto, quando la raccolta è tornata sui livelli degli stessi mesi del 2019”.
Anche nei rami danni, la contrazione della raccolta è stata molto significativa nei mesi del lockdown (-9% rispetto al corrispondente periodo del 2019). La riduzione è stata più marcata nell’r.c. auto (-11,5%). Con la riapertura, la raccolta danni non auto si è riavvicinata ai livelli del 2019: nei primi otto mesi dell’anno, la contrazione è stata dell’1,7%. Nello stesso periodo, i premi r.c. auto sono diminuiti di oltre il 5% e, nella stessa misura, è sceso il premio medio per veicolo. Questo andamento ha riflesso la decisione, annunciata dalle compagnie, di agevolare gli assicurati che non avevano utilizzato il veicolo durante il lockdown. Infatti, la frequenza sinistri era sensibilmente scesa nei mesi di chiusura, per poi risalire progressivamente nei mesi estivi verso i valori del 2019.
Il risparmio degli italiani
Ha continuato Farina: “Sono anni ormai che l’assicurazione vita riveste un ruolo centrale nell’allocazione del risparmio degli italiani. La sua incidenza sul totale delle attività finanziarie delle famiglie è salita dal 10,7% nel 2009 al 18,2% nel 2019. È un ruolo che va preservato, continuando a gestire con un rapporto fiduciario un asset strategico del Paese: il risparmio di medio-lungo termine delle famiglie e delle imprese”.
Se il tema della crescita si pone come cruciale nella prospettiva di una politica economica di rilancio, “non meno importante è rafforzare l’intera architettura del welfare, che già oggi evidenzia debolezze e criticità. Squilibri destinati, senza adeguate correzioni, ad amplificarsi nei prossimi anni con ricadute negative sotto l’aspetto economico e sociale. Paure e sfiducia di larghi strati della popolazione avrebbero evidenti ripercussioni sul quotidiano dell’intero Paese”.
Il futuro del welfare: previdenza
Per quanto riguarda la previdenza il sistema già fortemente provato rischia di subire un progressivo deterioramento con il passare degli anni. “La crisi del mercato del lavoro, innanzitutto, sta riducendo il flusso contributivo destinato a pagare le pensioni già maturate e quelle future” ha detto la presidente Farina. “Si pone quindi con forza il tema di incentivare il sistema misto pubblico-privato che, nel rispetto delle reciproche peculiarità e con un fisco adeguatamente rivisto in chiave di detassazione nella fase di accumulo, almeno sui rendimenti, garantisca una sostenibilità di lungo periodo”.
Un altro aspetto, particolarmente delicato e ancor meno presidiato, è quello del progressivo incremento della non autosufficienza degli anziani. Occorre mettere in atto, in tempi ragionevolmente brevi, meccanismi che garantiscano anche agli anziani delle fasce economiche più deboli un’assistenza qualificata, costante e sostenibile. Si potrebbe, ad esempio, creare un fondo di avviamento strutturale che renda più accessibili alla popolazione più giovane e, in generale, alle fasce economiche più deboli, piani di accantonamento finalizzati a questo scopo. Il concorso dell’offerta assicurativa potrebbe, anche in questo caso, efficientare la quota di spesa privata a supporto e vantaggio del sistema nel suo complesso.
Il futuro del welfare: la sanità
Anche il sistema sanitario, messo a dura prova dall’esplosione pandemica e proprio per questo in fase di ripensamento e adeguamento, ha bisogno di trovare equilibri nuovi e di prospettiva. L’affiancamento della sanità privata a quella pubblica è tema di costante riflessione e confronto nell’ottica di offrire alle famiglie italiane il massimo di fruizione dei servizi di prevenzione e cura. Passi importanti, sotto questo aspetto, sono stati fatti, ma è convinzione diffusa, se non unanime, che il percorso possa essere reso più fluido ed efficace. Si tratta di allargare quanto più possibile la platea di coloro che hanno bisogno di rivolgersi al sistema sanitario, senza che il fattore economico sia un insormontabile ostacolo e che le tempistiche siano inadeguate. Senza preclusioni di carattere ideologico e nell’unica prospettiva di migliorare l’offerta di sicurezza per la salute, una rinnovata e organizzata collaborazione pubblico-privato è l’unica in grado di dare risposte soddisfacenti e su larga scala. Anche in questo caso la leva fiscale potrebbe attivare risorse importanti sia nella fase di prevenzione che in quella di cura, compresa la lungodegenza, uno degli aspetti più delicati e critici dell’intera filiera sanitaria.
La protezione da catastrofi e pandemie
Occorre finalmente realizzare un sistema efficace di prevenzione e protezione dai danni derivanti dalle catastrofi naturali che preveda anche lo strumento assicurativo. Si tratta di un terreno in cui l’Italia accusa, rispetto ai principali partner europei, un ritardo molto grave.
“Riteniamo opportuno, inoltre – aggiunge Farina – prolungare le recenti misure in materia di eco e sisma bonus ed estendere queste misure anche al patrimonio immobiliare delle società che gestiscono il risparmio previdenziale, assicurativo e di lungo termine delle famiglie italiane. E a proposito di catastrofi e della pandemia, con la quale stiamo purtroppo facendo ancora i conti, ANIA si è inserita nell’ampio dibattito europeo sul tema della eventualità e possibilità di coprire, in tutto o in parte con soluzioni assicurative, i danni derivanti da possibili future pandemie. A tal fine abbiamo costituito un gruppo di eminenti esperti – economisti, virologi, assicuratori, riassicuratori e Autorità di vigilanza – per individuare esigenze e bisogni dei vari clienti: famiglie, imprese, sistema sanitario nazionale pubblico e privato, così come emersi dall’esperienza del Covid e valutarne l’assicurabilità. Il progetto si è concluso in questi giorni; lo presenteremo al Governo perché possa valutare se e come utilizzarlo”.
Farina ha fatto riferimento anche alla possibilità di inserire nelle risorse del Recovery Fund anche i progetti che possano fa uscire il Paese dalla sua cronica tendenza alla sotto-assicurazione. “Riteniamo che sia la copertura contro le catastrofi naturali sia quella contro la pandemia dovrebbero ricevere a pieno titolo adeguati finanziamenti dalle risorse europee che si renderanno disponibili”. Farina ha concluso: “Insieme, come tante volte abbiamo sentito e creduto nei momenti più bui della pandemia, ce la faremo. Dobbiamo farcela. Noi ci siamo”.
Marco Barbieri
L’educazione finanziaria potenzia il welfare aziendale
Novembre 18, 2024