Il risparmio previdenziale dedicato alla previdenza complementare potrebbe assicurare almeno 10 miliardi in più per gli investimenti delle piccole e medie imprese italiane.
È la stima fatta nel corso della Terza Giornata dell’Investitore Istituzionale, organizzata da FeBAF (l’associazione che associa le associazioni di banche, assicurazioni, fondi, etc.). Lo spostamento verso titoli di debito e di capitale delle nostre imprese di una minima parte del patrimonio e degli asset dei gestori collettivi del risparmio previdenziale e assicurativo, apporterebbe risorse ingenti e concrete al mondo produttivo, che potrebbe investirle in innovazione, programmi di espansione, nuova occupazione con riflessi significativi sulla crescita del PIL. La stima di 10 miliardi, è approssimata sì, ma per difetto, secondo diverse simulazioni. La Giornata dell’Investitore Istituzionale è il momento clou delle attività del Gruppo di Lavoro in seno a FeBAF, nato tre anni fa dal presupposto che le imprese italiane hanno bisogno di irrobustire la propria struttura finanziaria per crescere ed essere più resilienti agli shock. Un uso più mirato di una frazione dello stock di risparmio gestito dai soggetti professionali, come assicurazioni, fondi, casse di previdenza, andrebbe in questa direzione.
“Questo utilizzo potrebbe attivare la ‘scintilla’ necessaria a far ripartire gli investimenti, che dopo un periodo positivo stanno attraversando una fase di contrazione”, ha detto nel suo intervento Luigi Abete, presidente di FeBAF, per il quale “la vocazione di lungo termine del risparmio previdenziale e assicurativo si coniugherebbe con le esigenze di sostenibilità ormai necessarie in ogni progetto di investimento delle imprese, finanziarie e non”.
Sono in molti ad auspicare l’attivazione di un circolo virtuoso tra le risorse generate dal risparmio previdenziale, in attesa che si producano le prestazioni complementari, e il sistema economico del Paese. Pur vero che i fondi pensione italiani soffrono di nanismo, come ha ricordato Giovanni Maggi, presidente di Assofondipensione, che associa una trentina di fondi bilaterali. Tanti e troppo piccoli. Analoga considerazione per le Casse di previdenza private, rappresentate in Adepp, l’associazione da poco entrata nella grande casa di Febaf. Per Adepp era presente al seminario la vice-presidente Tiziana Stallone, della cassa dei biologi.
L’analisi fatta durante la Giornata, che è coerente con gli sviluppi europei del Mercato unico dei capitali e con le novità introdotte nella normativa italiana negli ultimi anni, punta ad allargare i canali di finanziamento delle imprese. Quello bancario resta in assoluto prevalente, ma per effetto di regolamentazioni internazionali sempre più restrittive, ha sempre più necessità di essere affiancato da altri strumenti e soggetti, tra i quali – appunto – gli investitori istituzionali.
Saranno necessarie modifiche normative, regolamentari e di vigilanza, per eliminare alcune distorsioni sulle assicurazioni effetto di Solvency II, per i limiti agli investimenti in economia reale da parte di Fondi di previdenza e Casse, oltre che per soglie di ingresso troppo elevate, come nel private equity. Ma il percorso verso una maggiore consapevolezza e interventi mirati è avviato e vi è unità di vedute da parte delle imprese e degli investitori, chiamati a gestioni sempre più professionali ed efficaci, pur nella prudenza che deve caratterizzare l’utilizzo del risparmio previdenziale obbligatorio (come per le Casse di previdenza) e complementare (è il caso dei fondi previdenziali).
All’incontro sono intervenuti, insieme a Luigi Abete (Presidente FeBAF), Giovanni Maggi e Tiziana Stallone, anche Sergio Corbello (Presidente Assoprevidenza), Dario Focarelli (Direttore Generale Ania), Matteo Zanetti (Presidente Gruppo Tecnico Credito e Finanza Confindustria), David Sabatini (Responsabile Ufficio Mercato dei Capitali ABI), Stefano Scalera (Consigliere Ministero dell’Economia e delle Finanze), Mauro Marè (Presidente Mefop), Simona Camerano (Responsabile Relazioni Stakeholder e Associazioni CDP), Stefano Dall’Ara (Presidente Previdenza Cooperativa), Maurizio Grifoni (Presidente Fondo Fon.te), Dario Persiani (Vice Presidente Fondazione ENASARCO), Leonardo Zannella (Presidente Fopen), e Paolo Garonna (Segretario Generale FeBAF).
Marco Barbieri
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Novembre 18, 2024