18 Marzo2020

Salabam Srl: il welfare dei viaggi oltre l’emergenza

salabam srl

Il futuro dei viaggi durante e dopo la quarantena Covid-19. Ne parliamo in questa intervista con Diego Furlani Coo & Co-Founder di Salabam Srl e VadoBay, piattaforme online di travel booking operanti nell’ambito del welfare aziendale scelte da operatori leader come EasyWelfare, Willis, Eudaimon, Double-You, Sodexo…

Salabam, Viaggi e welfare aziendale. Alcuni dati relativi alla vostra realtà: nascita, sviluppo e obiettivi finora raggiunti.

Salabam nasce a fine 2015 da un’idea imprenditoriale condivisa con Marco Mazza, Simone Prioli e Michele Costantini fondatori insieme al sottoscritto della società.
All’inizio avevamo in mente di diventare prodotto consumer alternativo ai cofanetti regalo tradizionali mentre oggi Salabam di fatto è un voucher a prenotazione immediata per soggiorni con disponibilità aggiornata in tempo reale su oltre 450 mila strutture ricettive in tutto il mondo.
Per iniziare a lanciare il marchio abbiamo scelto di sviluppare delle partnership con il mondo delle imprese. Attività B2B, in particolare per promozioni verso il consumatore finale in modo da poter sviluppare il nostro brand attraverso strategie di marketing.

Queste strategie sono cambiate quando siamo entrati in contatto con aziende che stavano sviluppando dei piani welfare: era a metà del 2016 quindi, prima della riforma Renzi e delle novità del CCNL metalmeccanico, e in un momento in cui “welfare” non significava più soltanto sanità previdenza e istruzione. Abbiamo così iniziato a lanciare i prodotti su alcuni provider e poiché l’inizio è stato positivo, nel corso degli anni abbiamo cercato di migliorare il prodotto su criteri relativi alle domande che ci fanno i clienti e la scelta dei prodotti stessi.

La parte che però mi piace di più sottolineare sono due sviluppi tecnici che abbiamo fatto negli anni, per garantire un servizio di alta qualità: il cosiddetto White List ovvero un algoritmo che recupera le recensioni presenti online relative a tutte le strutture ricettive e mantiene nel sistema attive, cioè prenotabili, solo quelle che hanno un rating più che positivo; l’altro chiamato Double Check che consiste in una doppia verifica delle prenotazioni effettuate online affinché non ci siano sorprese nell’elaborazione dei dati, prima dell’arrivo dell’ospite. L’altra innovazione, la più recente, riguarda il nostro nuovo marchio VadoBay, un servizio di prenotazione istantanea che permette di prenotare il soggiorno in un’unica operazione e direttamente integrato con la piattaforma welfare.

Il 2019 per noi è stato un anno molto importante di crescita, abbiamo pressoché raddoppiato il fatturato del 2018. Nel 2019 hanno viaggiato con noi oltre 30 mila persone, oltre 20 mila notti prenotate in strutture ricettive, oltre 6 mila diverse strutture ricettive prenotate, oltre 600 destinazioni visitate in oltre 40 nazioni diverse.
 
Tra i vostri clienti figurano molti provider di welfare. Attraverso quali passaggi le aziende possono far rientrare la vostra offerta nei loro piani welfaristici?
Abbiamo come clienti tutti i principali provider di welfare, la maggior parte sono associati all’Associazione Italiana Welfare Aziendale (Aiwa). La connessione tra noi e il provider avviene con modalità diverse: coi provider leader siamo connessi attraverso delle integrazioni tecnologiche, api o single sign on.

In altri termini, se l’azienda lavora con uno dei provider con cui abbiamo partnership attive, ritrova i nostri prodotti nell’area viaggi. L’evasione dei prodotti avviene per lo più automaticamente e in tempo reale, grazie agli strumenti (non solo api e single sign on) che abbiamo sviluppato.

Qual è il vostro target?

Il target è stato individuato ex post analizzando le fasce di età e di provenienza degli utenti che scelgono i nostri prodotti. Sono soggetti abbastanza giovani (single o coppia non incide molto) senza figli che oscillano tra i 25 e i 40 anni residenti al Nord e con un ruolo aziendale di medio livello.

Il dato è chiaramente influenzato da alcuni aspetti: lavorando nel welfare, chi ha figli predilige altre soluzioni, legate al ciclo scolastico o prescolare; sulla distribuzione geografica, questo dipende molto dal bacino di utenti dei provider (sono molte più le aziende del Nord), medio livello, questo segue le logiche del wallet welfare e dei fringe benefit, sono quelli che hanno un valore di welfare interessante oltre a quello utilizzato per le gift card.

Come state rispondendo all’emergenza Covid-19, avete attuato una strategia di smart working?

L’emergenza Nuovo Coronavirus è purtroppo, lavorando nel turismo, da diverso tempo sulle nostre scrivanie. Internamente abbiamo diviso il team in più parti per evitare l’assembramento all’interno di una stessa stanza, a seguito degli ultimi provvedimenti invece, lavoriamo tutti da casa poiché la live chat, l’email e il telefono sono attivi anche da remoto.

Lavoro da casa da diverso tempo, dal 2011, e con gli altri soci del team abbiamo stilato alcune regole/suggerimenti per le persone più giovani. Ad esempio, mantenere delle abitudini simili a quelle relative a quando ci si reca sul posto di lavoro, vestirsi non rimanendo in pigiama o in tuta, cercando di sostenere gli orari di lavoro e facendo capire a chi ci sta intorno che non si è in vacanza. Cerchiamo di essere presenti coi nostri dipendenti mantenendo attiva la relazione attraverso chiamate telefoniche e webcall.

Rispetto invece alla possibilità di viaggiare, sono state predisposte delle misure di rimborso e/o di futura ripartenza?
Da fine gennaio circa che stiamo prendendo delle misure rispetto a questa emergenza al fine di salvaguardare l’interesse degli utenti. Avevamo delle prenotazioni di viaggi nel sud est asiatico per cui abbiamo da subito iniziato ad osservare con un occhio di riguardo l’evoluzione dei contagi. Quando arrivò la notizia del contagio in Germania di tre persone asintomatiche mi diede molto da pensare…Dopo i primi casi, quelli per lo più dalla fine di gennaio ai primi di febbraio, quando il problema qui non era ancora così grave, i nostri clienti si sono attivati per cancellare le prenotazioni effettuate, anche quelle non rimborsabili. Essendo i nostri dei voucher, abbiamo proseguito col riattivarli rendendoli cioè disponibili a una nuova prenotazione.

Dal 21 febbraio, giorno in cui c’è stato il primo caso autoctono, abbiamo assistito a un’impennata di cancellazioni che sono state gestite caso per caso fino all’ultimo decreto dell’8 marzo. Da quel momento, abbiamo massivamente e rapidamente cancellato tutte le prenotazioni dal 10 marzo fino ai primi di aprile riattivando tutti i voucher, utente per utente. Data l’emergenza e non potendo avere una stima effettiva delle tempistiche, coloro che hanno i voucher in scadenza il 30 giugno li stiamo allungando fino al 31 agosto.  Ai clienti che hanno prenotazioni non rimborsabili per Pasqua, 25 aprile e per il mese di maggio, stiamo dicendo di riaggiornarci a fine mese. Se necessario, e al di là delle ripercussioni sul nostro business, prorogheremo queste azioni, drastiche, anche su prenotazioni successive.

Il blocco dei viaggi inciderà sul vostro business?
Il blocco di ordini è significativo e molte delle prenotazioni già effettuate non sappiamo se potremo mantenerle attive, stiamo in costante aggiornamento coi nostri clienti in base alle direttive del Governo. Date le disposizioni al momento è possibile prenotare fino al 3 aprile solo tramite il nostro Customer Care, per casi di spostamenti per comprovata necessità. Ad un incontro che ho seguito via streaming con operatori turistici internazionali, i termini di ripresa sono stimati intorno a sei mesi/un anno per un ritorno ai valori pre crisi.
Purtroppo il blocco sta già incidendo, sia in termini operativi che in termini economici. Contiamo di essere i primi tra i Paesi a riprenderci, avendo dovuto gestire per primi l’emergenza del contagio. Non è possibile tuttavia prevedere la diffidenza e l’inerzia che potrebbe palesarsi una volta usciti da questo periodo di quarantena. L’auspicio è che ci sia un po’ l’effetto prima giornata di primavera. Incrociamo le dita.
Lucia Medri
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