Lavoro, la proposta del Cnop: più psicologi del lavoro nella PA
L’Ordine degli Psicologi presenta il documento “Ripartire dalle persone. Il contributo della Psicologia del Lavoro, delle Organizzazioni e delle Risorse umane”
“Occorre focalizzare l’attenzione sui bisogni di persone ed organizzazioni. Le criticità possono diventare un’occasione per muoversi più velocemente nella direzione di cambiamenti auspicati. Dobbiamo ‘governare la ripartenza’ prendendo atto che essa non rappresenta un semplice ritorno al passato ma un percorso verso una nuova normalità, di cui stabilire i tratti distintivi e i confini”. Lo ha detto il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari, presentando il documento “Ripartire dalle persone. Il contributo della Psicologia del Lavoro, delle Organizzazioni e delle Risorse umane” realizzato dal Cnop.
“La lunga e forzata convivenza con la pandemia da Covid-19 – si legge nell’introduzione del documento – ha esacerbato condizioni critiche già presenti da tempo in molti contesti lavorativi e nel mercato del lavoro. Basterà ricordare solo alcuni tratti critici dello scenario lavorativo pre-Covid, ricavati da Report internazionali orientati a descrivere presente e futuro del lavoro. Essi rappresentano dei punti di riferimento per meglio comprendere la situazione italiana, riconoscere le sfide e avere così maggiori probabilità di successo nelle prospettive di una ripartenza dopo il periodo acuto della pandemia”.
Per Lazzari, “il contributo degli psicologi del lavoro potrebbe rendere efficaci ed efficienti le fasi di progettazione, implementazione, erogazione, monitoraggio e valutazione degli specifici servizi, realizzabili nell’ambito dell’orientamento, della formazione e dell’inserimento lavorativo. Tali contributi tecnici, spesso in Italia sottovalutati, potrebbero essere sostenuti con la forma di voucher per l’acquisto di servizi di consulenza psicologica e diventare una proposta fattiva alle istituzioni per sostenere l’occupabilità delle persone e ridurre il rischio di dipendenza dalle forme assistenziali di carattere emergenziale”.
“In ogni caso – aggiunge il presidente del Cnop – anche in carenza di riforme sistematiche risultano possibili piani e progetti di orientamento soprattutto a livello territoriale con il coinvolgimento di istituzioni scolastiche, formative, enti locali, aziende private e pubbliche. Essi potrebbero utilmente avvalersi anche dell’expertise di psicologi del lavoro. Sarebbe auspicabile che ogni PA di dimensioni medio-grandi possa dotarsi di risorse dedicate, di un nucleo di psicologia del lavoro all’interno dell’ufficio risorse umane per l’attività interna e il coordinamento con la gestione a livello centralizzato”, conclude.
23 Novembre2021
Salute e assistenza, Commenti e interviste
Lavoro, la proposta del Cnop: più psicologi del lavoro nella PA
L’Ordine degli Psicologi presenta il documento “Ripartire dalle persone. Il contributo della Psicologia del Lavoro, delle Organizzazioni e delle Risorse umane”
“Occorre focalizzare l’attenzione sui bisogni di persone ed organizzazioni. Le criticità possono diventare un’occasione per muoversi più velocemente nella direzione di cambiamenti auspicati. Dobbiamo ‘governare la ripartenza’ prendendo atto che essa non rappresenta un semplice ritorno al passato ma un percorso verso una nuova normalità, di cui stabilire i tratti distintivi e i confini”. Lo ha detto il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari, presentando il documento “Ripartire dalle persone. Il contributo della Psicologia del Lavoro, delle Organizzazioni e delle Risorse umane” realizzato dal Cnop.
“La lunga e forzata convivenza con la pandemia da Covid-19 – si legge nell’introduzione del documento – ha esacerbato condizioni critiche già presenti da tempo in molti contesti lavorativi e nel mercato del lavoro. Basterà ricordare solo alcuni tratti critici dello scenario lavorativo pre-Covid, ricavati da Report internazionali orientati a descrivere presente e futuro del lavoro. Essi rappresentano dei punti di riferimento per meglio comprendere la situazione italiana, riconoscere le sfide e avere così maggiori probabilità di successo nelle prospettive di una ripartenza dopo il periodo acuto della pandemia”.
Per Lazzari, “il contributo degli psicologi del lavoro potrebbe rendere efficaci ed efficienti le fasi di progettazione, implementazione, erogazione, monitoraggio e valutazione degli specifici servizi, realizzabili nell’ambito dell’orientamento, della formazione e dell’inserimento lavorativo. Tali contributi tecnici, spesso in Italia sottovalutati, potrebbero essere sostenuti con la forma di voucher per l’acquisto di servizi di consulenza psicologica e diventare una proposta fattiva alle istituzioni per sostenere l’occupabilità delle persone e ridurre il rischio di dipendenza dalle forme assistenziali di carattere emergenziale”.
“In ogni caso – aggiunge il presidente del Cnop – anche in carenza di riforme sistematiche risultano possibili piani e progetti di orientamento soprattutto a livello territoriale con il coinvolgimento di istituzioni scolastiche, formative, enti locali, aziende private e pubbliche. Essi potrebbero utilmente avvalersi anche dell’expertise di psicologi del lavoro. Sarebbe auspicabile che ogni PA di dimensioni medio-grandi possa dotarsi di risorse dedicate, di un nucleo di psicologia del lavoro all’interno dell’ufficio risorse umane per l’attività interna e il coordinamento con la gestione a livello centralizzato”, conclude.
Ludovica Urbani
Qui il documento completo “Ripartire dalle persone”
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