Per far fronte ai fenomeni di disagio psicologico in aumento in questo periodo storico di incertezza, il Policlinico Universitario di Tor Vergata mette in campo una serie di iniziative a supporto della popolazione universitaria. Intervista al Prof. Alberto Siracusano
Lo scorso mese è tornata nel Policlicinico Universitario di Tor Vergata la campagna Sto bene, grazie, realizzata dall’agenzia di comunicazione You&Web con il contributo non condizionante di Angelini Pharma volta a sensibilizzare la popolazione universitaria riguardo il benessere mentale attraverso una modalità interattiva e sensoriale. Una “box nera” si è spostata dall’esterno del museo MAXXI al Policlinico di Tor Vergata per un’intera settimana, dal 14 al 21 aprile: entrando nelle quattro stanze della box, ognuna differente dalle altre, l’arte diventa metafora delle difficoltà quotidiane delle persone con depressione.
Oltre a questa iniziativa, il polo di Tor Vergata sta diventando negli ultimi anni, soprattutto a seguito della crisi pandemica, un presidio dedicato al disagio mentale, promuovendo attività a supporto di coloro i quali hanno bisogno di confrontasi con uno specialista per curare o prevenire disturbi legati ad ansia e depressione, in aumento tanto tra i giovani che gli adulti. Ne abbiamo parlato con il Prof. Alberto Siracusano, Ordinario di Psichiatria della Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Coordinatore progetto per il benessere psicologico e organizzativo del Policlinico Universitario Tor Vergata.
Quali sono le opportunità messe a disposizione del personale e degli studenti in tema di salute mentale?
L’Università di Tor Vergata e il Policlinico di Tor Vergata offrono da tempo un servizio di Counseling psichiatrico e psicologico di supporto al benessere organizzativo finanziato dal Ministero della Salute e dall’Ateneo, aperto agli studenti, al personale dipendete dell’Università e del Policlinico di Tor Vergata. L’ambulatorio svolge il suo servizio in coordinamento con la UOSD di Medicina del Lavoro e con la UOC di Psichiatria del Policlinico di Tor Vergata.
Che impatto ha avuto la pandemia da Covid 19?
Dal 2020, la Medicina del Lavoro e l’Unità di Psichiatria hanno messo in atto tecniche di defusing e focus group finalizzate a contenere lo stress lavorativo per tutti gli operatori del Policlinico di Tor Vergata, e unità di ascolto per le difficoltà vissute dagli studenti in un periodo così straordinario.
Quali bisogni avete intercettato?
Durante il Covid 19 diverse sono state le richieste legate alle ansie specifiche derivanti dai rischi dell’infezione e sue conseguenze sulle diverse attività assistenziali. Ansia di contagio, di solitudine, di separazione e depressione sono stati i fenomeni psicopatologici più presenti. Tutti questi sono stati affrontati con interventi medico-psicologici dedicati.
Avete a disposizione dei dati che testimoniano questa richiesta di supporto?
I nostri dati dicono che a partire dal 2020, con una crescita verticale nel 2022, abbiamo avuto quasi 3.000 contatti di supporto. In media vengono mensilmente allo sportello 100 tra studenti e personale.
È quindi un dialogo proficuo quello con le istituzioni?
L’attenzione del Ministero e del MUR è estesa a tutte le strutture universitarie sul territorio nazionale con conseguente stanziamento di fondi per l’apertura di sportelli di ascolto psicologico. Proprio a fine maggio è previsto un incontro organizzato dalla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane ndr) che si concentrerà anche su questa progettazione (link al sito evento).
Lucia Medri
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